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Nielsen: un nuovo consumatore, casalingo, tecnologico e orientato alla condivisione

Segnali di ripresa concreti non se ne vedono ancora. Bisogna aspettare il prossimo semestre per vedere se l'inversione di tendenza ci sarà davvero. In questo quadro anche la situazione politica farà la sua parte.

Eppure, nonostante un quadro ancora a tinte fosche, ci sono segnali incoraggianti, ha affermato l'ad di Nielsen Giovanni Fantasia, che ha aperto la trentesima edizione de Linkontro, il tradizionale appuntamento dedicato alla business community dei consumi, che si tiene a Santa Margherita di Pula (Ca).

"Bevande, freddo e fresco sono i mercati in ripresa in virtù della stagione favorevole. E anche l'indice di fiducia delle famiglie, ossia le prospettive di lavoro e finanza personale, mostra una leggera ripresa rispetto al 2011, ma non come avviene in paesi dove la situazione è del tutto diversa, Germania in primis".

Gli italiani acquistano i beni di necessità sfruttando le occasioni migliori, si rivolgono ai Cash & Carry, ma non vogliono rinunciare agli spostamenti e ai viaggi. Quindi, la ripresa è incerta ma si assiste a un cambiamento diabitudini, e i consumatori non saranno più quelli di una volta grazie anche alla tecnologia.

Il primo cambiamento, rispetto a qualche anno fa riguarda la famiglia un ambito nel quale, in virtù di una maggiore incertezza, l'italiano trova maggiore sicurezza. Il tempo libero trascorso fuori casa diminuisce a favore di quello trascorso in casa con i figli, e cresce l'interesse per la cucina, in netto rialzo rispetto al 2010, trend probabilmente influenzato dai programmi televisivi. Insomma, si sta più volentieri in casa anche per risparmiare. In questo quadro la salute e il benessere tornano ad essere molto importanti.

Ancora una volta, come da premessa, la tecnologia la fa da padrona: grazie ad essa è possibile confrontare prezzi in maniera più immediata, il consumatore è così diventato uno smart shopper.

Cambiano le priorità.
La crisi fa cambiare la lista delle priorità. Si registra un aumento del risparmio a svantaggio del possesso dell'auto a favore, invece del car sharing, mentre in generale nell'alimentare si cercano marchi meno cari senza possibilmente senza rinunciare alla qualità. Pur aumentando la propensione allo stare in famiglia la voce articoli per la casa è in riduzione, come pure quella per le spese telefoniche. Mentre non si rinuncia alla tecnologia che rende l'italiano uno shopper più smart.

Come cambiano i valori
La propensione condividere (55% degli italiani) non si esprime soltanto nel caso dell'auto ma riguarda anche l'educazione, i computer e, addirittura, gli abiti per eventi speciali.

Cambia anche il modo di fare la spesa, che diventa un modo per distrarsi ed evadere.

Nel momento in cui si decide di acquistare on e off line sono integrati, il confine sempre meno evidente. Non a caso si parla di digital shopping, un concetto più allargato rispetto all'ecommerce, ci si informa per decidere dove acquistare, atto che poi avviene ancora per lo più sul punto vendita. Il 40% del valore del largo consumo è condizionato dal 30% di persone connesse a internet. Il word of mouth è importante come le informazioni che si trovano sul punto vendita. Tutte voci che aumentano a scapito della pubblicità, che rimane stabile nel suo potere percepito di condizionare le spese d'acquisto.

L'ad di Nielsen pone ancora l'accento sulla tecnologia: siamo di fronte a una crescita continua nell'accesso a internet. In italia la spesa online avviene ancora soprattutto da pc (parliamo del 14% pari a 6,7 milioni di persone) mentre il 9% (4,1 milioni) acquista da smartphone e il 6% (2,8) da tablet.

Se è vero che la pubblicità ha sofferto più di tutti i canali, afferma Fantasia, è anche vero che le aziende devono lavorare sulla Brand equity e meno sul prezzo, sulle promozioni sul punto vendita, che inevitabilmente andranno a incidere sui margini e sulla qualità dei prodotti stessi. Se ciò accadrà assisteremo finalmente alla ripresa degli investimenti pubblicitari.

"È necessario stare vicino al consumatore, le aziende devono capire che siamo in un contesto diverso da quello degli anni scorsi e non si torna indietro".

Salvatore Sagone