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Noseda (Iab): “Nasce D City, evento milanese itinerante dedicato al digitale, appuntamento a fine ottobre”
Intervistato a margine della conferenza di presentazione del Libro Bianco sulla Comunicazione Digitale (leggi news), Carlo Noseda, presidente Iab Italia, ha annunciato la nascita di D City, un nuovo evento dedicato al digitale (in tutte le sue forme), la cui ‘edizione zero’ si svolgerà a Milano a fine ottobre.
L’iniziativa, promossa da Iab Italia in collaborazione con il Comune di Milano (in particolare l’assessora Roberta Rocco), Cariplo Factory, Netcomm, Assocom, Adci, Ferpi e Hublab, porterà il digitale nelle strade del capoluogo lombardo. L’evento è stato infatti concepito secondo una logica itinerante: “Sarà una tre giorni, forse addirittura quattro, con probabile estensione dell’evento sul weekend, fitta di appuntamenti in molteplici location”, ha spiegato Noseda.
L’obiettivo sarà quello di permettere ai cittadini (milanesi e non solo) di passare da un’iniziativa all’altra, partecipando agli eventi che le aziende e le associazioni organizzeranno, sfruttando sia spazi all’aperto sia aprendo le porte delle loro sedi. Il tutto si svolgerà nel capoluogo lombardo, ha precisato Noseda, “perché Milano è il benchmark in Italia ed Europa, per ‘capacità di fare’ e di realizzare le idee”, soprattutto in ambito digitale.
I temi saranno i più disparati, dalla domotica all’intelligenza artificiale, passando per l’internet delle cose, la comunicazione e molto altro ancora. Non appena possibile vi forniremo altre informazioni sul tema.
Quanto all’importanza del digitale, Noseda ha ricordato che ogni euro investito in comunicazione digitale genera un indotto di 25 euro, producendo un’economia digitale complessiva di 53 miliardi di euro, pari al 3,3% del Pil nazionale (il dato dei 53 miliardi è composto dalla raccolta pubblicitaria del mezzo internet, dal mercato della comunicazione digitale, dal contributo dei ricavi derivanti da altri comparti - le tecnologie che sostengono la digitalizzazione e i servizi professionali che guidano i processi di trasformazione - e dal totale e-commerce, ossia i ricavi derivati dalla vendita online di prodotti e servizi).
In virtù di questi 53 miliardi di euro, il settore digitale risulta collocato tra il comparto luxury (49,3 miliardi di euro) e quello automotive (55,4 miliardi). Sul fronte occupazionale, la stima vede circa 220mila persone impiegate nel settore digitale, di cui 55mila sul fronte dell’offerta, ossia in aziende che si occupano della diffusione di soluzioni digitali, mentre 165mila sul lato della domanda, ossia persone impiegate in aziende che accolgono e valorizzano le tecnologie digitali.
Nel complesso, ha precisato Noseda, in Italia crescono tante leve tranne quella dell’innovazione tecnologica: “Non siamo né abbastanza bravi, né abbastanza coraggiosi da sviluppare tecnologie e piattaforme davvero innovative, e dunque siamo abituati a comprarle”.
Un esempio positivo citato dal presidente Iab è quello di Tel Aviv, che è diventata la Silicon Valley del Mediterraneo, mentre l’Italia arranca perché manca il supporto del ‘sistema Paese’.
Inutili, secondo Noseda, sono le battaglie contro gli ‘over the top’ (Google, Facebook & company), che, “per carità - afferma il presidente Iab - devono pagare il giusto e avere comportamenti corretti (leggi news sulla multa a Google arrivata oggi, ndr), ma non è così che si risolve la questione. Invece occorre creare le condizioni per favorire gli investimenti delle aziende italiane, permettendo di avere dei crediti d’imposta anche nel digitale (tema che è già stato sottoposto all’attenzione del Governo, ndr), per investire e provare a innovare, facendo anche errori: la cultura del rischio in Italia non c’è, se sbagli una volta finisci nel registro dei falliti per sempre”.
Mario Garaffa