Location

Piccola Ape Furibonda si aggiudica il bando per la gestione della Casa delle Arti Spazio Alda Merini

La neonata ATS ha vinto con ampio margine grazie a un progetto innovativo e originale di promozione delle arti e delle espressioni creative al femminile, attento alla valorizzazione e alla reinvenzione della memoria dell’opera della Merini. La volontà è quella di far vivere anime diverse in questo luogo “casa”, crocevia di desideri e di incontri.

E’ la costituenda ATS Piccola Ape Furibonda, coordinata dalla pioniera CETEC del Teatro d’Arte Sociale, – nuova realtà composta da 4 diverse associazioni “al femminile” unite da scopi comuni, fra cui quello dell’inclusione delle donne fragili - ad aggiudicarsi il nuovo bando per la gestione dell’Ex Tabaccheria, casa di un museo piccolo ma prezioso, dedicato come è noto ad Alda Merini. 

Il Progetto si chiama “Le Stanze di Alda” ed ogni luogo dello Spazio Alda Merini, Casa delle Arti, viene caratterizzato da linguaggi artistici diversi, da una forte attenzione verso l’impegno sociale e le donne.

Insieme al CETEC che ha da diversi anni alle spalle attività artistiche nei luoghi del disagio, da San Vittore agli Edge Festival, Ebano, Errante e Promise sono realtà associative affini e composte quasi esclusivamente da giovani donne, esperte di progettazione sociale e di comunicazione, di teatro arte e cinema, di reinserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate. 

La natura delle 4 associazioni coinvolte permette così di realizzare progetti che abbiano come obiettivo l’inclusione e scambio tra differenti generazioni, competenze, culture ed etnie, al fine di creare nuove contaminazioni tra tradizione e innovazione, artigianato e arte, con particolare attenzione alla realtà femminile. 

Il bando, aperto a dicembre dal Municipio 6 del Comune di Milano, ha ricevuto 3 diverse proposte progettuali. La neonata ATS Piccola Ape Furibonda ha vinto con ampio margine grazie a un progetto innovativo e originale di promozione delle arti e delle espressioni creative al femminile, attento alla valorizzazione e alla reinvenzione della memoria dell’opera della Merini. La volontà è quella di far vivere anime diverse in questo luogo “casa”, crocevia di desideri e di incontri. 

La proposta si caratterizza per la volontà di articolare le attività artistiche/culturali suddivise per “Stanze di Alda” a seconda delle varie discipline, dal teatro, alla scrittura autobiografica e creativa, dalla fotografia alla musica. 

La Casa di Alda sarà inoltre aperta per la prima volta tutti i giorni della settimana, sabato e domenica inclusi, ad accesso gratuito. 

Sono previste attività con le Istituzioni scolastiche, a fare da guida alla Casa artiste ed attrici ex-detenute del CETEC, sono anche in programma molte iniziative per consentire la partecipazione di persone del quartiere con caratteristiche di vulnerabilità (in particolare donne, anche di origine straniera).La Casa Alda Merini sarà un luogo in cui artiste “senzatetto” vengono ospitate per sviluppare la produzione artistica in residenza, dove le donne possono intraprendere percorsi di avviamento al lavoro, anche nella gestione dello spazio. 

Il nostro obiettivo è quello di aprire alla città degli “invisibili” e degli ultimi un luogo che è patrimonio di cultura e poesia, rendendolo fruibile ed accessibile, introducendo i visitatori non solo a conoscere la Stanza di Alda, a leggere le svariate edizioni dei libri di poesia e documenti della Merini, ma anche a sedersi in giardino o nell’ atrio della sua Casa ad ascoltare musica e canzoni che lei preferiva, a seguire un percorso sensoriale ed emotivo attraverso laboratori, performance, eventi che le sono dedicati e che le sarebbero piaciuti.” Dichiara Donatella Massimilla, direttrice artistica del CETEC.

Le donne per le altre donne, capaci di portare sé stesse, ciascuna con le proprie ferite, a memoria vivente della sofferenza e della grandezza della poetessa Alda Merini. Non solo quindi donne fragili come beneficiarie di servizi e opportunità ma promotrici attive della memoria della grandezza e del talento femminili.” Conclude Donatella.