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Festival di Sanremo 2021: sulla presenza del pubblico è 'scontro tra culture'. Franceschini boccia i 'figuranti' in platea. Al Cts la decisione finale sulla fattibilità in sicurezza della kermesse all'Ariston

Una bagarre innescata dalla richiesta degli organizzatori di avere un pubblico pagato e tamponato, considerando l'Ariston uno studio tv e non un teatro per la realizzazione del Festival. Contrario il ministro di Beni culturali e Turismo che spinge per l'assenza totale del pubblico in platea. Gli fanno eco molti esponenti del settore dello spettacolo.

"Il Teatro Ariston di #Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro @robersperanza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile". Lo scrive su Twitter il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini in seguito alle molte lamentele nate in seno al mondo dello spettacolo, da Moni Ovadia ad Ascanio Celestini, da Carlo Fontana a Michele Mariotti.

Il direttore del Teatro di Genova, Davide Livermore, ha tuonato: "Assisteremo a Sanremo con il pubblico in sala? Allora noi apriremo i teatri e sul palco ci sarà il nostro festival: primo concorrente Shakespeare". Anche Emma Dante ha fatto sentire la sua indignazione: "Se si decide di fare Sanremo con il pubblico, si riaprono i teatri e i cinema. È pacifico". Le ha fatto eco l’attrice Manuela Kustermann: "Se il Festival di Sanremo apre al pubblico mobilitiamoci, scendiamo in piazza. Ci sentiamo mortificati, dimenticati. Si parla di turismo, mai di cultura, mai di teatro. È vergognoso che da mesi il ministro Franceschini sia latitante, non dica nulla, non si esponga". 

"Rivendicare le proprie aspirazioni penalizzando il Festival è sbagliato", lo scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera. "Ci mancava solo questa, la lotta della Cultura Alta contro la Cultura Pop".

Amadeus non ci sta e minaccia di lasciare la direzione artistica e conduzione del 71esimo Festival di Sanremo che dovrebbe svolgersi dal 2 al 6 marzo.

Il condizionale è doveroso visto che la Rai potrebbe a quel punto decidere di rimandarlo, ma non oltre maggio nel rispetto della garanzia pubblicitaria, o annullarlo considerando il fatto che il rinvio a due mesi dopo potrebbe ripresentare lo stesso problema.

"Io sono il primo a sperare che l'andamento dei contagi consenta di riaprire al più presto i teatri con le misure di sicurezza necessarie e sto lavorando per questo. Ma le regole vigenti valgono per tutti, dallo spettacolo più grande al teatro più piccolo" ha dichiarato Franceschini all'Ansa in risposta alla possibilità che Amadeus lasci l'incarico.

"L'Ariston durante il Festival dovrebbe essere inquadrato come 'studio televisivo' perché ospita un programma destinato alla tv e non uno spettacolo teatrale. Quindi secondo il Dpcm, al pari di qualsiasi studio, può ospitare i figuranti". Così il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook

E dal mondo dei virologi arriva una proposta. Matteo Bassetti ha parlato della kermesse e di come potrebbe essere fatta a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1 dichiarando: “Per il Festival di Sanremo ho una proposta: perché non mettere nel teatro Ariston solo le persone vaccinate? Al due di marzo avremo un milione e mezzo di sanitari vaccinati, li premiamo per quello che hanno fatto nel 2020, ne prendiamo 2/300 e mandiamo dentro chi è già vaccinato”. 

La decisione finale spetterà al Comitato tecnico-scientifico preposto a dare le linee guida nella strategia anti Covid in Italia, che la prossima settimana dovrebbe rendere esprimersi sulla fattibilità in sicurezza della kermesse al Teatro Ariston, dopo avere visionato noto il protocollo sanitario redatto dalla Rai per organizzare un Festival in sicurezza.

Dalle prime indiscrezioni trapelate nelle ultime ore il Cts sarebbe molto scettico per diverse criticità, tra cui un eccessivo, anche se ridotto al minimo, traffico di persone nel backstage dell’Ariston fatto di corridoi e stanzette tipiche di un vecchio teatro ma non adatte a protocolli anti-covid. 

Intanto la macchina organizzativa del Festival va avanti secondo il programma predisposto nelle scorse settimane. 

Il Consiglio Direttivo Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana) ha adottato formalmente il protocollo predisposto da Afi, Fimi e Pmi con le linee guida che saranno seguite dalle case discografiche al Festival di Sanremo, consentendo a tutti i soggetti coinvolti di adeguare le misure di sicurezza agli standard più elevati in occasione dei rapporti con l’industria discografica durante la manifestazione. Lo rende noto Fimi.

E la città di Sanremo come si sta organizzando? “Una volta che sarà chiaro il pronunciamento del Cts sul protocollo sanitario e sulla possibilità di tenere il festival" ha detto all’Adnkronos il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, continuando: "Ci sarà un confronto sul resto della città. Si potranno creare, d’accordo con Prefetto e Questore, zone con ingressi monitorati”. Già, perché il punto non è solo l’Ariston ma anche la città e l’afflusso, pur limitato che sia, di persone da fuori".

MF