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WPP: -0,6% le revenue nel primo bimestre (-16,1% in Cina). Nell’incertezza su durata e portata della pandemia ritirate le previsioni per il 2020 e avviato un piano di tagli per mantenere profittabilità e occupazione

In un messaggio pubblicato sul proprio sito, la holding ha fatto il punto sui risultati dei primi due mesi dell'anno: revenue a +0,4% a livello globale ma escludendo la Cina, dove si è registrato un calo del -16,1%. Annunciata un'ampia serie di misure per tagliare i costi, proteggere la profittabilità e mantenere l'occupazione durante la congiuntura finanziaria negativa causata dalla crisi del COVID-219.

Nei primi due mesi del 2020, le revenue del gruppo a perimetro costante sono scese del -0,6%, in linea con le previsioni rilasciate in occasione della diffusione dei dati preiminari annunciati lo scorso 27 febbraio. Il calo è stato in gran parte addebitabile al mercato cinese, dove l'impatto del COVID-19 è stato avvertito prima portando a un calo del fatturato del -16,1%. Escludendo la Cina, infatti, che vale circa il 7% sul totale delle revenue di WPP, il risultato del gruppo a perimetro costante è cresciuto del +0,4%.

Negativo, in realtà, anche l'andamento sul mercato USA, dove il segno meno è stato dello 0,9%, migliorando però il trend che aveva visto la holding perdere il -4,4% nel secondo semnestre dello scorso anno.
Buona nel complesso la performance di WPP sul fronte del new business, grazie ad acquisizioni iimportnati come Intel, Hasbro e Discover, oltre alla conferma di BBVA.
In marzo, a seconda del settore, del paese e dei servizi di agenzia richiesti, i clienti hanno iniziato a rispondere alla pandemia con un ventaglio di reazioni diverse: nel breve periodo gli investimenti sui media sono stati in gran parte confermati, prosegue il comunicato, o dirottati su canali alternativi anche se è man mano aumentato il livello delle cancellazioni. Alcune delle gare per il new business già avviate sono proseguite, anche se oggi ci sono poche certezze sul futuro dei flussi di lavoro. In alcuni mercati è cresciuta la domanda per i servizi specializzati e di Relazioni Pubbliche.

“Di conseguenza ci aspettiamo che nei mercati dove l’epidemia di COVID-19 è stata più diffusa i risultati di marzo saranno più deboli del bimestre precedente in seguito all’impatto delle restrizioni governative sui movimenti delle persone e alla conseguente riduzione delle attività economiche.
Entrando nel secondo trimestre è chiaro che l’impatto dell'emergenza sanitaria aumenterà, ma non è possibile a oggi quantificarne la durata o la forza”.
Per questa ragione anche WPP, come già Publicis Groupe e Interpublic, ha ritirato le sue
previsioni sull'andamento del 2020, annunciando che i risultati del primo trimestre saranno
pubblicati il 29 aprile.

Le misure per tagliare i costi
Come per ogni altro operatore del settore, anche per WPP la maggior parte dei costi operativi è di natura variabile. La holding ha perciò avviato un piano di revisione che si prefigge, per quanto possibile, di proteggere la profittabilità nonostante il calo del fatturato, proteggendo allo stesso tempo il suo personale e la sua capacità di servire i clienti, con l’obiettivo di tornare a crescere non appena i mercati ripartiranno.

I provvedimenti più immediati prevedono il blocco delle assunzioni, una spending review dei
collaboratori freelance, il rinvio degli aumenti salariali per il 2020 lo stop alle spese non necessarie.
Fra queste sono compresi il taglio delle spese per viaggi e le iscrizioni ai premi – che
probabilmente comprenderanno quelli per i Cannes Lions. Inoltre, i membri del comitato esecutivo e del board di WPP hanno concordato un taglio del 20% ai propri salari e compensi per i prossimi 3 mesi.
Tutto questo, stima WPP, dovrebbe consentire risparmi fra i 700 e gli 800 milioni di sterline nel corso di quest'anno, ma è stato annunciato un programma di ulteriori misure da implementare nei prossimi mesi individuando nel budget 2020 da 400 milioni di sterline risparmi per oltre 100 milioni sulle spese in conto capitale (acquisizione, mantenimento o miglioramento di asset come proprietà, immobili, tecnologie, IT).

In seguito alla pressione finanziaria, il board di WPP ha deciso poi di sospendere con effetto
immediato il piano di riacquisto di azioni per 950 milioni di sterline programmato in seguito alla vendita di Kantar (già avviato dallo scorso Dicembre e già completato per un ammontare di 330 milioni di sterline). È stato anche sospeso il pagamento agli azionisti del dividendo di 37,3 pence per azione relativo al 2019, che sarebbe stato proposto al prossimo general meeting previsto a Giugno. Queste misure serviranno a risparmiare complessivamente liquidità per 1,1 miliardi di sterline.

"Le azioni che abbiamo intrapreso negli ultimi 18 mesi per semplificare e ottimizzare WPP - ha dichiarato il Ceo Mark Read (nella foto)–, insieme ai proventi per 3,2 miliardi derivanti dalla cessione di attività (oltre 50 i disinvestimenti dell’ultimo anno: ndr), garantiscono a WPP una solida posizione finanziaria. È chiaro che le società finanziariamente più solide saranno anche le più preparate a proteggere il proprio staff, a servire i clienti e a dare vantaggi agli azionisti in un periodo di estrema difficoltà, ed è per questa ragione che abbiamo deciso le misure annunciate oggi".

Anche se la Cina sta gradualmente revocando le misure sanitarie restrittive e circa il 55% della forza lavoro locale è tornata negli uffici, circa il 95% delle 107.000 persone che lavorano in WPP lo sta attualmente facendo da casa, prosegue Read: "Sono orgoglioso della reazione delle nostre persone, che si stanno prendendo cura l'una dell'altro e dei clienti, dimostrando tutta la loro creatività e resilienza che saranno fondamentali per il successo duraturo di WPP. Contemporaneamente stiamo dando aiuto a numerosi governi e organizzazioni sanitarie internazionali per campagne di comunicazione che limitino l'impatto del COVID-19 sulle nostre comunità. Il ruolo che stiamo avendo nell'aiutare i clienti a navigare questi tempi difficili ci danno grande fiducia nel futuro a lungo termine del nostro gruppo".

Tommaso Ridolfi