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Per Fiere di Parma un 2024 da record: fatturato di oltre 47 milioni e investimenti di 50 milioni in 5 anni
Fiere di Parma da record: nel 2024 il fatturato consolidato è di oltre 47 milioni di euro, un Ebitda di 12 milioni, un utile netto della capogruppo di oltre 7 milioni e una posizione finanziaria netta in crescita, che mette a disposizione del cda oltre 35 milioni di liquidità per supportare il nuovo piano industriale approvato.
"Nel biennio 2024-2025 sta emergendo con chiarezza la solidità del modello di business di Fiere di Parma – si legge nella nota del cda -. È il frutto di una visione costruita nel tempo grazie alla piena condivisione dei nostri azionisti, all’impegno strategico di tutti i soci che hanno avuto un ruolo fondamentale nel sostenere gli accordi con Colonia e Milano. Accordi che non solo certificano la leadership di Fiere di Parma nel Food e nel FoodTec ma corrispondono anche a una prospettiva sistemica a livello nazionale ed europeo. Con il bilancio 2024 si realizzano le migliori premesse per il nuovo piano industriale, che prevede dai 30 ai 50 milioni di investimenti entro 5 anni, tutti realizzati per cassa, nelle infrastrutture del quartiere e per l’acquisizione di nuovi eventi. Il nostro obiettivo, anche grazie alle nostre partecipate, non è semplicemente crescere come soggetto fieristico, ma creare una piattaforma permanente di business, per i nostri clienti, che sia competitiva, leader, inclusiva, radicata nel territorio e allo stesso capace di parlare al mondo"
Un progetto industriale che testimonia così l’ambizione di costruire una vero polo/snodo (hub) multidisciplinare e policentrico, fondato su integrazione e sostenibilità, che risulterà decisivo (come sono state e saranno Cibus e Cibus Tec) per cogliere le nuove domande del mercato e sostenere il made in Italy in tutte le sue espressioni.
Il modello Fiere di Parma si fonda su una strategia federante, che mette in rete sia i principali attori del sistema fieristico nazionale e internazionale sia organizzatori e operatori emergenti della digital economy. Un approccio che da 15 anni ha trovato sintonia e continuità con tutti gli azionisti del polo fieristico. Se infatti gli azionisti pubblici (Comune e Provincia di Parma insieme a Regione Emilia-Romagna e alla Camera di Commercio) hanno indirizzato e supportato nel tempo lo sviluppo di Fiere di Parma in chiave di marketing territoriale, quelli privati, guidati da Crédit Agricole con Unione Parmense degli industriali e ora Fiera Milano, hanno garantito una governance orientata all’efficienza e ai risultati.