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Bea Italia 2023. Roma: palcoscenico ideale per i grandi eventi. Ma è davvero così?

Roma è una delle città più belle al mondo, se non LA città. Dal punto di vista monumentale, storico, culturale non ha eguali: ma tutto questo è un plus nel settore degli eventi? Quanto le location già presenti a Roma – come il Colosseo – sono sfruttate a livello di eventi? E la burocrazia ostacola e agevola la realizzazione di eventi? Tutti quesiti a cui si è cercato di dare una risposta durante i BEA Italia

“Roma caput mundi”, recitava un antico adagio latino. Oggi però tutto questo potrebbe essere tradotto in “Roma caput eventum”? Che Roma oggi eserciti su gran parte della popolazione – italiana e mondiale - un fascino intramontabile, è indiscusso: per la sua storia, il suo patrimonio artistico e culturale, la sua magnificenza. Ma può essere incoronata anche “città regina dei grandi eventi”, fornendo a chiunque voglia sceglierla come palcoscenico del suo evento le possibilità e le giuste opzioni per poterlo condurre senza intoppi?

Di questo si è discusso ieri durante la 20^ edizione dei BEA Italia, svoltisi per il secondo anno consecutivo proprio a Roma, quest’anno presso l’Auditorium Parco della Musica, nella tavola rotonda “Roma città aperta al futuro degli eventi”, moderata da Salvatore Sagone, patron di ADC Group, alla quale hanno preso parte Daniele Brocchi, Consigliere, Convention Bureau Roma e Lazio; Simone Mazzarelli, CEO, Ninetynine; Sara Cocchi, Head of Operations, Project Hub & Tender Dept., Triumph Group International e Alfredo Accatino, Chief Creative Officer, Filmmaster.

Un panel che ha voluto esplorare il futuro degli eventi a Roma - con un occhio attento a due importanti appuntamenti: il Giubileo 2025 e Roma Expo 2030 -, per comprendere anche come la Capitale potrà avere un ruolo centrale nella promozione della cultura degli eventi in Italia e come renderla un’avanguardia della live communication.

“Per Roma gli ultimi due anni sono stati importanti perché dopo tanto tempo, è tornata a essere la capitale degli eventi – commenta Brocchi – Ma non possiamo nascondere che Roma è una città complicata: vive di turismo esperienziale e ha location che aspettano solo di essere valorizzate. Per questo, nel 2017 è nato il Convention Bureau Roma e Lazio: per diventare l’interlocutore unico con le aziende che vogliono investire sugli eventi a Roma. Noi abbiamo associati importanti, come l’Auditorium Parco della Musica, l’EUR, la Nuvola di Fuksas… che aspettano solo di essere utilizzate”.

“Certo, è sotto gli occhi di tutti come Roma sia una città difficile dal punto di vista logistico – aggiunge Mazzarelli - È  un palcoscenico già pronto e ricco di magnificenza che porta sulle spalle quasi tremila anni di storia, che richiede uno spirito di adattamento non indifferente. Ecco, io credo che la chiave del successo, per generare un indotto che consenta alle aziende e a Roma stessa di proliferare, sia l’apertura: la disponibilità da parte della Capitale a ospitare sempre più grandi eventi, e da parte delle aziende, quella ad adattarsi alle richieste della città. Se ci si chiude su se stessi, si perderanno molte occasioni”.

Roma sta crescendo come prestigio in termini di eventi, ma è evidente che manchino le infrastrutture o location all’altezza di altre grandi città italiane o europee – o meglio, le avrebbe, come il Colosseo, icona di magnificenza e bellezza nel mondo, ma l’iter burocratico per utilizzarle è farraginoso. Cosa deve fare Roma per rendere più facile lo svolgimento di eventi? “Semplice: mettere a sistema le potenzialità della città – prosegue Mazzarelli - Dal lato istituzionale dev’essere chiaro il processo di creazione di un evento: quando a Roma si tiene un evento, diventa memorabile. Ma è memorabile anche tutto il lavoro che ci sta dietro per realizzarlo, e non in senso positivo, perché è molto faticoso”.

“Questa città ha compreso che i grandi eventi sono il volano per la trasformazione della città. La presa di coscienza c’è già stata – aggiunge Cocchi – Roma si sta già portando avanti. Ma mentre guarda avanti, dovrebbe concludere ciò che ha già iniziato e parlo molto banalmente, per esempio, degli oltre 13 mila cantieri aperti: è vero anche che senza cantieri non c’è disagio, ma non c’è nemmeno futuro”.

Disagi che vanno colmati, e al più presto, anche perché questo potrebbe essere il momento giusto per Roma per prendersi la scena. “Pensiamo a Expo 2015 per Milano, a Torino 2006: sono stati tutti grandi eventi che hanno comportato un’accelerazione incredibile per le città che li hanno ospitati, una fonte di guadagno a lungo termine. È ingiusto definirli solo come fonte di sprechi. Questi grandi eventi sono stati un motore straordinario per Milano e Torino, tanto che oggi il mercato, anche immobiliare, su queste due città si può dire saturo – commenta Accatino – Ecco che allora potrebbe essere il momento giusto per Roma. Ma – e lo dico da addetto al settore da tanto tempo - a Roma mancano venue per eventi che siano in grado di competere sui mercati internazionali: bellissimo il Parco della Musica, ma un’auto su questo palco non potrebbe salirci!

E anche a livello di hotellerie, il mercato è molto polverizzato sul territorio. Così come la Nuvola: location di grande effetto, ma non è possibile che sia ancora cantierizzata! Insomma, Roma è la città dove tutto il mondo vuole venire, ma non ha ancora i mezzi per attrarre”.

“Basta fare un paragone col modello speculare di Istanbul, capitale dell’Impero Romano d’Oriente – aggiunge Brocchi – Lì, anche se gli abitanti sono molto di più, funziona tutto, qua facciamo fatica a fare sistema. E per cominciare a farlo, si dovrebbe partire dallo snellire le pratiche della macchina burocratica…”.

“Torniamo alle location storiche di Roma: è molto difficile poterle avere per ospitare un evento – commenta Cocchi – E se ti viene concessa l’autorizzazione, diventa un’impresa comunicare con le istituzioni per portare avanti i permessi, le pratiche logistiche… Servirebbe davvero un po’ più di elasticità verso chi fa eventi da parte delle istituzioni e di chi ci lavora”.

Suggestioni e suggerimenti di cui Roma Capitale terrà sicuramente conto, soprattutto in vista della prossima sfida: martedì 28 novembre a Parigi si deciderà l'assegnazione di Expo 2030 e Roma è in lizza contro le avversarie Ryiadh (Arabia Saudita) e Busan (Corea del Sud).

“È una sfida senza pari, non siamo i favoriti a livello economico – conclude Accatino – Ma se dobbiamo guardare ai diritti umani e all’importanza culturale e storica a livello mondiale, allora Roma non ha eguali. Speriamo di fare bene: sarebbe un’occasione incredibile per rilanciare Roma come capitale dei grandi eventi”.

Francesca Favotto