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Sostenibilità negli eventi: la certificazione ISO 20121 è un vantaggio competitivo, ma va comunicato. Bonori: "E' un fattore di crescita per l’azienda e per chi ci lavora"
La event industry si sta evolvendo e con essa anche l'interesse della filiera verso temi quali la sostenibilità. Barbara Bonori, Project Manager Eventosostenibile.com
Barbara Bonori, ideatrice e sviluppatrice della piattaforma Eventosostenibile.com, in occasione dell'ultima riunione del Club degli Eventi (leggi news), ha voluto fare luce su un fenomeno che sta caratterizzando la maggior parte delle società certificate sostenibili, in primis chi opera nella filiera degli eventi: il green hushing. Ma andiamo per gradi
La certificazione ISO 20121 è un requisito premiante e sempre più richiesto dai clienti e dai bandi di gara pubblici. A oggi, è l’unico strumento di cui si dovrebbero dotare tutti i soggetti della filiera degli eventi, dalle agenzie ai partner, che desiderano essere in linea con gli standard internazionali.
Qual è lo stato dell’arte delle agenzie del Club in tal senso? A rispondere i dati: il 40% vanta già la certificazione, e la metà di queste l'hanno ottenuta negli ultimi due anni. "C’è stata un’evidente accelerata, ci auguriamo che le attività di Eventosostenibile.com aiutino a mantenere il focus sul tema", ha commentato Bonori.
Numerose sono infatti le iniziative messe in campo dalla piattaforma fin dalla sua nascita, nel 2022, come i webinar dedicati a temi quali il carbon neutral, o la compensazione delle emissioni di CO2, oppure le linee guida inerenti al catering e gli allestimenti sostenibili, redatte insieme ai membri del Club. Molte anche le collaborazioni attivate, tra cui quella con il partner tecnico, Rete Clima, che supporta il Club e la piattaforma Eventosostenibile.com nella diffusione di news e nella formazione, e quella con la Camera di Commercio di Milano che ha fornito incentivi per l’acquisizione della certificazione.
In tema di sostenibilità si parla spesso di greenwashing, ovvero una strategia di comunicazione o di marketing che presenta come ecosostenibile un’attività cercando di occultarne l'impatto ambientale negativo, meno di green hushing.
E da qui parte la riflessione di Barbara Bonori su quanto sta accadendo tra le società certificate della event industry.
Con green hushing si intende il silenzio delle aziende rispetto alle iniziative sostenibili attivate. Viene principalmente adottato dalle imprese più piccole, che non sono in grado di sviluppare e sostenere politiche sostenibili di grandi proporzioni. Attivano quindi un “meccanismo di difesa” che possa proteggerli dalle possibili critiche dei clienti.
Perché le aziende fanno green hushing?
- timore di essere criticati o accusati di greenwashing se le azioni sostenibili non sono sufficienti o coerenti con il settore di appartenenza;
- incertezza sull’efficacia e sulla misurabilità delle proprie politiche ambientali.
- scarsa consapevolezza o importanza attribuita al tema della sostenibilità, considerato come un costo e non come un investimento;
- volontà di mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, evitando di rivelare le proprie strategie e i propri risultati.
Tutto ciò comporta una perdita di opportunità di migliorare la reputazione e la fiducia dei clienti e partecipanti agli eventi, che nel frattempo sono sempre più attenti alla sostenibilità.
"La sostenibilità è un fattore di crescita e di competitività, per l’azienda e per chi ci lavora. Ecco perché diventa fondamentale comunicarlo all'esterno. Ai propri stakeholder. Ad oggi manca la condivisione e la rendicontazione all'esterno. La stessa certificazione ISO 20121 stimola l'agenzia a raccontare cosa fa di sostenibile" spiega Bonori, aggiungendo: "Prima regola per una corretta comunicazione relativa alla sostenibilità: le dichiarazioni devono essere supportate sempre da dati scientifici."
La manager invita dunque a riflettere su una strategia di comunicazione che vada verso il racconto del proprio approccio alla sostenibilità
E il Club degli Eventi s'impegnerà ad aiutare le agenzie a metterla in atto.
MF