Interviste

Con Fuse in Omnicom Media Group spazio alle experience innovative

A parlarcene è Ludovica Federighi (in foto), head of Fuse, unit specializzata nelle attività di branded entertainment e di content marketing di Omnicom Media Group che oggi vanta un ‘all women team’.

Nella convinzione che gli eventi siano highlights all’interno delle strategie di comunicazione e non solo attività tattiche, Omnicom Media Group ha affiancato i Best Event Awards in un momento in cui la comunicazione ha assunto un ruolo sempre più delicato e rilevante quale veicolo di messaggi aziendali. Riuscire a realizzare experience innovative, anche attraverso il digitale, è la nuova sfida.

A parlarcene è Ludovica Federighi, head of Fuse, unit specializzata nelle attività di branded entertainment e di content marketing di Omnicom Media Group che oggi vanta un ‘all women team’.

OMG ha partecipato al Bea Italia in qualità di sponsor. Perché questa scelta? Quale contributo pensate possa offrire una tale kermesse al settore?

Omg è un’agenzia molto attenta al mondo delle iniziative speciali, dei contenuti e degli eventi utilizzati come importanti asset nelle strategie media. Crediamo nella loro efficacia, e li sappiamo scegliere e valutare. Quest’anno è stato particolarmente difficile trovare delle valide alternative agli eventi più tradizionali, e l’abbiamo potuto fare solo grazie a uno scouting attento e alla selezione continua dei partner, un lavoro che ci permette di avere una visione molto ampia di questa industry. I Best Event Awards sono un momento importante per tutti i player del settore, esserne partner ci permette di avere il ruolo di osservatore privilegiato sui progetti migliori e sulle innovazioni possibili.

La situazione che si è venuta a creare nel 2020 ha messo in crisi l’intero settore degli eventi, il lato positivo è che ci costringe a guardare oltre, a non stare fermi e a cercare strade nuove.

Che ruolo hanno oggi gli eventi in comunicazione? Qual è invece il contributo del digitale in questo periodo di cambiamenti legati all’emergenza sanitaria?

Gli eventi a mio parere vanno intesi come highlights all’interno delle strategie di comunicazione e non solo come attività tattiche. Questo è diventato ancora più chiaro in un momento delicato come l'attuale in cui i budget si sono ridotti per tutte le aziende: non si possono più pensare eventi o sponsorship che non abbiano la possibilità di contribuire in maniera sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di comunicazione. Non è mai stata una buona idea spendere centinaia di migliaia di euro per una attività scelta ‘di pancia’, adesso a maggior ragione diventa vitale per la industry imparare a raccontare i propri progetti motivandoli non solo con una bellissima creatività o con experience emozionanti, ma spiegandone il valore in termini qualitativi e quantitativi, fornendo dati e ricerche a supporto, per permettere alle agenzie e ai Brand una comprensione più completa del ruolo di queste attività nelle strategie marketing. In questo senso il digitale dà spunti interessanti e permette di pensare ad attivazioni innovative e misurabili in maniera più efficace.

Purtroppo in Italia non vedo ancora una spinta forte alla creazione di eventi digitali realmente rilevanti, probabilmente anche perché percepiamo che le audience nostrane sono ancora poco avvezze a fruire gli eventi in streaming. Ci sono però, soprattutto all’estero, segnali importanti dalla industry musicale, con esperimenti interessanti che lavorano utilizzando con estrema disinvoltura tutti i possibili touchpoint digitali (Travis Scott su Fortnite è l’esempio migliore, ndr). Questa creatività nell’utilizzo delle varie piattaforme, questa disinvoltura nel considerare tutti i territori come potenziali punti di appoggio per una experience innovativa, mi sembrano l’eredità migliore che questo periodo ci ha lasciato per il futuro. Non si torna indietro, farlo sarebbe un errore.

Come rispondete alle rinnovate necessità delle aziende? Quali soluzioni e azioni avete adottato per la sicurezza dei vostri dipendenti e dei vostri clienti?

Fuse lavora in partnership con case di produzione e agenzie di eventi selezionate nel corso di anni, nel nostro roster di partner entra solo chi è riuscito a conquistare la nostra fiducia sul campo e ci dà garanzia di sicurezza, a maggior ragione in questo periodo delirante. Le persone che insieme a me gestiscono Fuse (Valentina Camoni, head of project e Manuela Palmaccio, head of productions, ndr) è fatto di persone, come me, che sono state per una larga parte della propria vita professionale executive producers di eventi e di contenuti, e l’attenzione alla qualità produttiva e alla professionalità dei partner è maniacale.

Per chi dice che il mondo degli eventi è carente sul fronte della professionalità, abbiamo visto una grande proattività in questo periodo, i partner produttivi si sono mossi con rapidità per garantire le migliori condizioni per poter comunque portare avanti i lavori. Oltre a questo Omg ha una policy sulla sicurezza dei dipendenti incredibilmente strutturata, che viene aggiornata settimanalmente per poter garantire protezione soprattutto a chi come noi deve continuare a lavorare sul campo.

Parliamo di numeri. Quali risultati sono stati raggiunti nel 2020 in termini di fatturato e quali previsioni per il futuro?

Non riesco ancora a crederci, ma abbiamo portato a casa un risultato incredibile, abbiamo praticamente raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi per il 2020 prima della pandemia.

Avere ancora il team intatto, avere ancora tutte le ‘ragazze’ con me (Fuse è un ‘all women team’, ad oggi, ndr) è la maggiore soddisfazione che potessi avere da questo anno. La flessibilità che il team ha dimostrato e la voglia di adattarsi velocemente alla nuova situazione con una determinazione impressionante mi hanno colpito e commossa. Sono incredibilmente orgogliosa di loro e penso che per il 2021 si meritino un’attenzione particolare. Non penso saranno possibili investimenti importanti, quantomeno non nella prima parte dell’anno, ma sicuramente qualsiasi investimento sarà pensato per supportare il team nel loro lavoro quotidiano, in condizioni difficili come quelle che si sono verificate nei mesi scorsi. L’attenzione alle proprie persone, la volontà di farle crescere e di supportarle, è quello che ha permesso ai nostri clienti di avere un team appassionato e pronto a tutto anche in tempi di pandemia.

Marina Bellantoni