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“Ripensare il turismo, come le start-up”: gli albergatori si organizzano per la ripartenza

Idee e proposte sono state al centro del quarto appuntamento di Tempo di Rinascita, il palinsesto di conferenze digitali ideato dall’agenzia di comunicazione DOC-COM. È nato così un confronto serrato tra direttori e proprietari di hotel, esperti di management e visionari.

Dal turismo, settore in grave crisi, provengono segnali di resistenza, vitalità, voglia di ripartire. Idee e proposte che sono state al centro del quarto appuntamento di Tempo di Rinascita, il palinsesto di conferenze digitali ideato dall’agenzia di comunicazione DOC-COM. È nato così un confronto serrato tra direttori e proprietari di hotel, esperti di management e visionari. Il “menù del giorno”: i mantra della cosiddetta nuova normalità, le strategie delle principali località italiane, gli strumenti tecnologici e le loro applicazioni più futuristiche.  
 
“Il mondo del turismo è il più vulnerabile in questa fase” ha esordito Roberta Milano (in foto), consulente e docente universitaria, esperta di marketing e comunicazione turistica. “Non ci sono ricette infallibili, ma tra le risorse da mettere in campo troviamo sicuramente le competenze digitali, con la crescita dello smart working, della scuola a distanza, delle app per la ristorazione e via dicendo. In uno scenario inedito, di crisi generalizzata sia della domanda che dell’offerta, è necessario collaborare tra operatori di diversi settori, e fare rete territoriale: solo insieme si resiste. Per sopravvivere e cambiare serve il coraggio di fare scelte strategiche, ovvero ripensare strutturalmente il proprio modello di business, soprattutto in chiave sostenibile”.
 
“È la fine di un’era” ha sintetizzato Sara Magro, giornalista per Condé Nast Italia e Il Sole 24 Ore, specializzata in viaggi, cibo e lifestyle e fondatrice di www.thetravelnews.it. “L’isteria del viaggio a tutti i costi che permeava la nostra cultura del turismo ha ceduto il posto a una nuova necessità. Ci muoveremo meno, ma scegliendo con più cura la destinazione. E con forti motivazioni: la sostenibilità, la prossimità, la sicurezza diventano i nuovi mantra del viaggio. Una situazione da affrontare con realismo, promuovendo il territorio e non solo la struttura alberghiera”.
 
“Il Coronavirus ha rimescolato le carte, dobbiamo ripartire da zero” è il commento di Giancarlo Carniani, Direttore Generale di ToFlorence Hotels. “Credo che città come Firenze e Venezia si troveranno in difficoltà maggiore di altre, in quanto strettamente dipendenti dal turismo estero. È un problema soprattutto il mercato americano, che per noi è fondamentale: ecco perché metà degli hotel fiorentini non aprirà fino a settembre. Il nostro gruppo possiede tre hotel, uno dei quali in centro. Le richieste che ci sono pervenute riguardano però la struttura più decentrata, immersa nel verde. Questo fatto ci racconta come lo stesso ideale di viaggio sia cambiato”.
 
Da Firenze alle spiagge del Veneto. Secondo Alberto Maschio, Presidente Associazione Albergatori di Jesolo, Coordinatore Federalberghi Spiagge Veneto, “è nei momenti di difficoltà che si colgono eventuali opportunità. Sulle spiagge, il distanziamento comporta una rimodulazione degli spazi interessante, per i clienti, in termini di vivibilità e possibilità di godersi il relax al mare” ha spiegato. Ma attenzione all’eccesso di ottimismo. “Il 90% delle strutture sulle spiagge venete prevede di aprire. Forse saremo in troppi rispetto all’effettivo afflusso di turisti. Ma è impossibile fare previsioni, dobbiamo ragionare in modo nuovo, come delle startup”.
 
Un cauto ottimismo trapela dalle parole di Hugo Pizzinini, Proprietario Rosa Alpina Hotel & SPA e Ristorante St. Hubertus,San Cassiano in Badia, 3 stelle Michelin. Quest’estate punteremo come tutti sulla clientela italiana, che storicamente per noi è sempre stata importante. Le famiglie italiane ci chiedono appartamenti indipendenti. Da struttura alberghiera stiamo tornando ad essere, più che mai, una casa. Proponiamo esperienze nuove, come quella di spostare il pranzo della domenica in alta quota. Ma anche così, se ragionassimo solo in termini di perdite, dovremmo restare chiusi. Apriremo per poter salvaguardare lo staff, che è una nostra eccellenza”. 
 
Il punto di vista dei veneziani è ben rappresentato da Claudio Scarpa, Direttore Ava Associazione Veneziana Albergatori. “I voli dagli Stati Uniti sono stati interrotti, chiudendo la porta a un mercato che rappresentava il 30% del fatturato. Confidiamo nella ripresa del mercato europeo una volta aperte le frontiere. L’Italia, che portava il 10% delle presenze turistiche, è cambiata: avremo di fronte un paese più povero, e gli stessi viaggiatori si concentreranno nel weekend. A Venezia dovremo inoltre scrivere un piano turistico a medio termine, introducendo migliorie. Ad esempio – ed è la nostra proposta all’amministrazione cittadina – creando ingressi separati per i turisti pernottanti e i turisti giornalieri, evitando l’overtourism”.
 
Le parole chiave della ripresa, secondo Vito Spalluto, Direttore de L’Andana, Castiglione della Pescaia, sono personalità e personalizzazione. “Da assoluto sostenitore del turismo esperienziale, ritengo che oggi più che mai si debbano proporre attività legate al territorio, esperienze da poter raccontare”. Per quanto riguarda la durata del pernottamento, il resort nel cuore della Maremma si pone, in un certo senso, in controtendenza. “Gli ospiti ci chiedono soggiorni lunghi: vengono da noi per godersi una vera e propria villeggiatura, come un tempo. Per loro abbiamo ridisegnato il nostro percorso esperienziale: le proposte sono rivolte ora alle singole famiglie, non ai gruppi, con un sistema di prenotazione personalizzato”. 
 
Infine, Cortina: Umberto Guaitani, proprietario del Camina Suite & Spa, aperto recentemente, e Consigliere Associazione Albergatori Cortina, è un altro esempio di resilienza in un territorio duramente provato, ma comunque in pieno fermento, come dimostra il dinamismo del mercato immobiliare alberghiero. “Siamo positivi, nonostante tutto. Cortina è sempre Cortina, una località con prospettive di crescita interessanti. Nell’attesa di conoscere il futuro del Mondiale di Sci, e preparandoci per le Olimpiadi del 2026, puntiamo a trovare nuove soluzioni. In questo momento i turisti cercano appartamenti dove stare con gli amici, senza dover applicare il distanziamento. Ecco che diventa importante proporre esperienze sul territorio, in montagna, che possano essere vissute con il proprio nucleo non solo familiare”.
 
Il futuro del turismo è nell’innovazione: l’emergenza in corso ha favorito lo sviluppo e l’impiego di nuove tecnologie come la realtà virtuale. Un pioniere come Manuel Bazzanella, CEO di Digital Mosaik, ha raccontato come questi strumenti potrebbero rivoluzionare il settore dell’ospitalità e del marketing territoriale. “La realtà virtuale “teletrasporta” il potenziale cliente sul territorio, rendendolo protagonista di un'esperienza memorabile, e crea un reale coinvolgimento emotivo. Un evento traumatico come il lockdown ha creato diffidenza, e perciò dovremo stimolare le persone ad uscire di casa. La realtà virtuale può amplificare la voglia di viaggiare, offrendo un’anteprima delle esperienze reali”.