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Oath si presenta al mercato italiano. Lundari: "Puntiamo a un fatturato globale di 20 miliardi di dollari e a 2 miliardi di persone entro il 2020"
Oath, il brand nato a seguito del processo di acquisizione di Yahoo da parte di Verizon e che racchiude sotto di sé più di 50 realtà media & tech tra cui cui AOL, Yahoo Sports, Yahoo Finance, HuffPost, TechCrunch, Tumblr e ONE by AOL, si è presentato al mercato italiano nel corso di un evento che si è tenuto questa sera, mercoledì 12 luglio, presso la Triennale di Milano.
Intervistata da ADVexpress, Christina Lundari (foto in alto), general manager di Oath Italy, ha dichiarato: “Puntiamo su dati certificati, video e mobile, sfruttando l'elevata penetrazione di smartphone nel nostro Paese. L’obiettivo è di arrivare, a livello globale, entro il 2020, a un fatturato complessivo di 20 miliardi di dollari. In questo business, l’Italia è chiamata a fornire un importante contributo”. Inoltre, ha aggiunto la manager, “puntiamo a raggiungere con i nostri servizi a livello internazionale, sempre per il 2020, la cifra di 2 miliardi di persone, a fronte degli 1,2 miliardi attuali”. Lundari ha inoltre anticipato che presto verrà annunciata una importante partnership in ambito di influencer marketing.
“L’idea di Oath nasce qualche anno fa in una riunione tra i vertici aziendali di AOL e Verizon, che all'epoca era il principale cliente di AOL - ha spiegato Lundari - . Durante questa riunione, Tim Armstrong e Lowell McAdam, Ceo delle rispettive company, hanno compreso che trasformare la relazione commerciale in un legame più solido sarebbe stato vantaggioso per entrambe le società. E questo perché esistevano i presupposti per uno scambio di valore tra le due parti più paritetico. Combinare le attività delle rispettive società è sembrata una logica evoluzione e quasi una necessità per la crescita di entrambe le realtà".
“L’evoluzione è avvenuta per gradi - ha aggiunto Lundari -. Quando questa conversazione ha avuto luogo, AOL aveva già alle spalle un lungo percorso di acquisizioni sul fronte editoriale e quello tecnologico, ma non disponeva in quegli anni di una presenza globale, né di un patrimonio solido di dati. Verizon dal canto suo coltivava grandi ambizioni di crescita ed era pronta a superare i confini del mondo delle telecomunicazioni. Per un’azienda lungimirante come quella, le sinergie e le prospettive offerte da AOL sono sembrate molto allettanti sul piano della comunicazione e dell’interazione con i consumatori. Verizon è entrata quindi nel mondo della comunicazione digitale attraverso l’acquisizione di AOL nel 2015. Sempre nel 2015 AOL ha siglato una partnership decennale con Microsoft per aggiungere ulteriore valore alla propria posizione espandendosi all’esterno degli Stati Uniti e acquisendo dati di indubbia qualità".
"Il passo successivo, il più recente, ha riguardato l’acquisizione di Yahoo, scelta che ha apportato un ulteriore ampliamento dell’audience di riferimento, ancora una volta con riflessi positivi anche sul patrimonio di dati”.
Verizon entra quindi in possesso di due media technology company. Dalla fusione delle due, nasce Oath, guidata dallo stesso Tim Armstrong.
IL NUOVO NOME
"Per quanto riguarda il nostro nuovo nome (tradotto in italiano, giuramento, ndr) - ha sottolineato Lundari - inizialmente abbiamo pensato per i non anglofoni non fosse esattamente il nome più facile da pronunciare. Superato l’impasse linguistico, non è stato difficile convincerci che si tratta di un nome bello, ricco di significato e in qualche modo anche impegnativo, responsabilizzante. Il giuramento è l'impegno più grande che un essere umano può prendersi. Nel nostro caso presuppone un impegno molto serio da parte dell'azienda verso tutti i suoi interlocutori: i consumatori, gli inserzionisti, gli editori e le agenzie. In ogni caso, l’importante è che questo nuovo nome lasci il segno, perché riflette perfettamente il momento storico in cui si trova l'azienda. Oath ha ambizioni di crescita”.
Sotto questo nuovo nome confluiscono oltre 50 brand editoriali e tecnologici che prima facevano capo a AOL e Yahoo. Questo insieme di proprietà oggi raggiunge 1,2 miliardi di consumatori nel mondo, circa un terzo del totale degli utenti online. Importante anche il patrimonio di dati 'certificati' che Verizon può offrire, che la manager definisce "il più ampio al mondo".
BUILD BRAND PEOPLE LOVE
“La nostra missione aziendale non cambia e anzi fa da filo conduttore per tutti i brand: la missione è Build Brands People Love e facciamo questo attraverso la creazione di brand editoriali coinvolgenti, contenuti di qualità in un contesto editoriale controllato e curato, piattaforme di distribuzione aperte, trasparenti e scalabili, un patrimonio di dati unico per una targettizzazione efficiente e vincente” ha affermato Lundari.
I BRAND DI OATH
“Il nuovo brand porta con sé anche un nuovo stile di comunicazione. Ogni brand avrà il proprio Oath, riassunto in tre parole, che ne esprimeranno l'essenza. I valori aziendali saranno formulati allo stesso modo, anch'essi sintetizzati in tre parole.
“Anche i dipendenti avranno il proprio Oath - ha concluso Lundari -. Il mio è «Always be Authentic». Credo che essere sempre se stessi sia il miglior modo per guadagnarsi la fiducia del prossimo, in qualsiasi ambito. Siccome il nostro è un business di relazioni penso sia indispensabile operare in modo corretto e professionale, giocando sempre a carte scoperte”.
ITALY IS KEY - OATH/VEVO
“Come si sa, Oath è molto forte negli Stati Uniti. La crescita della società è quindi attesa soprattutto in altre regioni. In questo percorso evolutivo e innovativo, l’Italia è chiamata a dare un contributo significativo. Stiamo definendo in questi giorni una strategia a tre anni. Potremmo contare su partnership globali che interesseranno anche l'Italia (specialmente sui dati), ma anche su collaborazioni gestite a livello locale, come ad esempio quella esclusiva con Vevo che è frutto di un'iniziativa tutta italiana, alla quale ne seguiranno altre che intendiamo annunciare a breve in quanto vogliamo offrire al mercato un portafoglio di soluzioni sempre più completo” ha concluso la manager.
Mario Garaffa