Eventi

Cannes Lions 2018. ‘Travolto da un insolito destino’, Sir Martin Sorrell torna a Cannes e non le manda a dire

Il delatore che ha ‘soffiato’ la notizia dell’indagine ai giornali, la pessima gestione della vicenda e il trattamento che gli è stato riservato, la successione in seno a WPP, la nuova avventura con S4 Capital, il rapporto fra le holding, i colossi del web e le società di consulenza: di tutto questo ha parlato Sir Martin Sorrell nella sua prima uscita ufficiale dopo le dimissioni da chairman di WPP di un mese fa. Temi che saranno sicuramente ripresi e ampliati nel suo intervento di venerdì alle 12.00 al Palais.

(Cannes. Dal nostro inviato Tommaso Ridolfi). Anticipando l’intervento al Palais de Festival di venerdì alle 12.00, quando sarà intervistato da Ken Auletta, per il suo primo speach pubblico dopo le dimissioni da WPP, organizzato dalla testata di settore scozzese The Drum in un piccolo pub irlandese di Cannes stracolmo di persone, Sir Martin Sorrell si è presentato in ottima forma,
rispondendo senza remore e con humour alle domande del direttore del magazine Stephen Lepitak, pur rispettando il ‘patto di riservatezza’ siglato all’atto delle sue dimissioni.

Nessun accenno all’uso privato di fondi aziendali o all’ipotetica visita a una escort riportata dai
giornali, circostanze che peraltro un suo portavoce aveva già negato e smentito, ma un attacco
immediato alla gestione della vicenda da parte della sua ex società: “La cosa più grave di questa vicenda è la fuga di notizie partita da un insider il sabato prima di Pasqua – ha detto Sorrell –, e nonostante abbia chiesto di avviare un’indagine in proposito non mi risulta ne sia stata avviata alcuna”.

Il manager si è inoltre difeso in merito a quanto scritto dal Financial Times sul suo comportamento ‘prepotente’ nei confronti dei sottoposti: “Non sono una persona con la quale è facile andare d’accordo – ha riconosciuto –, e mi è capitato di chiamare qualcuno ‘idiota’ o ‘budino’, ma se chiedere o aspettarsi l’eccellenza dai collaboratori è un difetto, allora ‘mea culpa’.

Parlando in veste di azionista di WPP (di cui detiene ancora il 2% del capitale azionario), Sorrell ha confermato che da almeno un decennio la holding aveva pronto un piano per la sua successione

“Nel caso fossi stato travolto da un autobus… Come in effetti è successo – ha ironizzato –. E il piano era quello di nominare Mark Read e Andrew Scott co-Chief Executive”.
Cosa che è effettivamente successa ma solo ad interim. “L’Executive Chairman (Roberto Quarta: ndr) ha dichiarato di volere un successore all’insegna della continuità e della stabilità, e se lui e il board opteranno per una scelta interna il mio suggerimento è che loro sarebbero la scelta migliore” ha detto Sir Martin, aggiungendo però che “nelle ultime settimane non sono mai stato ascoltato e non credo che le cose cambieranno”.

“Uno di loro da solo non sarebbe sufficiente, e non lo dico perché mi ritengo insostituibile, ma
perché le loro capacità si completano vicendevolmente e sarebbero una squadra fortissima”.

Di S4 Capital, la società che ha appena fondato grazie alla mancanza di un accordo di non
concorrenza con WPP, Sorrell non ha indicato molti particolari, riconoscendo di non avere di fronte a sé 33 anni, e che i suoi progetti si limitano per ora ai prossimi 5-7 anni, fino cioè al suo ottantesimo compleanno: “S4 si baserà sul fatto che siamo in una nuova era e il business in cui ho lavorato per così tanto tempo è completamente cambiato: l’obiettivo è creare una holding multinazionale operativa nei servizi di comunicazione e focalizzata sulla crescita. Non vedo perché un colosso come WPP possa essere preoccupato dalla concorrenza di una ‘nocciolina’ – ha ironizzato –, anche se so che alle noccioline qualcuno è allergico. La struttura di S4 Cpital sarà molto diversa da quella delle holding, che si stanno muovendo tutte nella stessa direzione. L’ambizione è di trattare con i clienti entrando dai piani alti, come fanno le società di consulenza che non si mettono in gara per progetti da 5 milioni di dollari ma cercano di entrare su operazioni che possono valere fino a 200 milioni l’una. E allo stesso tempo vogliamo manterremo la capacità di implementazione tattica dei progetti, ma in modo nuovo e diverso: più agile, meno burocratico e anche più creativo”.

Per questo ha respinto l’accusa che molti gli hanno spesso rivolto di essere una persona poco
interessata all’aspetto creativo: “Tutt’altro! Non sono certo un Bill Bernbach o un David Ogilvy, che peraltro è stato forse il primo a capire che la comunicazione si sarebbe mossa verso il rapporto one- to-one con il consumatore, ma ciò che intendo fare è usare i dati e la creatività che ne può nascere per migliorare l’efficienza della comunicazione”.

Come al solito Sorrell non si è tirato indietro nel dare la sua visione dello scenario generale della
industry: “Dopo CBS e Viacom, AT&T e Time Warner, e chiunque fra Comcast e Disney riuscirà a conquistare Fox – ha osservato –, mi aspetto ancora molto movimento dal punto di vista dei processi di merger e di consolidamento nell’area dei media”.

Contemporaneamente sta cambiando il terreno su cui si muovono i colossi del web, che minacciano di rendere irrilevante l’intera industry: “Prendiamo Google e Facebook: qualche hanno fa li consideravo dei ‘frenemies’, poi li ho definiti ‘amici flessibili’, ma oggi sono a tutti gli effetti diventati dei business partner. Non divulgo segreti interni se dico che per WPP, al primo e secondo posto dei media più pianificati c’erano proprio Google e Facebook. E non li definisco media a caso, perché la realtà è che questa è la loro vera natura anche se si mascherano da piattaforme tecnologiche neutrali. Oggi il rischio vero, per i comunicatori così come per i media, arriva da Amazon: la sua raccolta pubblicitaria, che è ancora un’inezia, crescerà rapidamente, e sul terreno della Search sta sfidando direttamente Google”.