Industry
Il Dpcm del 7 agosto dà il via libera a congressi ed eventi dal 1° settembre. L’Italia mette in sicurezza oltre 36 mld di Pil
Le imprese del settore dei congressi e degli eventi possono guardare al 2021 pensando alla ripresa. Il Dpcm del 7 agosto (in allegato il documento) ha infatti decretato la riapertura nazionale di eventi, spettacoli, manifestazioni sportive, congressi e manifestazioni fieristiche dal primo settembre e dal 9 agosto le attività di preparazione delle manifestazioni fieristiche purché in assenza di pubblico.
"Altro segnale positivo da parte del Governo nei confronti della event & meeting industry. Già dall’inizio della pandemia l’iniziativa #Italialive promossa dal Club degli Eventi e della Live Communication insieme alle altre associazioni del settore, ha presentato proposte e istanze per salvaguardare una industry che rappresenta un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro, e coinvolge 650 mila addetti. Già da luglio le Regioni si sono portate avanti stabilendo che la capienza delle sedi per ospitare eventi si doveva basare sul principio della distanza (almeno un metro) e non su quello del limite massimo stabilito dal Decreto precedente (200 al chiuso, 1000 all’aperto)" ha dichiarato Salvatore Sagone (al centro nella foto), portavoce nei confronti dei media di #Italialive e animatore e portavoce del Club degli Eventi e della Live Communication.
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Con il nuovo Dpcm decade anche la sospensione prevista nel Dpcm del 17 maggio dei congressi nei quali è coinvolto il personale sanitario dando così la ripresa anche della formazione medico-scientifica in presenza.
Primo a chiudere e tra gli ultimi a ripartire, il comparto della meeting industry dispone finalmente di una data in base alla quale programmare eventi e congressi (un congresso si programma anche anni prima del suo effettivo svolgimento) e cercare di limitare i danni che sta subendo per l’emergenza Covid19.
"Danni già quantificabili per un settore che secondo le stime di #Italialive impiega circa 650 mila addetti e contribuisce al Pil con 36,2 miliardi di Euro. A Metà giugno la ricerca Astra/Club degli Eventi e della Live Communication sanciva che la perdita di fatturato prevista per il 2020 da parte del settore (agenzie, aziende, fornitori) sarà mediamente del 70% (leggi news). La stessa percentuale è quella che Federcongressi&eventi stima in termini di perdite subite dalle sedi per eventi e congressi grazie a una ricerca realizzata con l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri)" ha continuato Salvatore Sagone.
In base alla ricerca “L’impatto del Covid-19 sulla meeting industry italiana: la prospettiva delle sedi per eventi e congressi” il lockdown del settore dovuto alla pandemia ha infatti causato la cancellazione del 70% degli eventi e dei congressi (leggi news). Il danno può essere tradotto a livello nazionale nella stima di una perdita di circa 215.000 eventi considerando che i meeting già previsti o comunque potenzialmente ospitabili nel 2020 rappresentano il 70% del totale annuo.
La chiusura del settore è durata 6 mesi e, a causa della situazione epidemiologica globale, è facile pensare che anche i prossimi mesi saranno all’insegna dell’incertezza. La data di riapertura dà però ossigeno a un settore rimasto completamente fermo che genera un indotto di 64,7 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi).
Un settore trainante del turismo, che assicura l’occupazione alberghiera anche in bassa stagione (e degli hotel delle città d’arte attualmente in crisi), che promuove all’estero l’immagine dell’Italia e che coinvolge un’intera filiera (alberghi, centri congressi, agenzie organizzatrici, aziende di trasporti, società di catering e di servizi tecnici).
La riapertura avverrà secondo i protocolli stabiliti nelle “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative” approvata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”. I protocolli non prevedono limiti al numero di partecipanti purché sia garantito il distanziamento interpersonale.
“Il recente Dpcm sarà una vera boccata di ossigeno per l’industria dei congressi e degli eventi”, commenta la Presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli (a sinistra in foto). “Per mesi la nostra associazione ha dialogato con le istituzioni chiedendo una data certa di riapertura, elemento fondamentale per la ripresa di un comparto che si basa sulla programmazione. Le nostre imprese dovranno affrontare un anno difficile e pieno di incognite ma, finalmente, possono tornare a lavorare. E possono farlo anche i provider ECM, cioè i soggetti pubblici e privati accreditati a presentare e fornire eventi di Educazione Continua in Medicina-ECM, cioè i congressi e i seminari con i quali i professionista della salute si mantengono aggiornati per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale”.
Nel Dpcm di Agosto sono contenuti alcuni provvedimenti e norme che hanno recepito anche i suggerimenti di Aefi (l'Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) e di Cfi (Comitato Fiere Industria – Confindustria). Le fiere ogni anno generano un giro d’affari superiore ai 60 miliardi di euro, con un indotto per l’economia nazionale di oltre 23 miliardi di euro; dal sistema fiere italiano transita circa il 50% dell’export nazionale.
"Dopo mesi di apprensione e di incertezze, oggi, grazie all’ascolto del Governo e in particolare all’impegno del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio e del Ministro della Salute Roberto Speranza, e al costante sostegno e alla collaborazione delle Regioni, il sistema fieristico - congressuale italiano vede la fine del tunnel e la possibilità di ritornare a svolgere il suo ruolo fondamentale, quello per lo sviluppo delle Pmi”, commenta Enrico Pazzali (a destra in foto), presidente di Fondazione Fiera Milano, azionista di maggioranza di Fiera Milano Spa, una delle più importanti d'Europa.
Il manager aggiunge: “A settembre il settore fieristico e congressuale potrà riprendersi quel doppio ruolo che da sempre gli appartiene: strumento di politica industriale di tanti settori strategici per l’economia nazionale, e primario attore nella politica territoriale, in grado di fornire un contributo sostanziale allo sviluppo delle economie locali. Si riparte nella convinzione che sarà un lavoro lungo e complesso per riprendere a pieno regime, ma certamente il settore fieristico-congressuale italiano sarà tra i primi a contribuire alla ripresa del nostro Paese”