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Bea World Festival 2022. Diversità e inclusione. Un vantaggio per coloro che ne comprendono l'importanza
Guardare la diversità con uno sguardo nuovo, può rappresentare non solo un plus per le aziende, ma anche uno stimolo per creatività più ricche e un mondo migliore. Se n'è discusso durante l'incontro 'Diversity deep dive', che ha visto come tema principale l'approfondimento del concetto di diversità in senso lato. Un'occasione per riflettere e ricevere con spunti che possano aiutare le aziende a pianificare e creare team inclusivi, eterogenei e sempre più produttivi. Le due speaker d'eccezione sono state Marianne Dijkshoorn, eperta di inclusione e autrice del libro 'Make Event Accessible for Everyone' , affetta da disabilità, e Kristen Anderson, ceo e membro del consiglio di amministrazione di European Women on Boards. "La diversità - ha esordito Anderson - è un dato di fatto, l'inclusione invece è una scelta".
Al fine di comprendere il pensiero e l'approccio al tema di aziende e agenzie provenienti da tutto il mondo, gli spettatori sono stati invitati a partecipare a sondaggi a scelta multipla: un modo intelligente per interagire e conoscere i metodi migliori per arricchire il proprio team e il target.
Grazie all'innovativa app di dialogo 'ConsensIQ', sono state poste alcune domande ai presenti, che attraverso il proprio smartphone hanno potuto scegliere le risposte più affini al loro pensero. Per esempio, alla domanda su quale sia il metodo migliore per diversificare i dipendenti nell'industria degli eventi, i partecipanti hanno optato soprattutto sulla voce 'includere nel team persone differenti da me'. La diversità può arricchire un gruppo di lavoro con visioni diverse e per arrivare a questa consapevolezza è necessaria una riflessione più accurata rispetto al passato. Il fatto che i partecipanti al workshop abbiano scelto proprio questa risposta fa ben sperare che si sia sulla strada giusta.
"Siamo storicamente abituati a cercare e stare con persone simili a noi, e questo si ripercuote nell'operato delle aziende - ha spiegato Anderson -. La creatività deriva soprattutto dalla diversità, un team ha bisogno di minoranze per un confronto in cui le differenze si integrino al fine di ottenere progetti inclusivi e adatti a un pubblico più vasto. Le aziende dovrebbero sviluppare un piano volto a integrare nel gruppo persone di sesso diverso, provenienti da paesi differenti, e soprattutto persone affette da disabilità, perché tutti in fondo abbiamo dei limiti e avere un team variegato permette di colmare vuoti di cui tutti disponiamo.
La seconda voce maggiormente gettonata è stata 'l'aumento di consapevolezza': l'inclusività è un tema caldo e necessita che ogni azienda si attivi in tal senso e ne capisca il reale valore.
"Se un'azienda ha pianificato di aumentare la percentuale di dipendenti femmine o di dipendenti affetti da disabilità o diversità in generale, è importante avere consapevolezza dei propri obiettivi e, il fatto di portarli a termine, implica sicuramente un miglioramento nel lavoro di tutti", ha diichiarato Marianne Dijkshoorn.
Altro must è la condivisione delle idee. "Penso sia imprescindibile che in questo momento le aziende debbano condividere informazioni tra di loro - ha precisato Anderson - , affinché si possano ottenere consigli, suggerimenti o anche solo suggestioni al fine di approcciarsi correttamente al tema della diversità".
La voce meno votata è stata la 'giornata di sensibilizzazione del movimento LGBTQ+'. "Sono d'accordo con voi nel dire che una giornata di sensibilizzazione non aiuti un'azienda a essere più inclusiva, perché l'inclusività va vissuta ogni giorno, dimostrandola e valorizzando la creatività di tutti, ovvero l'intero team", ha sottolineato Dijkshoorn.
In conclusione, l'inclusione è una 'conditio sine qua non' per rendere ancor più produttivo ogni settore, compresa la event industry. Un occhio di riguardo da quest'ultima, infine, deve essere dato soprattutto alle persone affette da disabilità per le quali è importante disporre piani di sviluppo che permettano loro di partecipare agli eventi senza le problematiche di accesso e mobilità che persone come Marianne Dijkshoorn hanno vissuto in passato.
Lorenzo Rocca