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Economia dell'Esperienza. Web3 Alliance e The Innovation Group indagano il futuro del Web3 e del Metaverso in Italia: il 75% delle aziende è interessato all'argomento, ma solo il 4% ne fa già uso

Secondo la ricerca presentata al MEET di Milano, le iniziative che le società interessate stanno mettendo in cantiere, sono quelle relative agli eventi digitali, al posizionamento del brand, allo smart working, agli NFT, alla creazione di prodotti digitali e di un nuovo mondo virtuale.

Metaverso, Web3, Blockchain, NFT, sono tutti termini ormai d'uso comune, all'ordine del giorno, eppure sono parole, soprattutto le prime due, non ancora ben definite se non per esperti, aziende e operatori che lavorano già con il 'futuro'.

Web3 Alliance è l'associazione di Builders, Platforms, Ventures Capital, Start-up e Players che nasce dall'esigenza di affrontare la sfida del Web 3.0 in modo consapevole al fine di cogliere a pieno le opportunità e limitare i rischi per le aziende. Per questo motivo è stata condotta da Web3 Alliance e  The Innovation Group (TIG) una ricerca volta a indagare le aziende italiane a maggiore innovazione, chiedendo loro quali siano oggi le aspettative e le attività svolte in ambito Web3 e nel Metaverso. 

Presentata presso il MEET | Digital Culture Center, la ricerca "Il futuro del Web3 e del Metaverso" ha fornito dati fondamentali per rendersi conto che il futuro è alle porte e il modo migliore di affrontarlo è quello di studiare, prepararsi e iniziare a immergersi nel Web3.0.

Così sottolinea Elena Schiaffino, Presidente di Web3 Alliance e coFounder di Engitel in apertura: "Le imprese devono iniziare a comprendere, non tutto, perché si parla di una filiera orizzontale ampia, però noi consigliamo di iniziare con operatori seri come Web3 Alliance, che si prefigge di fornire un bollino di qualità ai suoi clienti. L'onda sta arrivando così veloce, da non permettere l'apprendimento, proprio come nel Web1 e Web2. Non è facile spiegare le nuove tecnologie, ma il treno passa solo una volta. L'umiltà di mettersi a studiare è la ricetta del successo". 

Durante l'evento di presentazione gli ospiti sul palco sono stati: Elena Schiaffino, Elena Vaciago, Associate Research Manager The Innovation Group, Alessandro Maggio, Managing Director - Marketing Metaverse Practice Leader di Jakala, Andrea De Micheli, VP Web3 Alliance e Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group, Lucio Lamberti Professore di Marketing Analytics, Omnichannel Marketing Management and Analytics for Business Lab al Politecnico di Milano, Francesca Perrucchetti, Sales Specialist Manager and Go to Market Lead presso Adobe, Corrado La Forgia, VP Operation Manager and Managing Director at BOSCH VHIT - CR . VP Federmeccanica e Ivan Montis, Segretario Generale del Consorzio Web3 Alliance. 

"Abbiamo lanciato al Politecnico di Milano un'iniziativa che si chiama Metaverse Marketing Lab, un laboratorio che unisce i provider tecnologici, gli inserzionisti pubblicitari, le agenzie di comunicazione e i brand in senso generale, volto alla comprensione di come le tecnologie nel Web3 siano in grado di abilitare nuove forme d'interazione più efficaci con il mercato, e lo facciamo partendo dalla presunzione che per avere successo, bisogna essere in grado d'ingaggiare il consumatore in misura maggiore rispetto alle esperienze fisiche e digitali", dichiara Lucio Lamberti.

"Le idee ora come ora sono poche, piuttosto confuse, la sensazione è che stiamo parlando della 'next big thing', ma senza che nessuno sappia bene cosa sia, eppure è un mercato molto vero, solo l'anno scorso ci sono stati 54 Miliardi di dollari di acquisti direct to avatar in giro per il mondo", così la reazione di Elena Vaciago, Associate Research Manager The Innovation Group

"Noi di Casta Diva Group stiamo già operando nel mondo del Web3, considerando la virtual reality come parte integrante di esso, attraverso presentazioni ai nostri clienti immersi nei progetti grazie all'utilizzo dei visori. Tutto ciò lo dobbiamo alla collaborazione con Impersive, società che opera nella produzione di video altamente tecnologici a Milano, che ci ha permesso di presentare progetti per marchi importanti come Enel", dichiara Andrea De Micheli.

