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Giovanni Malagò confermato alla presidenza del Coni per altri quattro anni
67 voti su 75 aventi diritto, con soltanto due preferenze per lo sfidante ingegnere Sergio Grifoni, cinque schede bianche e una nulla. È copsì che Giovanni Malagò è stato rieletto quasì all'unanimità presidente del Coni alla prima votazione:
"Il bilancio del mio mandato - racconta Malagò - dimostra che i 4/5 del programma del 2013 sono stati realizzati. Quello che è mancato non è dipeso dalla responsabilità del Coni. In questi quattro anni, abbiamo trasformato l'istituto di medicina, quello di scienze, la scuola dello sport; abbiamo impostato la riforma della giustizia sportiva, anche se possiamo perfezionarla; abbiamo reso credibile a livello internazionale la nostra lotta al doping, oggi un modello da imitare; abbiamo conquistato la fiducia del Governo, che ci ha dato cento milioni all'anno per lo sport nelle periferie; abbiamo conquistato risultati sportivi impressionanti, siamo un colosso".
Tra due anni Malagò potrebbe entrare nel Cio, tra quattro c’è chi lo vede sulla poltrona della Federcalcio o magari ancora su quella che occupa oggi se la nuova Legge, che consente un terzo mandato, sarà approvata alla Camera dove si è bloccata dopo essere passata al Senato.
«Insieme ci divertiremo», il messaggio lanciato alla platea.
Roma 2024 è una ferita ancora aperta, ma non è detto che Malagò non ci riprovi, candidando Milano per il 2028: «Darò una risposta più precisa dopo le decisioni che verranno prese a Lima», il 13 settembre quando il Cio deciderà se assegnare l’Olimpiade a Parigi o Los Angeles. «Nessuno mi ha mai regalato niente. Nel primo mandato qualcosa non sono riuscito a fare e non per volere del Coni, ma ci ho sempre messo la faccia. Ora dico, uniti si può. Serve coraggio e ai presidenti chiedo di non aver paura. Siamo un modello da esportare».