Giovanni Laezza, presidente Aefi
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Impatto del Coronavirus sul sistema fieristico italiano. Laezza (AEFI): "serve quanto prima un 'nuovo calendario' per un comparto che genera affari per 60 mld di euro"

Il presidente dell'associazione ha dichiarato che è stato già aperto un dialogo con le istituzioni per capire come gestire al meglio questa emergenza anche sul fronte economico. Oltre 100mila posti di lavoro, considerando anche l’indotto generato dalle Fiere, a rischio secondo il massmediologo Klaus Davi.

La lista delle fiere annullate o rinviate si allunga sempre più (leggi news). A tale proposito è intervenuto Giovanni Laezza (in foto), presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, ricordando l'importanza delle fiere italiane per la nostra economia. "Ogni anno il settore fieristico italiano coinvolge circa 200.000 espositori e 20 milioni di visitatori, genera affari per 60 miliardi di euro e dà origine al 50% delle esportazioni delle imprese che vi partecipano. Numeri importanti che crescono se consideriamo anche l’indotto come trasporti, ricettività e ristorazione". 

A livello mondiale, secondo i dati UFI nel 2018 le 32.000 fiere hanno generato un impatto economico pari a 275 miliardi di euro, contribuendo per 167,2 miliardi sul Pil mondiale. Un contesto in cui il nostro Paese si posiziona al quarto posto.

"Con la crisi sanitaria in atto, al momento è impossibile fare delle stime sull’incidenza economica dell’epidemia di Coronavirus, in quanto i provvedimenti del Governo sono stati posti in atto da due giorni e quelli delle Regioni sono in continuo cambiamento. E’ molto difficile prevedere l’evoluzione della situazione e la durata nel tempo, ed è difficile prevedere gli effetti a livello internazionale perché non dobbiamo dimenticare che il problema non coinvolge solo l’Italia.  Come Associazione siamo chiaramente consapevoli di come sia indispensabile adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute pubblica e siamo stati pronti ad attuarle. Tutti i nostri Associati stanno seguendo attentamente le disposizioni sanitarie delle autorità locali e nazionali. Nonostante le difficoltà organizzative, auspichiamo che la maggior parte delle manifestazioni al momento annullate o posticipate possano essere riprogrammate nei prossimi mesi, in modo da contribuire nel contenere il danno economico. A tempo debito lavoreremo di concerto con tutti gli attori coinvolti per un “nuovo” calendarioCon le istituzioni abbiamo aperto un dialogo per capire come gestire al meglio questa emergenza anche sul fronte economico" ha concluso Laezza.

"La chiusura o il rinvio di fiere importanti come Mido, Salone del Mobile, Eicma, Mercante in Fiera, senza dimenticare tutti gli eventi rimandati sparsi per il Paese, possono costare, secondo alcune stime, come minimo oltre 100mila posti di lavoro, considerando anche l’indotto. Lo dico da piccolo amministratore ma anche da comunicatore. I politici non hanno grandi problemi, a loro lo stipendio arriva, ma che devono fare tutti coloro che lavorano nel sistema fieristico? Per non parlare del danno reputazionale…" ha dichiarato Klaus Davi, massmediologo e consigliere comunale a San Luca (RC), intervenendo al Tg 4 condotto da Giuseppe Brindisi.