SPONSOR E SOCI DI WEB3 ALLIANCE

Le sfide dell’“Economia dell’esperienza” pongono le aziende di fronte alla necessità di sviluppare una solida e consistente strategia digitale, per continuare a essere competitive sul mercato, fidelizzando i clienti e acquisendone di nuovi. Per questo molte aziende hanno acconsentito a far parte di Web3 Alliance sia come soci sia come sponsor.

In particolare i soci di Web3 Alliance sono: AnotheReality, Aspotech, Bitforfun Italia, Casta Diva Group, CreationDose, Engitel, Hallelujah, Imaginars, IMILLE, INTARGET: FLOWING DIGITAL, JAKALA, MMM, Neosperience, Notomia, Smiling, Wel e WOW Factory. E gli sponsor invece: Adobe Experience Cloud, SEC Newgate e WineTip. 

LA RICERCA 

Il 75% delle imprese italiane (l’80% se consideriamo quelle medie e grandi) è interessato al mondo rappresentato dal Web 3.0, la nuova frontiera di Internet che comprende Augmented Reality (AR), Virtual Reality (VR), Non Fungible Tokens (NFT), Blockchain, Intelligenza Artificiale, Metaverso.

D’altra parte, solo il 4% fa seguire alla conoscenza un’azione concreta per utilizzarlo. Il 64% dichiara di essere in una fase di studio, il 7% ha invece un progetto pilota.

Le iniziative che le aziende interessate al Metaverso stanno mettendo in cantiere sono quelle inerenti a eventi digitali (l’11% ha già investito, il 15% investe entro quest’anno, il 36% entro tre anni), il posizionamento del brand (il 9% ha già investito, il 20% lo prevede entro quest’anno, il 32% entro tre anni), lo smart working (il 15% ha già investito, il 9% lo farà entro l’anno, il 30% entro tre anni), la creazione di prodotti digitali ad hoc (il 9% ha già investito, il 12% lo fa entro l’anno, il 29% entro tre anni), NFTs (l’8% ha già investito, il 11% entro l’anno, il 23% entro 3 anni), la creazione di un mondo virtuale (il 6% ha già investito, il 9% entro l’anno, il 21% entro tre anni).

Elena Schiaffino ha dichiarato: “Dalla ricerca di The Innovation Group e Web3 Alliance emerge un elevato livello di conoscenza del Web 3.0 presso il mondo delle imprese (ben il 75% degli intervistati). La consapevolezza del fenomeno non si ferma ad un livello superficiale, bensì viene declinata per ciascuna delle tecnologie, rispetto alle quali si osserva già, nello stesso tempo, la previsione di alcuni utilizzi, soprattutto per l’innovazione di prodotti e servizi e per gli aspetti di marketing e comunicazione. Ma non mancano altre potenziali aree di intervento prospettate nella survey come l’onboarding di dipendenti piuttosto che la manutenzione e il digital twin. In questo senso, l’evento di oggi costituisce un deciso propellente non solo per diffondere l’awareness del Web 3.0 ma anche per coinvolgere, attraverso use case concreti e ben identificabili, nuovi potenziali first mover in un contesto così sfidante”.

Nello specifico, prendendo in considerazione le singole tecnologie, risulta che il 4% delle imprese sentite non conosce bene l’Intelligenza artificiale, il 39% ne ha una conoscenza limitata, il 46% la conosce bene, il 12% è conoscitore e utente. Sul versante della Virtual reality (VR) la conoscenza è così declinabile: l’1% non ne ha mai sentito parlare, il 3% non la conosce bene, il 42% ne ha solo una conoscenza limitata, il 45% ne ha una buona conoscenza, il 9% conosce e utilizza la VR.

Parallelamente, i dati sulla Realtà aumentata evidenziano che il 2% non ne ha mai sentito parlare, il 6% non ne conosce bene il significato, il 43% ne ha una conoscenza limitata, il 42% ha una buona conoscenza, il 7% ne è conoscitore e utente. Della Blockchain, nello stesso tempo, non ne ha sentito parlare il 2%, il 9% non ne conosce bene il significato, il 51% ha una conoscenza limitata, il 34% ne ha una buona conoscenza, il 3% la conosce e ne fa uso.

