Mercato

Assistenti virtuali più performanti e data analysis delle conversazioni con gli utenti: si amplia così l’offerta di Indigo.ai, la scale-up italiana che sviluppa intelligenze artificiali per le corporate

Dalla progettazione di intelligenze virtuali conversazionali(build), l’offerta della società per le imprese si estende all’integrazione con gli altri assistenti virtuali presenti sul mercato per migliorarne le performance (scale), e all’analisi delle conversazioni tra chatbot e utenti per trarre informazioni e dati utili all’azienda(analyse). Indigo.ai progetta assistenti virtuali per alcuni dei più grandi brand dei settori farmaceutico, bancario, assicurativo, delivery e da gennaio integra nella propria piattaforma il modello di linguaggio tecnologico ad oggi più sviluppato al mondo (GPT-3).

Indigo.ai – società che dal 2016 progetta e costruisce assistenti virtuali, tecnologie di linguaggio ed esperienze conversazionali – amplia l’offerta per le imprese con due nuovi servizi: alla piattaforma per la progettazione e creazione di assistenti virtuali e chatbot (“Build”) si aggiungono l’analisi e potenziamento degli assistenti già utilizzati dai brand (“Scale”) e l’analisi dei dati e delle conversazioni (“Analyse”). 

In questo modo l’offerta di Indigo.ai per le aziende diventa triplice e permetterà alle imprese di oltrepassare un ostacolo sempre più diffuso: l’obsolescenza degli assistenti virtuali, che sempre più servono alle corporate per comunicare con i clienti, ma rischiano di venire presto superati a causa di inefficienze nella gestione del processo di training e dell’introduzione di nuovi modelli, più performanti. Grazie a Indigo.ai, i chatbot aziendali da oggi possono essere potenziati e restare competitivi: i brand potranno analizzare le performance dei propri assistenti virtuali e migliorarle, anche nel caso in cui questi siano stati realizzati con tecnologia Microsoft Luis, Google Dialoglflow o IBM Watson, in quanto il nuovo servizio “Scale” di Indigo.ai si integra perfettamente con qualsiasi altro motore di Natural Language Processing esistente sul mercato e ne potenzia l’efficacia. Ad esempio, sfruttando “Scale”, una sperimentazione di Poste Italiane sul proprio chatbot ha dimostrato di riuscire ad aumentare la capacità di comprensione delle richieste arrivate dagli utenti e al contempo calare del 70% lo sforzo umano per la gestione del sistema. 

Attraverso il servizio “Analyse”, invece, Indigo.ai risponde alla necessità sempre crescente delle aziende di sintetizzare l’enorme mole di informazioni che viene scambiata tra i propri assistenti virtuali e gli utenti finali. Se le conversazioni online sono in continuo aumento, è altrettanto vero che, per un’azienda che ha intrapreso un percorso virtuoso in termini di automazione, ignorare gli insight che possono derivare dall’analisi di questi messaggi è una grandissima occasione persa per conoscere meglio i propri utenti e continuare a migliorare la propria offerta. Certo, è impossibile leggere di persona milioni e milioni di messaggi, ma da oggi, con “Analyse”, si potranno analizzare in automatico e in tempo reale tutte le conversazioni del proprio chatbot o voicebot, al fine di estrapolare i dati e le informazioni utili alla crescita del brand. Sarà possibile, ad esempio, analizzare il sentiment degli utenti e mostrarne le tendenze e le variazioni sia nel corso del tempo che in correlazione a specifici argomenti o prodotti. Queste metriche possono anche aiutare a individuare eventuali momenti o topic critici, oppure a scoprire come gli utenti reagiscono a una campagna marketing o al lancio di un nuovo prodotto

Le aziende hanno sempre più bisogno di avvicinarsi agli utenti e di parlare con loro, capirne le esigenze, assecondarle – commenta Gianluca Maruzzella (nella foto), CEO & Co-founder di Indigo.ai. – Per fare tutto questo è necessario dotarsi di assistenti virtuali che siano all’avanguardia, costruiti attorno alle esigenze delle imprese e dei loro utenti, che si esprimano attraverso un linguaggio quanto più naturale, che siano in grado di raccogliere e analizzare in modo efficiente i dati costituiti da centinaia, migliaia di conversazioni. Ma spesso non è così: il mondo de machine learning e del deep learning, e in particolare il segmento delle intelligenze artificiali, si evolve ad un ritmo rapidissimo e questo comporta che oggi, in Italia ma non solo, molti marchi utilizzano dei chatbot che non sono all’avanguardia e che quindi non performano come dovrebbero. È proprio per andare incontro a queste necessità che abbiamo ampliato i nostri servizi, permettendo così ai brand non solo di dotarsi di assistenti virtuali, ma di potenziare quelli che già hanno e anche di estrarre preziosissimi customer insight dalle conversazioni. Perché solo attraverso un’interazione chiara e trasparente con gli utenti le aziende possono capire come restare rilevanti sul mercato e arrivare preparate al futuro.”

L’ampliamento dell’offerta di Indigo.ai si inserisce all’interno di uno sviluppo costante e solido che ha portato la società – che ha progettato assistenti virtuali per alcune delle aziende più innovative al mondo, tra cui Bayer,  Just Eat, ITAS Assicurazioni – ad accrescere il fatturato annuo del 30% nel 2020; ad attrarre nuovi talenti e a iniziare quest’anno un percorso di apertura ai mercati internazionali attraverso le prime operazioni in Svizzera, UK e Canada – processo che si concretizzerà nel 2022 a partire dai principali Paesi europei. Da quest’anno, la piattaforma no-code di Indigo.ai integra anche la tecnologia GPT-3, il modello di linguaggio tecnologico ad oggi più sviluppato al mondo, creato da OpenAI e diffuso sotto l’egida di Microsoft, che permette alla società di abbattere a pochi minuti il tempo necessario per creare un assistente virtuale.