Industry

La event industry fa sentire la propria voce con Mario Viscardi e Marco Jannarelli. Con Bauli in Piazza intanto continua la protesta per i ristori insufficienti

Su Sky e Corriere Economia il punto dei due Ceo, rispettivamente di Piano B e Next Group, su un settore messo in ginocchio dalla pandemia e fermo da quasi un anno, per il quale tardano ad arrivare ristori sufficienti dalle istituzioni.

La event industry non sta a guardare. Ferma da quasi un anno a causa della pandemia è scesa in campo da subito attraverso diversi portavoce e associazioni di categoria, tra cui #Italialive e il Club degli eventi e della Live Communication, per sensibilizzare le istituzioni sulla propria rilevanza a livello economico e sulle difficoltà che sta attraversando, chiedendo a gran voce adeguati ristori che tardano ad arrivare o sono insufficienti.

A portare la event industry sotto i riflettori mediatici in questi giorni anche il Ceo di Piano B Mario Viscardi che in qualità di portavoce dell'APS Bauli in Piazza, è intervenuto a SkyTg24 per raccontare i recenti sviluppi nei rapporti tra istituzioni e industria dello spettacolo e degli eventi.

Dopo avere spiegato la genesi e gli obiettivi dell'Associazione di Promozione Sociale di lavoratori dello spettacolo e degli eventi, di cui ricordiamo il flashmob del 10 ottobre 2020 a Milano (leggi news), Viscardi ha infatti raccontato del recente coinvolgimento del settore da parte del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri per l'allestimento dei materiali di comunicazione della campagna vaccinale (leggi news).

Un'opportunità portata da Mario Viscardi sul tavolo dell'architetto Stefano Boeri, ideatore con il suo studio, a titolo gratuito, del concept architettonico e comunicativo della campagna di vaccinazione, che l'ha a sua volta suggerito ad Arcuri.

Bauli in Piazza ha messo a disposizione le proprie competenze, con particolare riguardo al coordinamento tecnico-logistico e alla gestione di grandi flussi di persone, abitualmente dirette durante manifestazioni fieristiche, festival, eventi e concerti.

Nel frattempo, in questo lungo periodo di fermo, la event industry ha dimostrato grande spirito d'adattamento trasformando il proprio modello di business attraverso un massiccio utilizzo della tecnologia.

A fare il punto sullo stato dell'arte del settore degli eventi profondamente cambiato in questo difficile periodo in cui il digitale ha preso sempre più il posto degli eventi fisici, il presidente e fondatore di Next Group Marco Jannarelli in un'intervista pubblicata su Corriere Economia oggi 11 gennaio 2021.

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"Il momento non è facile ma il lavoro degli anni precedenti ci ha permesso di andare avanti e reinvestire nella digitalizzazione. L'engagement tra le due tipologie è diverso. Sul digitale cambiano i meccanismi legati ad attenzione e interazione. I nostri eventi però sono sempre stati integrati, la parte digitale ha sempre avuto un peso rilevante. Per trasferire tutto bisogna pensare ad architetture innovative" ha dichiarato Jannarelli ricordando la recente creazione, con altri partner, di un grande studio per la realizzazione di eventi digitali, il The Studio, all'interno dei Milano City Studios nel distretto di Porta Nuova, tra i protagonisti dell'edizione 2020 del Bea Italia (Best Event Awards), il più importante riconoscimento dedicato agli eventi.

Oltre ad ospitarne la cerimonia conclusiva (il 4 dicembre, in versione digitale, leggi news), ha ottenuto come parte integrante dei Milano City Studios un riconoscimento speciale dedicato proprio alle location più innovative (leggi news).

"Il potenziale degli eventi in streaming è enorme. Basta sapersi adattare e sfruttare al meglio le tecnologie. Per non parlare poi dei costi decisamente in calo a fronte di un maggior numero di persone coinvolte" continua Jannarelli puntualizzando: "Gli eventi integrati, che coniugano il live al digitale, proseguiranno anche al termine della pandemia, ma il ritorno agli eventi live ci sarà. Parlare però solo degli eventi è limitante: la nostra è un'industria che coinvolge anche tanti altri settori, come turismo, cultura, spettacolo e hospitality. Il 40% dell'occupazione alberghiera deriva dalle attività legate a business ed eventi. Il fatturato generato a livello di filiera si aggira sui 65 miliardi: non è un settore che può essere sottovalutato".

Nel 2020 i ricavi da eventi sono calati del -70% a causa della pandemia.

Ma, come spesso accade, da una situazione di criticità si possono trarre idee e stimoli di crescita. Un esempio è  "Per ripartire in modo sostenibile sarebbe utile dare vita a un patto tra aziende e agenzie, che permetta il rilancio del settore. Un accordo che porti alla condivisione di nuovi metodi di ingaggio, che stabilisca equi criteri di gestione delle commesse e garantisca alle aziende qualità e sostenibilità nella realizzazione dei progetti" ha concluso il manager.

Ricordiamo che a rappresentare l'industria della live communication presso il governo ci sono in prima linea l'iniziativa #Italialive, a cui hanno aderito le principali associazioni di riferimento, e Bauli in Piazza che in un post social nei giorni scorsi ha dichiarato insufficienti i ristori evidenziati da MIBACT in una presentazione online per sottolineate le risorse messe a disposizione del settore spettacolo ed eventi e che risultano essere pari ad 11 miliardi di euro da marzo a dicembre 2020.

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"Non contestiamo la cifra, ma riteniamo che il Governo debba urgentemente preoccuparsi della metà del bicchiere che è rimasta vuota e che non debba limitarsi ad osservare il bicchiere mezzo pieno. Per i lavoratori intermittenti o a partita IVA si sono stanziati fondi a singhiozzo, insufficienti e senza affrontare la vera questione, né rendere strutturale la gestione degli aiuti al comparto. Questi lavoratori, se tutto dovesse andare bene, potranno ricominciare lentamente a lavorare non prima dell'autunno 2021, non ancora  a regime e con tutte le conseguenze del caso con un prolungamento dello stato di emergenza economica per l’intero comparto dello spettacolo, degli eventi, delle fiere e dei congressi del quale è difficile vedere la fine. Nonostante le nostre richieste e quelle di molti altri soggetti  si è scelto di non stabilizzare un sussidio che dia una minima continuità di reddito fino alla ripresa, non stabilendo di fatto alcun intervento strutturale all’interno della legge di bilancio".

Così si legge sulle pagine social di Bauli in Piazza, nel post di protesta in cui si continua a evidenziare: "Si tratta di decine di migliaia di lavoratori e quindi di famiglie che non potranno "tirare avanti" già da questo mese. Le risorse messe in campo dal MIBACT e dal Governo risultano insufficienti e ci aspettiamo risposte concrete alla riapertura del Tavolo Permanente dello spettacolo prevista per la metà di gennaio. Moltissime aziende e società sono rimaste escluse dai vari sussidi e fondi messi a disposizione perché non rientranti negli elenchi approvati, nonostante le numerose richieste di inserire ulteriori codici ATECO e di dimostrare attraverso certificazioni varie l'appartenenza al settore spettacolo ed eventi: riteniamo questa una grave mancanza. Il MIBACT e il Governo devono impegnarsi ulteriormente e sentire  l'urgenza di mettere in sicurezza centinaia di migliaia di lavoratori che continuano a rimanere senza alcun reddito e migliaia di imprese che presto chiuderanno o peggio falliranno"