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Testa: mi candido mosso dalla passione per la creatività italiana, in qualunque forma si esprima
“Io non posso obbligarvi a lottare, dovete guardare il compagno che vi sta accanto, guardarlo negli occhi. Ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, vi vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra. Perciò, o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente”.
Questa è la sintesi estrema del celebre discorso che il ‘coach’ Al Pacino fa negli spogliatoi alla
sua squadra di football, un po’ allo sbando, tratta dal film Ogni maledetta domenica (guarda il video).
Così, con la clip tratta dal film di Oliver Stone, Marco Testa ha aperto il suo incontro con la stampa per spiegare le ragioni che lo hanno spinto a decidere di scendere in campo e candidarsi al Consiglio Direttivo di Assocom.
La passione per questo lavoro, il desiderio di non volere vedere l’associazione andare a rotoli in un momento in cui la sua esistenza è tanto più importante per dare credibilità alla professione di comunicatori: sono queste le motivazioni che lo hanno convinto a tornare ad occuparsene in prima persona, dopo la presidenza esercitata dal 2006 al 2008, ed è sulla base di queste convinzioni che invita tutti a rimboccarsi le maniche e a giocare come una squadra coesa.
“La mia è stata una scelta fatta con l’istinto più che con la ragione, partita dalla constatazione che il mercato sta vivendo una fase difficile e il mestiere dei comunicatori tende ad essere screditato. Penso che ne usciremo vincenti da questa situazione se lo faremo tutti insieme”, dichiara il candidato al prossimo Consiglio Direttivo, e che in larghissima parte tra i candidati intervistati da ADVexpress nella giornata di ieri, 12 dicembre, vorrebbero come prossimo presidente. Tutto il resto, definizione del programma, costituzione della squadra, passi da fare e strategie, vengono di conseguenza.
Il suo apprezzamento va al consiglio uscente che ha lavorato molto bene riuscendo a cambiare le regole. Per questo motivo, qualora venisse eletto al Consiglio e poi scelto come presidente, al suo fianco vorrebbe persone come Enrico Gasperini, Layla Pavone, Marco Gualdi, Emanuele Nenna.e Alessandra Lanza. Ma anche una new entry come Marco Girelli, rappresentante di un comparto tanto importante come quello dei centri media. E tutti gli altri candidati costituiscono comunque un bel ‘parterre’ con cui lavorare. Il suo ringraziamento va anche al presidente vicario, insieme a Gasperini, Peter Grosser, che ha fatto un lavoro importante per l’associazione, anche se ha deciso di non ricandidarsi.
“Il mio scopo è ricompattare l’associazione, e convincere chi ne è uscito a rientrare”, sottolinea Testa anche se due ‘niet’ per il momento li ha incassati. “Ho incontrato Massimo Costa (già presidente dimissionario, e country manager di Wpp) e Marco Fanfani ma, purtroppo, al momento hanno deciso di non rientrare. Ci proverò ancora anche con le altre agenzie e spero di riuscirci. In ogni caso mi fa particolarmente piacere la notizia di ieri relativa al rientro di Filmmaster. Mi sembra un buon inizio di una inversione di tendenza”.
Ma oltre che alla pubblicità Testa guarda anche al digitale, alle agenzie sorte da pochi anni ma che già coinvolgono tante nuove risorse. “Sì, parlo delle agenzie indipendenti alcune delle quali hanno al loro interno anche sessanta persone, ma anche le internazionali. Mi piacerebbe che anche le associate allo Iab facessero parte anche di Assocom”.
Pensa di rappresentare tutte le anime della comunicazione? “Non devo essere io a rappresentare tutti, anche se il Gruppo al suo interno ha quasi tutte le discipline della comunicazione. Ci sarà un consiglio che nel suo insieme dovrà rappresentare tutti. Per quanto mi riguarda sono disponibile nei confronti di chiunque abbia buone idee. Ripeto, io rappresento il tentativo di un signore appassionato che si rifiuta di vedere il declino ennesimo di qualcosa che invece è necessario. Il fatto é che non abbiamo tanto tempo noi come associazione e come paese. Quindi è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche”, sottolinea il manager.
L'eventuale elezione di Marco Testa, che guida un Gruppo italiano, alla presidenza di Assocom, potrebbe rappresentare anche un segnale positivo di valorizzazione del nostro Paese? “Tutti devono essere fieri di essere italiani, dobbiamo lavorare insieme per recuperare credibilità. È triste vedere che spesso nelle gare non vengono coinvolte le sedi italiane dei grandi Gruppi globali. Personalmente ho sempre avuto una visione internazionale, ma credo profondamente nella forza dell'Italia”, afferma Testa, che si dichiara ottimista in merito al fatto che nel nostro Paese possano avvenire dei cambiamenti positivi. “Credo che in questo momento ci siano buone opportunità da cogliere: molte cose stanno cambiando e noi non possiamo stare al passo”, continua il presidente del Gruppo Armando Testa.
