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Doing, più di 60 nuovi ingressi in sei mesi e una nuova organizzazione per 'Business Team' multidisciplinari. Ob. 2018: 30 mln di fatturato. In valutazione acquisizioni in ambito AI. Chiavarelli: "Gestiamo la complessità con un approccio da boutique"

La digital consulancy agency conta su un team di 230 persone suddivise in 5 uffici: Milano, Roma, Torino, Dubai e Kuala Lampur. Circa 100 i clienti attivi e tre gli ambiti di attività di Doing: Data & Design, Creativity & Content, Technology. Dopo un 2017 a 28 milioni, in crescita del +12%, il primo semestre dell'anno si è chiuso in linea con gli obiettivi.

230 professionisti nelle 5 sedi di Milano, Roma, Torino, Dubai e Kuala Lampur, tre aree di attività (Data & Design Creativity & Content e Technology) e un approccio end-to-end "da boutique". Stiamo parlando di Doing, la digital consultancy agency che dopo un 2017 chiuso a 28 milioni di fatturato, in crescita del +12%, punta quest'anno a superare i 30 milioni, forte di un primo semestre in linea con gli obiettivi. 

"La nostra avventura è iniziata nel 2000 con Dnsee, nel 2013 abbiamo acquisito Banzai Consulting per rafforzarci in ambito consulenziale, nel 2014 Hagakure, che vantava una forte expertise in ambito social media e digital PR, nel 2015 siamo diventati ufficialmente Doing e abbiamo acquisito anche Digital Mill", ha raccontato Diego Chiavarelli (foto 1), Founder e Ceo della società, in occasione dell'incontro stampa tenutosi oggi, 12 luglio, a Milano. 

La squadra continua a crescere: negli ultimi mesi, Doing ha accolto 40 nuovi professionisti e 23 stageur, con un ritmo di più di un’assunzione a settimana e una permanenza a fine stage del 75%. Recente anche l'ingresso del responsabile marketing Dario Martelli

Dall'1 luglio, l'agenzia ha varato anche un nuovo modello organizzativo, che punta sulla multidisciplinarietà, come ha messo in luce Simone Cremonini (foto 2), general manager. "Siamo passati da un'organizzazione a matrice, che predeva la presenza di un responsabile, definito 'head-off', per ciascuna area di attività - tech, dati etc. - , a un'organizzazione basata su dieci Business Team: all'interno di ognuno di essi sono presenti tutte le competenze utili alla realizzazione di un progetto, grazie a una squadra di 20-30 o più professionisti con expertise diverse, guidati da due Business Team Leader anch'essi con background diversi tra loro. In questo modo i team possono acquisire una conoscenza più approfondita dei clienti per i quali lavorano e l'agenzia è più reattiva nel rispondere alle richieste del mercato, poiché in un singolo Business Team sono già contenute tutte le professionalità necessarie". 

D'altra parte la fluidità, che si traduce in una maggiore integrazione trasparente tra i servizi e tra le differenti modalità di effettuare le diverse attività, sarà proprio una caratteristica vincente ei prossimi anni. E' anche per questo motivo che, come ha spiegato Chiavarelli, "il nostro obiettivo è avere a disposizione entro due anni un team di professionisti multidisciplinari che affianchino alle loro competenze chiave altre competenze, in un'ottica di 'visione rotonda'". 

"Abbiamo capito ormai da tempo che l’asset strategico di Doing sono le persone. Operiamo in un settore estremamente dinamico e fluido e dobbiamo essere bravi a dare ai giovani talenti delle prospettive di crescita con noi. Se crescono loro, cresce Doing", ha continuato il manager. 

Guardando ai clienti, sono circa 100 quelli attivi, tra cui figurano nomi importanti, con i quali l'agenzia ha in essere collaborazioni che durano anche da diversi anni. ALD Automotive, Philip Morris, IQOS, Treccani, Assicurazioni Generali alcune delle aziende per le quali sono in corso di realizzazione progetti molto interessanti. Inoltre vale la pena citare Dompé per il rilancio l'integratore Friliver, Fico Eataly per il social media advertising, CDP e Leonardo-Finmeccanica, acquisiti quest'anno. In atto anche una collaborazione con WPP nell'ambito della gara FCA vinta dal Gruppo. 

A livello internazionale, a Dubai Doing collabora con il Governo e si è già fatta avanti per un'eventuale collaborazione in occasione di Expo 2020, mentre a Kuala Lampur l'agenzia è attiva soprattutto in ambito smart service. Mentre la Cina potrebbe essere una meta interessante da presidiare, al momento non c'è l'intenzione di aprire nuove sedi in Europa, anche perché al di fuori dei confini italiani Doing può già contare su una rete di partner da attivare in caso di necessità. 

"Nel corso degli anni abbiamo costruito un network di agenzie indipendenti, riunite sotto il cappello di Box Network Europe, grazie al quale possiamo contare su collaborazioni in loco al di fuori dei confini nazionali che ci consentono di dare una risposta rapida ai nostri clienti anche su progetti di respiro internazionale", ha spiegato Cremonini. 

Per quanto riguarda la strategia di sviluppo, Doing non esclude la possibilità di ulteriori acquisizioni. "Gli ambiti di interesse sono diversi - ha sottolineato il manager - : sul fronte AI stiamo già valutando la possibilità di acquisire start-up italiane, inoltre guardiamo con attenzione agli owned media, alla content distribution e anche alla tecnologia, investendo molto nella formazione e nella certificazione dei nostri dipendenti. Siamo molto attivi anche in ambito risorse umane, basti pensare che Doing è preferred partner di Lithium, una delle più note piattaforme di Social CRM e Community Marketing". 

"Vogliamo continuare a crescere, ma in modo sostenibile", ha sottolineato Chiavarelli.

"All'interno di Doing 15 professionisti sono specializzati nella Data Analysis, 55-60 persone nell'area Technology, ma per noi dati e tecnologia sono un fattore abilitante del contenuto e della creatività, che consente di costruire progetti di content marketing più efficaci - ha spiegato Cremonini - . Vogliamo mantenere il nostro dna di agenzia, con l'obiettivo di riuscire a gestire la complessità a 360 gradi, supportando le aziende in tutte le loro necessità. Solo così potremo riuscire a compiere un ulteriore salto sul mercato". 

Serena Piazzi