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Con SM//ART_WORKING, l’arte degli NFT prende vita negli uffici di Hallelujah e diventa un'occasione di incontro e relazione

Secondo la vision della mostra i luoghi di lavoro non possono più limitarsi alla loro funzione originale, ma devono diventare spazi di innovazione, di cultura e di bellezza: SM//ART_WORKING è un esperimento in tal senso, ma è allo stesso tempo un format che in futuro potrà essere adottato da aziende e brand sensibili all’arte, alla cultura e all’innovazione.

Nell’ambito della Milano Design Week 2022, la digital agency Hallelujah  ha organizzato  presso i suoi uffici di via San Vittore 45, a Milano, una exhibit di NFT con alcuni fra i migliori digital artist al mondo.

La mostra si è tenuta giovedì 9 e venerdì 10 giugno, dalle ore 11 alle ore 18, ed ha avuto come scopo principale quello di stimolare una riflessione sul nuovo ruolo degli uffici dopo il lockdown, soprattutto dopo che le persone hanno scoperto e iniziato ad apprezzare lo smartworking.

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 Secondo la vision della mostra i luoghi di lavoro non possono più limitarsi alla loro funzione originale, ma devono diventare spazi di innovazione, di cultura e di bellezza: SM//ART_WORKING è un esperimento in tal senso, ma è allo stesso tempo un format che in futuro potrà essere adottato da aziende e brand sensibili all’arte, alla cultura e all’innovazione.

Mizio Ratti, Enfants Terribles

 In questa intervista, Mizio Ratti (nella foto),  founder e partner della digital agency, spiega la mission di questa iniziativa e come si inserisce nell'approccio innovativo dell'agenzia.

Che obiettivi avete con questa mostra e quale interesse ha suscitato in questi due giorni da parte del mercato?
L'obiettivo  è stato puramente culturale e divulgativo. Nonostante il nostro ambiente sia da sempre molto competitivo, noi crediamo nel valore della condivisione. Hallelujah è sempre stata una digital agency proiettata verso l’innovazione, ma con il tempo ci siamo resi conto che essere pionieri, cioè early adopter, non basta. Per far sì che sempre più clienti si aprano a progetti tecnologicamente avanzati è necessario fare sistema: serve che sempre più agenzie credano e propongano come noi progetti riguardanti NFT, Dapp, web3.... È il motivo principale per cui a questa mostra di NFT, una delle prime in assoluto in Italia, non abbiamo invitato solo brand e clienti, ma anche competitors diretti. Alcuni intelligentemente hanno capito lo spirito di quest’invito e accettato, altri purtroppo no, ma la cosa importante è che in due giorni siano passati dai nostri uffici circa trecento persone, più della metà delle quali per semplice curiosità, per capire meglio cosa fosse questa strana cosa chiamata NFT.

 

Come cambia il luogo di lavoro post pandemia in base al racconto delle opere d'arte esposte?
La “Great Resignation” è un fenomeno reale: dopo due anni di lockdown e di smart working le persone stanno facendo fatica a tornare a lavorare in ufficio. Non credo che le agenzie torneranno a essere come prima. Noi, ad esempio, stiamo pensando di tenere in futuro lo smart working fisso, almeno un paio di giorni alla settimana. Ma in un’agenzia di comunicazione è fondamentale anche la contaminazione: le persone si devono incontrare, interagire, devono pensare e discutere insieme… Però bisogna dare nuovi stimoli affinché le persone vengano in ufficio volentieri. Organizzare exhibit ed eventi culturali per noi è una possibilità per attirarle in quello che una volta era solo uno spazio di lavoro. Un modo per fare cultura e formazione allo stesso tempo. Non a caso molti degli artisti esposti erano in passato art director e graphic designer. È un motivo per far capire ai nostri collaboratori, ma anche ai creativi delle altre agenzie, che c’è questa possibilità degli NFT, anche solo per aprirsi un po’ la mente.

 

Come trasformerete la mostra e in generale gli nft in un format per aziende e brand?
Dall’inizio dell’anno abbiamo costruito un forte legame con la community degli NFT Artist. Una community globale. Nella mostra c’erano artisti americani, colombiani, statunitensi, russi, oltreché italiani naturalmente. Noi possiamo mettere a disposizione dei brand tutto questo know how, ma anche ai competitors, insomma a tutti coloro che vogliono fare qualcosa di nuovo per formare i propri dipendenti e collaboratori. In fondo basta che abbiano degli spazi e una sana passione per il digitale e l’innovazione. Al resto pensiamo noi grazie ai contatti che abbiamo sviluppato, questo per evitare che espongano gli NFT “del cugino tanto bravo a fare le cose su photoshop”.E la cosa che ci gratifica è che siamo già stati contattati da due brand, ma speriamo che il numero aumenti velocemente. Anzi, chi vuole ci può chiamare, anche perché non facciamo questa cosa a scopo di lucro ma il nostro obiettivo è semplicemente culturale e divulgativo.

Parliamo dell'agenzia: trend di crescita in questo periodo, nuovi clienti, progetti al via, novità nell'offerta di servizi e proiezione di chiusura d'anno
La nostra situazione è sana, nonostante il periodo. Hallelujah si è appena confermata per i social di un brand importante come AXA. Enfants Terribles ha appena vinto la gara Select, dove stiamo facendo delle cose belle e innovative. Ma soprattutto stiamo spingendo sul futuro: stiamo cambiando completamente la nostra visione sui social, abbandonando l’approccio al PED e gestendo invece la strategia a WAVES, come vere e proprio campagne di ADV, sia per il livello di execution sia per la pianificazione. Inoltre stiamo proponendo sempre più progetti nell’ambito del web3: NFTs, Dapp, metaversi… Storicamente siamo sempre stati proiettati verso il domani: crediamo che non ci si debba mai
guardare indietro, per evitare di andare a sbattere contro il futuro senza nemmeno accorgersene.

In questo scenario marcato da pandemia, guerra e inflazione, come e cosa comunicano le aziende, che linguaggi e mezzi scelgono e come cambiano le loro strategie di investimento?
Non abbiamo notato grandi cambiamenti. Ma siccome come Enfants Terribles abbiamo già affrontato almeno 3 crisi mondiali (crisi del golfo, 11 settembre e crisi finanziaria del 2008), possiamo dire che il comportamento dei brand è molto simile nel tempo: attendista. In generale si cerca sempre di posticipare il più possibile le decisioni importanti e si investe solo in quelle tattiche, quando strettamente necessario. Però niente di drammatico, almeno dal nostro punto di osservazione.