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Netcomm Forum. Sono le competenze a guidare la crescita e l'innovazione. E la politica deve fare la sua parte. Gli influencer? Servirebbe una 'Auditel' ad hoc per certificare i follower

Queste alcune delle interessanti evidenze emerse durante la sessione plenaria della seconda giornata del Netcomm Forum, che ha visto alternarsi sul palco, tra gli altri, Tito Boeri (Università Bocconi - nella foto), Alessandro Zollo (BANCOMAT) e Alex Orlowsky (WaterOnMars).

Interessanti gli interventi andati in scena questa mattina, 30 maggio, durante la sessione plenaria della seconda giornata del Netcomm Forum, di cui ADC Group è media partner. 

Si è parlato di crescita economica, di innovazione e, naturalmente, di digitale, mettendo in evidenza luci e ombre dell'attuale scenario, sia a livello globale sia considerando in primis il nostro Paese.

La situazione italiana è stata al centro dello speech di Tito Boeri, Professore ordinario Università Bocconi, che ha parlato di tre concetti chiave: Crescita, Competenze, Coesione. "La crescita può essere ottenuta soltanto tramite agglomerazione di competenze - ha detto Boeri - . Ci vuole prossimità per spingere l'accelerazione sull'innovazione, ma dal momento che la crescita tende a concentrarsi territorialmente, anche la ricchezza tende a concentrarsi. Tutto questo ha dei rischi, perché le zone estranee alla conoscenza e dunque alla crescita si trasformano in aree 'desertiche' e si rischiano situazioni di disagio che possono portare a ribellioni di fondo e, in ultimo, all'involuzione". 

Inoltre, bisogna considerare che la popolazione del mondo sta invecchiando e questo fenomeno demografico può avere delle conseguenze sul grado di innovazione raggiunto, anche se, come ha sottolineato Boeri, questo non è del tutto vero. "La quota delle persone over 65 nel mondo è triplicata e l'Italia è il secondo Paese al mondo per invecchiamento, anche se si registra parallelamente un aumento della longevità - ha detto Boeri -. Ma l'innovazione non è solo questione di età: c'è dove ci sono le competenze, dove nascono agglomerazioni di cervelli, giovani o meno giovani poco importa. Basti pensare a Paesi come la Corea, dove il tasso di crescita è elevato nonostante l'invecchiamento della popolazione".

Questo accade perché sono le competenze e la conoscenza a guidare l'innovazione. Bisognerebbe però imparare a distribuire meglio i frutti della crescita. Come? Atraverso la garanzia di un reddito minimo, un'istruzione migliore, beni pubblici locali, maggiore informazione."Da questo ragionamento appare chiaro che è la politica dunque il vero problema che blocca la crescita - ha affermato Boeri - . L'Italia, in particolare, per far fronte ai problemi che la affliggono, come disoccupazione, situazione bancaria difficile, crescita potenziale del PIL inferiore, avrebbe bisogno di istituzioni migliori".

"Attualmente c'è troppa incompetenza e corruzione nelle Pubbliche Amministrazioni. Il nostro Paese necessita non di governi tecnici ma di amministrazioni tecnocratiche e, come tali, indipendenti. La migliore politica a favore del Sud? E' garantire una Pubblica Amministrazione più efficiente", ha aggiunto Boeri. 

Se la politica impatta dunque in modo importante sul grado di innovazione e di crescita che caratterizza un determinato Paese, spesso sono le esigenze dei consumatori a dare boost al cambiamento e alle nuove idee.

AlessandroZollo

 Ne è convinto Alessandro Zollo, Amministratore delegato di Bancomat spa, che ha parlato del lancio di Bancomat Pay, nato per assecondare la naturale predisposizione degli italiani al mobile. "L'Italia è al 24esimo posto su 28 in Europa per numero di transazioni cashless, a quota 51 miliardi di euro nel 2018 (il transato medio in Europa è pari a 118 miliardi, ndr.) eppure è il terzo Paese al mondo per possesso di cellulari: il 97% degli italiani ne possiede 1 e 3 su 4 hanno uno smartphone - ha detto Zollo - . Nel 2018 il transato ecommerce da mobile è cresciuto del +40%, attestandosi a quota 8 miliardi. Da questi numeri si intuisce la portata innovativa di uno strumento che consente di portare su smartphone ben 37 milioni di carte". 

Oltre alla concretezza dei dati,  per il manager: ci sono altri tre elementi fondamentali legati all'innovazione: pensiero laterale, fiducia e collaborazione.

"Non saremmo mai arrivati al lancio di Bancomat Pay se ci fossimo fermati al finance - ha sottolineato Zollo - . Si tratta infatti di uno strumento trasversale a ogni aspetto dell'esistenza, nato anche da varie considerazioni che abbiamo fatto in merito all'evoluzione della mobilità delle persone e alle loro rinnovate esigenze. Sicuramente la fiducia, soprattutto in questo settore, è imprescindibile: più il pagamento è invisibile più deve essere visibile ruolo di chi rende possibile quel pagamento. Fortunatamente si sta registrando un incremento della fiducia degli italiani nei confronti della digitalizzazione quindi ogni innovazione i questo senso viene accettata con entusiasmo. Infine, collaborazione: Bancomat Pay vuole rappresentare infatti piattaforma innovativa su cui sviluppare partnership tra sistema bancario e imprese per un migliore servizio al consumatore". 

Fiducia sì, ma la soglia di attenzione deve mantenersi alta, anche da parte delle aziende. Soprattutto in rete, dove il pericolo è dietro l'angolo. Ne ha parlato

AlexOrlowski

 Alex Orlowsky, CEO WaterOnMars, nel suo intervento 'La brand protection nell'era delle fake news e dei bot'

"Spesso le fake news vengono costruite ad hoc per rovinare la reputazione di brand e aziende, magari concorrenti - ha affermato il manager - . Alcune vengono prodotte addirittura in modo automatico da bot e poi amplificate e diffuse da account fake". 

Come fake possono essere anche i follower di un determinato influencer: "Esistono dei siti ad hoc che permettono di acquistare fan e follower e software per realizzare interazioni - ha detto Orlowsky - . Il vero problema è che non esiste alcuna associazione o organizzazione che si occupa di fare audit su questo tipo di attività, dunque non è facile difendersi. Servirebbe una sorta di Auditel ad hoc. Il rischio per le imprese è elevato: facendo un parallelismo con la televisione, è come gli investitori  pagassero una cifra importante per uno spot pianificato su un determinato canale certi che il programma verrà visto da un determinato numero di telespettatori, mentre in realtà l'audience è dimezzata rispetto a quella stimata".

Non è raro nemmeno il caso di bot utilizzati come acquirenti. "Accade con i prodotti in serie limitata, come alcune sneaker: al lancio, vengono 'acquistati' in modo automatizzato e poi rivendute a un prezzo molto più alto, per ingannare i consumatori", ha affermato il manager. 

A volte, insomma, l'innovazione porta con sé anche qualche fregatura. Da cui dobbiamo imparare a proteggerci. 

Serena Piazzi