Congresso - convegno

Più di tre milioni di euro l'impatto economico del Congresso WUWHS 2016, a Firenze fino al 29 settembre

Ricercatori da 70 Paesi di tutto il mondo – 2.500 dall'Europa, 627 dall'Asia, 423 dagli USA, 60 da Australia e Nuova Zelanda e 35 dall'Africa– si sono riuniti in Firenze Fiera per un confronto sulla cura e guarigione delle Ferite Difficili.

Successo alla Fortezza da Basso per il 5° Convegno mondiale sulle lesioni cutanee croniche (WUWHS 2016) che è sbarcato per la prima volta in Italia, a Firenze, con un impatto economico sulla città di oltre 3.000.000 di euro.

Ricercatori provenienti da tutto il mondo in rappresentanza di 70 Paesi – quasi 2.500 dai Paesi europei, 627 dal continente asiatico, 423 da Stati Uniti, 60 da Australia e Nuova Zelanda e 35 dai paesi africani – si sono riuniti negli spazi espositivi di Firenze Fiera per un confronto sulle ultime frontiere per la cura e la guarigione delle Ferite Difficili, che rappresentano sempre più un problema sanitario mondiale. Si stima che in Toscana ne siano afflitti circa 40.000 pazienti l’anno, 2.000.000 in Italia (di cui 30.000 bambini), 80.000000 nel mondo e che venga speso 1 miliardo di euro l’anno solo dal SSN italiano.

Fra le novità più rivoluzionarie presentate al convegno, il progetto europeo Swan ICare, finanziato con oltre 6 milioni di euro che vede la ricerca italiana con l’Università di Pisa in prima linea insieme a 10 partner in rappresentanza di sei paesi europei. Swan ICare, la cui realizzazione è prevista per fine 2016, mira a sviluppare un sistema integrato di nano sensori, inseriti nei dispositivi a pressione negativa per il monitoraggio e la gestione a distanza, in tempo reale, e con dati clinici sempre aggiornati sulle ferite cutanee croniche.

“L’osservazione continua dei parametri clinici – commenta Marco Romanelli, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Pisa, presidente del Convegno e Presidente eletto della WUWHS, grazie a Swan-ICare – offre l’opportunità di ridurre il rischio di complicanze e fornire, se necessario, una terapia integrativa. Questo, a sua volta, porta al miglioramento della qualità della vita, riducendo al contempo il costo per il sistema sanitario”.