Dopo le recenti dichiarazioni di Vittorio Bonori, Ceo di ZenithOptimedia Italia e responsabile delle aree Medio Oriente, Nord Africa e Sud Europa che, ricordiamo, ha auspicato l'elezione di un rappresentante dell'area media alla presidenza di Assocom, in primis perché, a suo parere, sono proprio le agenzie media ad aver meglio interpretato il cambiamento del mercato (leggi news), inevitabile chiedere a Testa un parere in proposito.
“Non conosco personalmente Bonori ma sarò felice, nel caso, di collaborare con lui, che è un
bravo professionista. Il media è senza dubbio molto importante, come dimostra anche il ruolo di Media Italia all'interno del nostro Gruppo, ma ho esperienza di aziende che performano molto bene anche senza avere un'agenzia media al proprio interno, come Droga5 ad esempio.
Penso piuttosto che sia la creatività a legare tutte le discipline della comunicazione, perché da
essa non si può prescindere”, risponde Testa. “Tuttavia, quello che auspico è un'associazione che abbia al suo interno tutte le specialità. Già ci sono dei gruppi di lavoro dedicati ai diversi ambiti, nel caso venissi eletto mi piacerebbe ad esempio aprire Assocom anche alle ricerche: solo con una maggiore apertura l'associazione potrebbe diventare più forte e sono sceso in campo proprio per raggiungere questo obiettivo: ricompattare e allargare la squadra, perché possa davvero rappresentare tutta l'industry”, continua il manager .
I gruppi di lavoro, all'interno dei quali, come previsto dal nuovo Statuto, potranno essere ammessi anche rappresentanti di strutture non associate ad Assocom, sono utili anche per raggiungere più rapidamente posizioni comuni sui diversi temi di interesse. Uno su tutti: i diritti di negoziazione, da tempo al centro della discussione tra gli addetti al settore.
“Credo sia fondamentale che i diversi rappresentanti delle agenzie media si siedano attorno a un tavolo e discutano del problema, al fine di trovare una posizione condivisa. Nel caso dovessi essere eletto presidente, mi impegnerò a farmi portavoce di quanto pensano, naturalmente prendendo posizione se necessario”, commenta Testa che, in caso di elezione a presidente, vuole puntare sulla condivisione più che sull'imposizione verticistica.
La spinosa questione dei diritti di negoziazione è certamente uno degli argomenti più spesso
sollevati, ed è legato al tema più ampio della corretta remunerazione. E pone sul tavolo un altro punto chiave: i rapporti tra Assocom e Upa, che proprio sotto la guida di Costa hanno vissuto momenti di tensione.
“Già quando in passato sono stato presidente di Assocomunicazione avevo collaborato bene con Sassoli de Bianchi che, quando l'altro giorno ha saputo della mia candidatura al Consiglio direttivo dell'associazione, mi ha chiamato per congratularsi – dichiara Testa - . Ritengo che il rapporto con Upa debba essere ridefinito, ma sono convinto che una Assocom più forte sarebbe positiva per tutto il comparto, Upa compresa. Senza dubbio il valore e il rispetto della creatività sono i cardini da cui partire per una collaborazione più proficua tra le due strutture”.
Ma quanto tempo sarà necessario per riconferire forza e rilevanza all'Associazione, accogliere
nuovi associati, recuperare gli ex, ridisegnare i rapporti con Upa e fare in modo che Assocom possa avere la credibilità utile a farla sedere ai tavoli più importanti in cui si parla di comunicazione e a farla partecipare agli eventi più rilevanti del Paese, primo tra tutti Expo 2015?
“Se dovessi essere eletto, dedicherò tutte le energie e il tempo necessario a risolvere i problemi di Assocom. Il mandato dura un triennio, ma se tra un anno non ci sarà più bisogno di me sarò il primo a fare un passo indietro”, assicura Testa, che nei prossimi giorni comincerà a pensare a un ipotetico programma da proporre.
E se invece il ruolo di presidente dovesse essere assegnato a qualcun altro? “Nessun problema – afferma il manager - , accetterò la decisione del Consiglio e continuerò a restare all'interno
all'associazione. Certo non nego però che mi piacerebbe assumerne la presidenza, perché questo incarico mi darebbe modo di contribuire in modo più importante”.