Interviste

Free Event, eventi in DigitalScope

Il CEO e direttore creativo della sigla, Andrea Camporesi (in foto) ci ha raccontato il ‘digital approach’ dell’agenzia che all'ultima edizione del Bea Italia ha ricevuto il premio dell’editore ‘Digital Transformation Agency’.

In questo anno molto particolare e difficile per la industry, Free Event ha saputo interpretare in maniera efficace e innovativa le sfide rappresentate dal digitale, tanto da meritare, nell’ambito del Bea Italia, il premio dell’editore ‘Digital Transformation Agency’. Chiediamo ad Andrea Camporesi, ceo e direttore creativo, di raccontarci il ‘digital approach’ dell’agenzia e i punti di forza del pluripremiato progetto ‘GP 1000’ firmato per Ferrari e del format proprietario ‘Panorama’ (leggi news).

Cosa rappresenta per voi aver ricevuto il premio quale ‘Digital Transformation Agency’? Qual è l’approccio vincente che avete messo in campo in tal senso?

Questo premio è per noi un motivo di grande orgoglio, e soprattutto la conferma della strategia che abbiamo intrapreso già alcuni anni fa: potenziare la divisione digital con uno staff dedicato che ogni anno accoglie nuove leve per mantenersi giovane e dinamico. È così che abbiamo capitalizzato l’esperienza maturata in televisione e nella live communication a favore di eventi full streaming o ibridi, allo stesso tempo ideando e producendo format proprietari con distribuzione digitale. Un approccio che ha portato ottimi risultati, confermando il percorso di crescita intrapreso da Free Event, che anche grazie a questa rinnovata divisione continuerà a proporre soluzioni innovative al mercato dell’intrattenimento.

Può raccontarci i principali step della vostra storia che vi hanno consentito di raggiungere un traguardo come questo?

Abbiamo iniziato con il mondo dei concerti live italiani e internazionali: grandi show molto articolati in termini di produzione e creatività, che ci hanno permesso di crescere in fretta e apprendere più rapidamente i trucchi del mestiere. Dopo un paio di anni abbiamo deciso di andare alla conquista del mondo corporate - oggi il nostro core business - costruendo una solida reputazione grazie a collaborazioni storiche con grandi brand internazionali. Rapidamente abbiamo adottato un approccio integrato, che parte dalla strategia, dalla creatività, dai contenuti e dall’art direction per toccare ogni aspetto della comunicazione. Negli ultimi anni siamo cresciuti molto anche nelle produzioni video e nel digital, due reparti con uno staff dedicato che comprende tutte le maestranze necessarie per sviluppare progetti di altissima qualità.

Ben tre riconoscimenti al progetto ‘GP 1000’ (Ferrari). Può descrivere l’iniziativa, mettendone in particolare risalto gli obiettivi, l’idea creativa e i risultati?

Ferrari GP 1000 è stato senza dubbio uno dei progetti più sfidanti ai quali abbiamo partecipato, per la particolarità della location e per l’impatto del Covid-19 su ogni processo, dalla parte progettuale a quella esecutiva. Insieme a Scuderia Ferrari abbiamo deciso di lavorare su una narrazione che ha trovato nella contaminazione artistica la propria forza dirompente, creando un parallelismo tra il ruolo di Firenze nella storia e quello della Scuderia come icona di innovazione e talento. Lo show, trasmesso in worldwide streaming e live su Sky Italia e UK, ha raggiunto 3 milioni di persone. Una partecipazione che ci ha ripagato di tutto il lavoro: in tempi straordinari è stato prodotto uno show unico per Piazza della Signoria, con 200 performer, 2.000 mq di videomapping, musiche e coreografie originali, un cortometraggio celebrativo e l’esposizione delle Ferrari che hanno fatto la storia.

Un bronzo anche al format proprietario ‘Panorama’. Quali le sue caratteristiche e i suoi plus?

La prima particolarità del format è nella sua genesi: Panorama è nato durante il lockdown di marzo, un periodo difficile e complesso per tutti. L’obiettivo era trasformare il tour estivo del DJ producer internazionale Benny Benassi in qualcosa di nuovo, che allo stesso tempo valorizzasse le bellezze del nostro paese soprattutto nei confronti del turismo mondiale. Da qui è nata l’idea di riprendere Benny mentre si esibiva in location meravigliose e completamente vuote, come l’Arena di Verona o la laguna di Venezia, con un linguaggio inedito, ma potente e suggestivo.

Quale suggerimento dareste a una start- up che decide di entrare nel settore della live commmunication?

Di credere nei propri sogni e non demordere di fronte alle prime porte chiuse, perché sono proprio quelle che permettono di migliorarsi, fare esperienza e crescere rapidamente.

Il 2020 è stato un anno molto particolare e difficile a causa della crisi sanitaria. Come lo avete affrontato?

Come un’opportunità, un momento di reset generale che ci ha permesso di riflettere su un percorso di oltre 14 anni, riconsiderando alcune strategie e potenziando la divisione digital e streaming.

Passiamo ai numeri. Facendo un bilancio dell’ultimo anno, quali risultati avete ottenuto e quali vi aspettate per il 2021?

Negli ultimi cinque anni la nostra società è cresciuta costantemente, per fatturato e numero di collaboratori. Il 2020 ha in parte arrestato il processo, con un 20% in meno rispetto al 2019, che tuttavia non ci ha creato problemi. È stato un anno difficile, ma migliore di quello che appariva a marzo: questo grazie al rapporto di fiducia che ci lega a molti dei nostri clienti storici, che non hanno esitato a coinvolgerci nei loro progetti più importanti.

Cosa c’è nel futuro di Free Event? Quali nuovi progetti avete in cantiere?

I progetti che ci vedono protagonisti sono il nuovo ‘Ironman Venezia - Jesolo’, l’evento più importante al mondo per il Triathlon, e la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, con il nostro format ‘Soundtrack Stars Award’ che quest’anno arriva alla nona edizione. Abbiamo in cantiere diverse produzioni video ed eventi digitali, mentre rimaniamo in attesa di capire quando si potranno ‘scongelare’ gli eventi live, a oggi ancora fermi per Covid-19.

Marina Bellantoni