
Industry
Meetings Matter: “Il settore degli eventi è in rinascita, ma occorre fare ancora più sistema”
MPI Italia Chapter e #Italialive si sono incontrati a Bologna presso l’UNAHOTELS Bologna San Lazzaro per celebrare la Giornata Mondiale della Meeting & Event Industry.
Due le tavole rotonde che si sono prefissate di creare, partendo da un focus sugli ultimi input del mercato, un confronto sui nuovi orizzonti della meeting industry, passando in rassegna tematiche attuali quali esperienza, contenuto, innovazione, engagement, sostenibilità negli eventi.
A introdurre i lavori con uno sguardo sullo scenario emerso dall’ultimo rapporto trimestrale Meetings Outlook sono stati Federico Toja, Director Chapter Operations MPI Europe, e Giuseppina Cardinale, Presidente di MPI Italia Chapter: “Il settore degli eventi sta tornando a fiorire e soprattutto a generare profitto. Il nostro è un panel di 2 mila soci, la maggior parte dei quali è internazionale, ma la situazione è positiva a livello globale. Due sono i dati che balzano all’occhio: il primo è che l’evento ibrido è ancora una realtà, ma le persone desiderano, auspicano, vogliono l’evento live; il secondo è che si sta tornando ad assumere full time, ma di contro si fa fatica a trovare le risorse umane da impiegare nel settore”.
È dunque a queste questioni aperte che si è cercato di rispondere durante la prima tavola rotonda, moderata da Salvatore Sagone, CEO di ADC Group e Fondatore del Club degli Eventi, che ha visto la partecipazione di Gabriella Gentile, Presidente di Federcongressi & Eventi; Luca Legnani, Fondatore e Vicepresidente di ANBC; Claudio Compagnucci, Presidente di FEU – Filiera Eventi Uniti; Lorenzo Pignatti, Immediate Past President di ADMEI e Marzia Sebastiani, Responsabile Commissione Salute e Tecnologia di AIIC.
“C’è una grande effervescenza e un grande ottimismo nel settore, inatteso fino a pochi mesi fa, e i dati ce lo confermano, ma c’è anche un gran bisogno di inquadrarlo nella giusta ottica, valorizzando ciò che ciascuna associazione ha da proporre sul mercato perché il sistema goda della giusta rappresentanza, anche e soprattutto presso le Istituzioni”, esordisce Sagone.
Un punto che trova subito accordo in Gabriella Gentile: “Il problema della rappresentanza è stato uno dei punti nevralgici scoperti, cui il Covid ci ha posto di fronte: non venivamo presi in considerazione dalle Istituzioni, in quanto non eravamo ancora ‘uniti’. Il fatto di rappresentare sotto uno stesso cappello tante realtà differenti – dall’organizzazione eventi privati a quelli corporate, dai grandi eventi sportivi fino a quelli locali – non ci consentiva di essere riconosciuti come un unico corpo. Ecco, con la pandemia abbiamo riconosciuto noi per primi il valore dell’unione, che di recente ci è stato convalidato anche dall’intervento di apertura del Ministro del Turismo Daniela Santanchè alla XIV Convention annuale di Federcongressi, ma ancora molta strada c’è da fare”.
L’esperienza della pandemia ha dimostrato come la confusione e la scarsa consapevolezza da parte degli attori, può impedire di raggiungere i risultati e soprattutto di attirare nuove risorse umane, sempre più al centro di un possibile sviluppo e progresso. “Il tema del recruiting è oggi centrale – commenta Pignatti – Si fa molta fatica a trovare persone che lavorino nei settori del catering, del banqueting, nel dietro le quinte insomma, anche partendo dal fatto che in epoca di pandemia, quegli staff sono stati i primi a essere smantellati. Quindi, oggigiorno le aziende non hanno più staff interni e fanno fatica a ricostruirli. L’altro tema su cui vorrei porre l’accento è il mental health: chi oggi si occupa di eventi deve far fronte a mansioni che prima erano redistribuite tra più maestranze e non riesce più a star dietro a tutto. Occorre davvero che si pensi a introdurre organicamente nel sistema scolastico la materia di meeting management, perché il lavoro aumenta, ma non chi dovrebbe occuparsene”.
I dati lo confermano: il 2022 è stato in termini di eventi organizzati e indotto, superiore se non pari al 2019 e l’Italia è passata nel ranking internazionale dal sesto al secondo posto, appena dopo gli Stati Uniti, come destinazione congressuale.
“I dati sono confortanti – riprende Legnani – E lo sono soprattutto per la nostra Associazione, che rappresenta le aziende di banqueting e catering, le quali hanno sofferto molto durante la pandemia. ANBC è nata perché ci siamo resi conto che fino al 2017 le nostre 2 mila e oltre aziende non erano rappresentate da nessun organo associativo. Il nostro obiettivo è in primis che le nostre aziende sappiano valorizzare gli aspetti culturali del Paese, legati al nostro patrimonio enogastronomico, ma soprattutto la volontà di collaborare con gli organizzatori di eventi, senza sostituirci a essi, ma anzi facendo sistema, in un’ottica di cooperazione vera”.
Un’altra realtà che ha sofferto molto durante la pandemia è stata quella dell’interpretariato, che oggigiorno si trova a fronteggiare un’altra “minaccia”: quella dello tsunami tecnologico e digitale.
“Mi è stato chiesto se è ancora importante avere interpreti in presenza durante gli eventi e i congressi – commenta Benvenuti – Io rispondo con convinzione di sì. Come interpreti siamo per definizione trasparenti e invisibili, se il lavoro viene fatto bene. E generiamo valore economico: il recente studio di economia linguistica che la nostra associazione ha commissionato, attesta che il nostro lavoro crea valore: un partecipante che non si sente integrato nell’evento non interagirà bene o addirittura sceglierà di non partecipare del tutto.
Oggi come AIIC traduciamo in 180 lingue diverse e siamo presenti in 107 Paesi al mondo, siamo forti come associazione. Ma ci troviamo a difendere il nostro settore dall’Intelligenza Artificiale, che rischia di soppiantarci.
Ecco che allora stiamo studiando come rivedere il nostro ruolo, come proporre la risorsa umana sempre più come valore aggiunto e lo facciamo, facendo molta ricerca sul campo, con l’aiuto dei migliori enti internazionali: per esempio, vogliamo proporre ai nostri clienti un audio migliore mediato da Internet e da microfoni sempre più potenti. È importante migliorare la qualità del servizio per far davvero la differenza”.
“Occorre però saper innovare le regole – puntualizza Compagnucci – E nel nostro settore questo si traduce anche nel riorganizzarlo alla base, per esempio partendo dalla ridefinizione dei piani dei lavoro e dei codici Ateco, che possono consentire di mettere sullo stesso piano tutte le aziende, dando gli stessi strumenti”.
“Questo è fondamentale – aggiunge Gentile – Anche perché il nostro è un settore che genera molta ricchezza. E a breve potremo dimostrarlo mediante i risultati della ricerca svolta con fondi Enit sull’impatto economico che genera il settore congressuale sul PIL italiano. In questo modo, potremo sederci al tavolo delle istituzioni con dati validi alla mano e avere di scambio più forte”.
Francesca Favotto