Gli Nfts, infine, risultano ignorati del tutto dal 9%, il 17% non ne conosce bene il significato, il 45% ne ha una conoscenza limitata, il 25% ne ha buona conoscenza, il 4% è conoscitore e utente.

Sulla possibilità di creare valore per il business, prosegue il Report, per il 52% delle aziende intervistate il Metaverso è un’occasione di fare ingresso in nuovi mercati, per il 51% è una modalità di creare un’esperienza diversa per i clienti, per il 45% una strada per fare leva su modelli di business che rispecchiano la socialità delle persone, per il 42% un’occasione di partecipazione a ecosistemi innovativi.

Percentuali inferiori ricoprono quanti sono dell’idea che il Metaverso costituisca un fattore di differenziazione competitiva (35%), risparmio su tempi e costi per il 31%, salvaguardia dell’ambiente – transizione ecologica (26%).

I principali ambiti di utilizzo, che nei prossimi anni potrebbero interessare le aziende coinvolte nella survey, sono riconducibili alla conoscibilità del brand (45%), al lancio di nuovi prodotti (40%), alla consapevolezza che il Metaverso rappresenta il futuro (37%), a ottime opportunità per il business (37%), all’allargamento della customer base (34%), alla partecipazione come first mover (33%), la facilitazione dell’interazione tra le persone (25%), l’accesso a informazioni/dati sui clienti (19%).

L’8% sta attendendo prima della partecipazione che altre aziende siano presenti. D’altra parte, non mancano i freni che rendono la scelta del Web 3.0 ancora difficile per le aziende: le tecnologie devono essere ancora affinate, la governance e le regole d’ingaggio ancora da definire, non ci sono standard di navigazione condivisi essendo i metaversi già ora una molteplicità.

Ne consegue che, secondo la ricerca, vengono segnalati alcuni vincoli dagli intervistati: immaturità del settore/moda passeggera (33% delle aziende ascoltate), difficoltà legate allo sviluppo di contenuti (30%), costi (27%), freni culturali interni (27%), incertezza regolamentare (27%), limiti tecnologici (25%), portabilità/mancanza di standard unico (16%), problemi legati alla protezione della Intellectual property (12%), rischi di cybersecurity (12%), si realizzano esperienze non allineate al brand (9%).

Il Report di The Innovation Group e Web3 Alliance sonda anche l’universo dei ritorni desiderabili dall’investimento nel Metaverso, evidenziando che il 53% delle realtà sentite li individua in ecosistemi innovativi, il 51% nel rafforzamento della riconoscibilità del brand, il 49% nell’ampliamento della client base, il 39% nelle iniziative di fidelizzazione, il 34% in una gamma di offerta più ampia, il 33% nel raggiungimento di uno specifico target di mercato, il 21% nella realizzazione di profitti come il 21% nella acquisizioni di informazioni importanti.

Infine, vengono presi in considerazione i must che contribuiranno a rendere efficace la penetrazione delle imprese nel Web 3.0. Per il 78% degli intervistati occorre dotarsi di persone e competenze specifiche, il 54% indica la necessità di poter contare sull’aiuto di partner esterni specializzati, analoga quota è quella di quanti sostengono che la priorità è l’investimento in tecnologie adeguate, per il 40% è fondamentale la co-operation con altri soggetti interessati, per il 37% è necessaria l’identificazione di kpi opportuni da monitorare, per il 29% il focus su use case da condividere con i clienti e per il 21% sono da controllare i rischi che potrebbero esserci nella nuova dimensione digital.

“Dobbiamo considerare il Metaverso come una risposta a una domanda che ancora non c’è – ha sottolineato Andrea De Micheli, VP Web3 Alliance e Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group - nessuno ha richiesto la creazione di un mondo immersivo quale si propone di essere il Metaverso non è pertanto un’esigenza impellente che le persone sentono o hanno espresso. Ma l’intuizione di uno sarà il futuro per tutti, come la storia delle grandi invenzioni ci insegna – aggiunge De Micheli - Per questo motivo dobbiamo essere imprenditori visionari, soprattutto noi che operiamo in questo settore, e fornire a tutte le aziende che vorranno far parte di questo nuovo mondo gli strumenti per massimizzare il ritorno sugli investimenti”. 

Lorenzo Rocca