Interviste

Manfredini (Mediagroup98): "La cultura dell'evento sta crescendo. E in Italia c'è ancora molto da fare"

Mediagroup98 è una delle strutture coinvolte nel nostro 'giro di microfono': una chiacchierata 'a tu per tu' con le maggiori agenzie italiane per fare il punto su un 2016 in cui le partite sono ancora tutte aperte.
L'inchiesta di e20express.it coinvolge le maggiori agenzie di eventi.
Obiettivo: esplorare l'andamento di mercato, i maggiori trend, le strategie evolutive messe in atto e le criticità della eventi industry & live communication.

Intervistiamo Maria Cristina Manfredini (FOTO), direttore creativo Mediagroup98.

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Come avete chiuso il 2015? Qual è l’andamento di questo primo quadrimestre 2016?
Abbiamo chiuso il 2015 in netta crescita sul 2014. L’avvio di anno è stato positivo soprattutto perché abbiamo immediatamente ripreso l’attività dopo capodanno, ma è ancora presto per capire come sarà l’intero 2016.

Quali sono i nuovi canali di business che state esplorando? I mercati esteri sono per voi un’opportunità?
Non siamo ancora abbastanza 'grandi' per aggredire i mercati esteri, anche se facciamo eventi all’estero per i nostri clienti. Penso però che ci sia ancora molto da conquistare in Italia anche perché mi sembra che le aziende italiane stiano acquisendo sempre più la consapevolezza di quanto l’evento possa essere utile sia in logica di business che di formazione e comunicazione interna, e questo se non amplia il mercato geograficamente, lo rende però più ricco di opportunità. Per questo abbiamo deciso di rafforzare il nostro reparto commerciale con una figura specializzata che si dedica al new business.

Oggi una delle tendenze delle agenzie è quella di realizzare format proprietari di live entertainment. Avete mai esplorato questo ambito?
No, anche se produciamo regie autoriali che sono ovviamente di nostra proprietà. Noi lavoriamo molto in ambito corporate, e sinceramente pensiamo che il live enterteinment rischi di scivolare troppo spesso nello spettacolo tout court, per quanto bello.

Relativamente alle gare, invece, ritiene che rispetto a qualche anno fa ci sia oggi maggior rispetto per le agenzie concorrenti oppure siamo sempre a livello di gare ‘selvagge’ con tante agenzie e nessun rimborso?
La situazione è ancora molto 'fluida': proprio quest’anno ci è capitata una gara dove nell’aggiudicazione l’azienda ha di fatto cambiato ex-post il brief! Di rimborsi non se ne parla, ma la cosa davvero più umiliante è l’essere spesso giudicati da persone incompetenti o comunque da 'giurie' improvvisate, senza criteri trasparenti. E’ però vero che, al contrario alcune aziende, si stanno stancando della prassi delle gare anche perché questo non consente di costruire un percorso insieme all’agenzia, e fare gare costa tempo e denaro anche per le aziende.

Come i consumatori, anche i partecipanti agli eventi diventano sempre più esigenti e più critici. Quali sono i ‘requisiti minimi’ che vanno garantiti per evitare critiche o insuccessi? E come si fa a gestire il dissenso?
Anzitutto la logistica, le informazioni e l’organizzazione devono essere impeccabili, e questo è il minimo. L’accessibilità della location deve essere posta in primo piano se le persone devono raggiungerla senza servizi offerti dall’organizzazione, così come l’accessibilità al web deve essere garantita. Per fortuna non ho molta esperienza con il dissenso, ma credo che la regola principale sia quella di non nascondere i problemi se questi ci sono stati, e di cercare di offrire una spiegazione. Per il resto bisogna di volta in volta vedere di che critiche si tratta.

I canali social rappresentano un ottimo modo per pubblicizzare l’evento, ma possono rivelarsi un’arma a doppio taglio in caso di critiche. In che modo va costruito e nutrito il consenso del pubblico?
Più che una domanda sembra l’oggetto di una tesi di laurea! Innanzitutto i social vanno utilizzati se sono utili e coerenti con il target e gli obiettivi dell’evento, diversamente: bando alle mode! Se si utilizzano modalità interattive è bene avere dei moderatori professionisti capaci di non entrare in polemica con i professionisti della critica che si annidano a frotte nel social visto che, con poco, possono 'offendere' tanto. La costruzione del consenso, che è qualcosa di molto impegnativo e richiede molto tempo, non è sempre indispensabile: a volte basta costruire attorno all’evento un contesto positivo attraverso campagne Dem personalizzate, lo storytelling su Facebook (ad esempio il making of dell’evento), e soprattutto una buona offerta di contenuti.

Oggi vi sono moltissime app che possono utilizzate per gli eventi. Quali, secondo voi, sono le più utili o quali da voi le più utilizzate?
Utilizziamo moltissimo le tecnologie digitali – abbiamo anche una piattaforma proprietaria per le campagne Dem – e produciamo applicativi personalizzati, ma sulle app siamo ancora prudenti e in genere utilizziamo solo quelle che vengono personalizzate sui contenuti dell’evento.

Il 2016 pone sotto i riflettori, più che mai, il tema della sicurezza. A vostro avviso c’è oggi una maggiore preoccupazione in tal senso?  In che modo le agenzie sono chiamate a garantire che gli eventi si svolgano in totale sicurezza per i partecipanti?
La sicurezza per noi è un must da sempre e finalmente gli investimenti onerosi che abbiamo fatto da molti anni a questa parte cominciano a dare frutti: abbiamo un responsabile Sicurezza interno e che io sappia Mediagroup98 è l’unica agenzia eventi certificata BS_OSHAS18001 per la sicurezza dei lavoratori. 

Ciò significa che conosciamo in modo approfondito la legislazione, che ad esempio sugli allestimenti è molto cambiata anche a seguito di noti incidenti, che ovunque noi andiamo, e qualsiasi cosa facciamo, devono essere rispettate tutte le norme di sicurezza sia per i nostri lavoratori che per gli ospiti dell’evento. 

Nei nostri staff sono sempre presenti persone che hanno l’abilitazione per l’antincendio e che si occupano di controllare elementi quali uscite di sicurezza, estintori, segnalazioni relative al piano di evacuazione, e che in caso di emergenze sanno come comportarsi. A volte offriamo direttamente anche il servizio sicurezza. 
Fino all’anno scorso quando mettevamo in luce queste nostre competenze non trovavamo interesse, se non per alcuni clienti molti strutturati, oggi ci rendiamo conto sempre più che questo può essere per noi un vantaggio competitivo e questo ci fa piacere anche perché è sintomo della crescita della cultura della sicurezza in Italia.

Quale evento da voi realizzato nell’ultimo anno vedrebbe bene sul podio del Bea – Best Event Awards?
Sinceramente prima o poi mi piacerebbe vedere sul podio – ovviamente non parlo del Best One – uno dei vari roadshow che facciamo per diversi clienti (Unipolsai e Coop in primis), quantomeno per un premio tecnico perché è uno sforzo logistico veramente importante (ad esempio 14 città in 23 giorni di calendario, cioè in 18 gg lavorativi..) unito alla necessità di creare un format creativo che in 2 ore sia capace di tenere la presa su platee medie di 700 persone. 

Se avesse la bacchetta magica, che cosa cambierebbe oggi nel mondo degli eventi?
Se avessi la bacchetta magica trasformerei in zucche tutti gli outsider improvvisati  di eventi e i venditori di bufale… ma anche quelli che se le bevono!