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Congresso - convegno

Convention Federcongressi & Eventi. De Kerckhove: come usare digitale, virtuale e interattività per far crescere l’engagement degli eventi

Organizzare un meeting, che sia un incontro fra poche persone o un vero e proprio congresso, oggi vuol dire fare i conti con le opportunità offerte dal digitale: è infatti possibile farlo in molti modi diversi, dal vivo, face to face, su Skype, con la realtà aumentata. Oppure ancora, come ha raccontato il sociologo, giornalista e direttore scientifico di Media Duemila, Derrick de Kerckhove, citando la sua esperienza di una decina di anni fa, in un mondo virtuale come quello di Second Life. “Ciò che dobbiamo domandarci – ha spiegato – è quale valore hanno questi diversi canali di incontro e quale tipo di rapporto sono in grado di costruire. 10 anni fa Second Life è stata la prima volta in cui abbiamo avuto modo di entrare cognitivamente in un mondo totalmente virtuale e immaginario. Oggi, in realtà, sono sufficienti strumenti come i Google Goggles o gli Oculus Rift, ma basta anche solo pensare che quando guardiamo lo schermo dei nostri smartphone ci stiamo ‘immergendo’ nella virtualità”.

Ospite della XI Convention Nazionale di Federcongressi &Eventi, sabato 3 marzo al Mico di Milano, De Kerckhove, noto come allievo prima e poi traduttore, assistente e coautore del sociologo Marshall Mcluhan, ha proseguito spiegando di non essere un teorico del mondo degli eventi: “Preparando questo seminario – ha però ironizzato – mi sono reso conto che in realtà sono stato protagonista e utilizzatore di eventi e congressi per tutta la mia vita lavorativa! Secondo le ricerche e gli studi sull’argomento, gli incontri F2F danno ai partecipanti un maggior senso di ‘felicità’, ma al tempo stesso quelle online si dimostrano generalmente più efficienti nella risoluzione dei problemi. Le interazioni online, per esempio attraverso Facebook, aiutano a coltivare le relazioni, mentre gli incontri personali danno un maggior sentimento di ‘vicinanza’. Sembra ovvio, ma va chiarito che i due tipi di relazione hanno funaioni diverse: non si escludono l’una con l’altra e si combinano bene insieme”.

Ma quali sono le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica, dal digitale e dal virtuale per l’event industry? De Kerchove ha puntato il dito in particolare su 2 aspetti: il primo, ha ricordato, è il fatto che l’uso degli schermi nel mondo congressuale ha ormai assunto un ruolo enorme e fondamentale. “Si tratta però – ha puntualizzato – di un uso nella grande maggioranza dei casi ‘televisivo’, in cui l’interattività non è ancora riuscita a entrare”. E in secondo luogo, benché apparentemente paradossale, la riscoperta del senso del tatto propria del digitale.

L’invito dello studioso è stato perciò quello di farsi ispirare dai lavori degli artisti maggiormente all’avanguardia in questi campi: “Dall’universo artistico possiamo prendere infiniti spunti capaci di migliorare le relazioni con i nostri interlocutori, ottenendo un maggior livello di engagement che in fondo è esattamente ciò che oggi ci si aspetta dagli eventi”.

Riproponendo la teoria dell’Intelligenza Connettiva da lui elaborata – secondo la quale nel contesto tecnologico delle reti, la connessione delle intelligenze rappresenta un incontro sinergico dei singoli soggetti per il raggiungimento di un obiettivo –, De Kerckhove ha concluso il suo intervento proponendo un metodo pratico per lavorare in questa direzione e organizzare sessioni di brainstorming capaci di arrivare efficacemente e rapidamente a soluzioni concrete e progetti reali da presentare a clienti e prospect.
Sessioni che grazie alla connettività della rete possono essere facilmente gestite e proseguite anche online attraverso software e piattaforme dedicate.

 

Tommaso Ridolfi