Evento culturale

Il progetto ‘Oriente Mudec’, con due mostre e un ricco programma di iniziative arriva a Milano per raccontare gli scambi tra Giappone ed Europa

Coordinato da uno staff scientifico composto da esperti internazionali, dai conservatori del Mudec e della Galleria d’Arte Moderna, dal prof. Flemming Friborg e dallo staff di 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, il progetto si articola in due mostre, che apriranno il primo ottobre 2019 per terminare il 2 febbraio 2020, e in un programma di iniziative dedicato ad approfondire i molti diversi aspetti della cultura giapponese.

Prende il via martedì primo ottobre, il progetto 'Oriente Mudec', un programma di iniziative che coinvolgerà tutti gli spazi espositivi del Museo per raccontare da diversi punti di vista – artistico, storico ed etnografico – gli scambi tra Giappone ed Europa (soprattutto Italia e Francia) attraverso il tempo e l’incontro culturale tra i due mondi. 

Il progetto - coordinato da uno staff scientifico composto da esperti internazionali, dai conservatori del Mudec e della Galleria d’Arte Moderna, dal prof. Flemming Friborg e dallo staff di 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE - si articola in due mostre, che apriranno il primo ottobre 2019 per terminare il 2 febbraio 2020, e in un programma di iniziative dedicato ad approfondire i molti diversi aspetti della cultura giapponese.

“Per un’intera stagione tutti gli spazi del Mudec saranno abitati dallo stesso progetto, fortemente connesso alla missione stessa del Museo: conservazione, valorizzazione e ricerca sono infatti attività inseparabili per qualunque museo che svolga la propria attività come strumento di crescita culturale di tutta la collettività – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. ‘Oriente Mudec’ è inoltre il frutto di un grande lavoro di rete, realizzato tessendo relazioni scientifiche e instaurando importanti collaborazioni dentro e fuori al Museo. In questo modo il Mudec può proporre ai visitatori un progetto arricchito da una pluralità di sguardi e prospettive, offrendo così al pubblico un’esperienza unica e originale”.

'Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie d’incontri (1585-1890)' è il titolo dell’esposizione che indaga e illustra i primi rapporti tra l’Italia e il paese del Sol Levante, approfondendo in una sezione la storia di Ito Mancia e delle prime ambascerie giapponesi tra il 1585 e il 1615; ed esponendo nella seconda la collezione del Conte Passalacqua, uno dei nuclei più preziosi della collezione permanente del Museo. Acquistata dal Comune di Milano nel 1898-99, la raccolta Passalacqua costituiva negli anni ’70 dell’Ottocento un vero e proprio 'museo privato giapponese'.

La mostra 'Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone' ripercorre invece la profonda fascinazione che il Giappone ha esercitato sulla cultura occidentale e approfondisce le dinamiche degli scambi artistici tra il 1860 e il 1900, focalizzandosi sui maggiori artisti che hanno subito l’incanto del giapponismo, sia in Francia – da Rodin a Van Gogh, da Gauguin a Fantin-Latour, da Toulouse-Lautrec a Monet – sia in Italia.

Il giapponismo italiano vede infatti annoverare tra le sue fila grandi artisti come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini. Attraverso una selezione ampia e diversificata di opere provenienti dall’Italia e dall’estero, il percorso mostrerà lo sviluppo di quel gusto orientato verso il Giappone che pervase la cultura artistica occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. 

Saranno esposte in mostra anche opere di diverse scuole e movimenti artistici giapponesi tra il 1890 e il 1930, raramente esposte o contestualizzate, con l’obiettivo di mostrare come, dopo la riapertura all’Occidente, vi fu anche in Giappone una grande fascinazione per l'Europa e la modernità.

A corredo delle mostre saranno presentati due cataloghi, editi da 24 ORE Cultura, con materiali inediti e di ricerca che approfondiscono i temi connessi alle due esposizioni e che vedono la stretta collaborazione tra 24 ORE Cultura, Comune di Milano, Mudec e Fondazione Trivulzio.