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BEA Italia Festival 2021. Interoperatività, approccio strategico, mix di creatività e tecnologia per coinvolgere emotivamente l'audience di un evento nella dimensione digitale
Dalla virtual conference pura ai modelli più tradizionali, passando attraverso i format simili a quelli televisivi, il luogo in cui l’evento accade subisce una trasformazione, mixando spazio Fisico a piattaforme digitali, dando vita a sperimentazione e innovazione. La domanda è: come coinvolgere dal punto di vista emozionale ed emotivo le audience che seguono da remoto?
Durante l'incontro che si è svolto in occasione della giornata dei contenuti del BEA Italia Festival 2021, Flavio Ventre (Managing Partner Digivents), Simone Mazzarelli (ceo Ninetynine e founder Lemonn), Michele Rossi (co-founder e general manager Liveforum) e Maurizio Murciato (Managing Partner Plesh), hanno cercato di fare il punto sullo stato dell'arte della tecnologia al servizio degli eventi e quali sono gli asset fondamentali per garantire partecipazione e coinvolgimento dell’audience, anche da remoto e con strumenti non live ma digital.
A moderare l’incontro Salvatore Sagone, Chairman ADC Group.
Come è cambiata l’organizzazione degli eventi durante la pandemia, con la conseguente scomparsa della parte travel e accomodation? Come coinvolgere le audience nell’experience?
Come spiega Flavio Ventre (Managing Partner Digivents) “Digievents nasce nel 2012 come app informativa, con funzionalità documentale, in seguito ci siamo allargati alla parte organizzativa degli eventi, coprendo tutte le aree di un evento”. Prosegue Ventre: “L’adozione di eventi virtuali è stata accelerata dalla pandemia, e noi di Digievents mettiamo a disposizione lo strumento tecnologico per andare verso qualcosa che coinvolga l’utente in maniera differente. Per coinvolgere l’audience abbiamo una parte di live voting Q&A e strumenti di gamification, ovvero gli strumenti tradizionali che usavamo anche negli eventi live. Siamo all’inizio di un percorso; passerà qualche anno per realizzare un vero modello che coinvolga l’utente in maniera efficace e differente”.
Liveforum è una società nata con il covid, una risposta tattica e strategica alla pandemia. Come spiega Michele Rossi (co-founder e general manager Liveforum): “Dovevamo organizzare il Netcomm Foum e avevamo acquistato le partecipazioni; non abbiamo trovato piattaforme online che ci soddisfacessero per trasporlo online, e quindi ne abbiamo creata una. Liveforum si basa su un approccio strategico al mercato basato su una visione non solo digitale ma anche ibrida; abbiamo cercato di riprodurre nel digitale anche l’interazione tra utenti. Al momento stiamo collaborando con Alessandro Baricco e con la Scuola Holden in un mix di ambienti fisici e virtuali, trovandoci nella situazione di dare la possibilità di dare i superpoteri all’audience: ad esempio il replay, o la possibilità di partecipare a due workshop in contemporanea; poteri che cercano di sopperire alla mancanza di relazione legata al digital”. Conclude Rossi: “Crediamo in una new normality basata su concetto di full hybrid: non vogliamo solo rendere l’evento in streaming ma creare ambienti interattivi che danno le stesse possibilità dell’evento in loco”.
“La vita ci ha dato limoni e ci abbiamo voluto fare limonate”, esordisce così Simone Mazzarelli (ceo Ninetynine e founder Lemonn). “Lemonn è una piattaforma fondata pre-covid, nel 2019 un cliente doveva organizzare un gigantesco evento con tanti invitati che non potevano entrare nella location; abbiamo pensato a una soluzione per far vivere agli ospiti che non potevano entrare la stessa esperienza di chi aveva accesso allo spazio, qualcosa di più ampio del mandargli in streaming il palco”.
Conclude Mazzarelli: “Vogliamo rendere l’immersività della sala scura, il networking con gli altri ospiti, perché quando si partecipa agli eventi live c’è tanto di più che il palco. Abbiamo pensato a un motore 3D per immergere i relatori in un ambiente creato virtualmente che coniuga creatività e tecnologia. I pillar di Lemonn sono l’immersività, il 3D, la centralità dei contenuti che vengono resi coinvolgenti con un linguaggio digitale, diverso da quello degli eventi tradizionale. Bisogna far ‘capitare’ qualcosa che tiene ingaggiata attenzione pubblico. Lemonn non è piattaforma ma sono delle soluzioni digitali rimontate e selezionate per ciascun evento. Stiamo scrivendo una nuova grammatica della comunicazione digitale”.
Infine, come spiega Maurizio Murciato (Managing Partner Plesh), rispetto al pre-pandemia ci sono nuovi player che sono complementari tra di loro. Ognuno di loro ha un approccio e una soluzione diversa e integra il progetto del cliente e le aspettative delle audience di questo cliente in maniera diversa. “Plesh nasce a cavallo con la pandemia con l’obiettivo di trasformare lo spettatore in partecipante e il telespettatore in telepartecipante, abbattendo e limitando distanza e differenza tra chi è nella location e chi segue da remoto. Noi di Plesh vogliamo trasformare gli eventi da palcocentrici a partecipante-centrici. L’intuizione è voler integrare in un’unica offerta 3 competenze: produzione (di eventi e televisiva), broadcasting e design di interfacce digitali”. Conclude Murciato “Non offriamo piattaforme chiuse ma soluzioni custom; vogliamo servire il mercato in maniera personale e personalizzata, prendendo un brief di agenzia e interoperando tecnologie preesistenti per dare vita a idee”.
Eleonora Fazio