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Nessuna fusione tra Taboola e Outbrain

Il merge, saltato, secondo i primi rumors, per gli effetti negativi della pandemia sul mercato dell'adv digitale e per cambiamenti avvenuti nei termini dell'accordo tra le due società, avrebbe portato alla nascita di una big company del valore di circa 1,8 miliardi di euro.

La fusione tra Taboola e Outbrain, due tra le più importanti company del native advertising, non si farà più.

L'operazione da 850 milioni di dollari, annunciata l'autunno scorso, avrebbe portato alla nascita di un big player del valore di quasi 2 miliardi di dollari creando un grande network.

Secondo i termini dell'accordo definito nel 2019, gli azionisti di Outbrain avrebbero ricevuto 250 milioni di dollari in cash e il 30% del capitale delle nuova società, che avrebbe mantenuto il brand Taboola. A guidare la nuova realtà, in grado di fare concorrenza a Facebook e Google, sarebbe stato il Ceo Adam Singolda, fondatore e attuale Ceo di Taboola.

Stando ad alcuni rumors di mercato, però, l'accordo economico tra Taboola  e Outbrain era scaduto ad agosto e Taboola avrebbe cercato di rinegoziare con la company del native adv, estendendo le azioni al 40%, senza però confermare la somma pattuita inizialmente.

Nonostante l’accordo fosse stato approvato dalle autorità statunitensi che si occupano di antitrust, era ancora sotto esame da parte delle autorità britanniche e israeliane.

A dare la notizia dello stop alla fusione, è stata la stampa internazionale, ma un comunicato ufficiale è atteso a breve.  Come ha dichiarato una fonte alla testata online Techcrunch.com, le ragioni sono da ricercarsi anche in generale nei cambiamenti e nei rallentamenti imposti al mercato della pubblicità digitale dalla pandemia da coronavirus. 

Sia Taboola che Outbrain, riportano le testate di settore, avevano raccolto finanziamenti importanti: la prima company aveva ricevuto circa 1 miliardo di dollari da investitori come Comcast, Fidelity e Pitango e  Outbrain 194 milioni di dollari grazie a  Index, HarbourVest and Lightspeed.

Outbrain continuerà quindi a operare nel mercato del native advertising, portando avanti acquisizioni interessanti (due anni fa era avvenuta in Europa quella di Ligatus) e introducendo nuovi prodotti. Nonostante il Covid, l’azienda dovrebbe chiudere il 2020 con una crescita del 20% rispetto allo scorso anno. A contribuire a questi risultati anche l’evoluzione del mercato del native, che ha visto affacciarsi per la prima volta investitori di settori che sono cresciuti proprio con la pandemia (ad esempio lo streaming, di fitness da casa, servizi vari da domicilio, ecc.)