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G20, approvata la Carta di Bali con importanti accordi su sostenibilità e turismo
I Ministri si sono confrontati su cinque priorità per la ripresa e la resilienza del turismo nella fase post-pandemica: sviluppo del capitale umano; innovazione e digitalizzazione,
Le diverse posizioni sulla guerra condotta dalla Russia contro l’Ucraina, le cui conseguenze hanno colpito il settore turistico, non hanno consentito l’adozione di una dichiarazione ministeriale congiunta al termine dell’incontro. Si è però registrata una convergenza rispetto alle linee di azione proposte nelle “Liinee Guida di Bali” per promuovere la ripresa con una particolare attenzione al ruolo delle micro, piccole e medie imprese ed ai benefici per le comunità locali. Altro tema in rilievo nel corso della riunione, le sinergie tra industria creativa e turismo.
“L’Italia sta già incorporando nella propria strategia i principi che abbiamo discusso in questi giorni, dalla digitalizzazione alla promozione di un turismo che sia realmente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale” – ha commentato Roberta Garibaldi – “Il confronto ed il coordinamento delle azioni a livello internazionale è fondamentale per sostenere la ripresa e far fronte alle numerose sfide ed alla profonda trasformazione che è richiesta a tutti gli attori del turismo”.
L’evento è stata occasione per presentare un quadro aggiornato del settore. L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha evidenziato la costante ripresa rispetto agli anni passati, delineando un quadro positivo: nei primi sette mesi del 2022 (gennaio-luglio) gli arrivi turistici internazionali sono cresciuti del 172% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Ciò significa che il settore ha saputo recuperare quasi il 60% dei livelli pre-pandemici. L’Europa ha registrato valori superiori alla media (+190%), grazie soprattutto alla forte domanda statunitense. Le prospettive sono positive. Nonostante le sfide che dovrà affrontare nel breve e medio periodo, le stime del World Travel and Tourism Council indicano tassi di crescita del settore doppi rispetto alla media globale per i prossimi 10 anni. Ciò si tradurrà in oltre 126 milioni di nuovi posti di lavoro, di cui due terzi nei Paesi del G20