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IpTv e WebTv Forum.1/Entro il 2012 il sorpasso della pay Tv

Entro il 2012 i ricavi da pay Tv sorpasseranno quelli pubblicitari, mentre circa il 50% della popolazione acquisterà un qualche servizio di Tv a pagamento. Lo ha affermato oggi Emilio Pucci, direttore di e-Media Institute, nel corso dell'IpTv e WebTv Forum organizzato a Milano da Business International.

Emilio Pucci, direttore di e-Media Institute, ha annunciato oggi nel corso dell'IpTv e WebTv Forum, organizzato a Milano da Business International , i primi dati di una ricerca previsionale sul mercato televisivo italiano e in particolare sul mercato della Tv a pagamento. Secondo la ricerca, il mercato complessivo della televisione digitale potrebbe crescere dagli 8 miliardi di euro del 2008 fino ai 9,4 miliardi stimati per il 2012.

A cambiare sarà la suddivisione delle fonti di revenue, la cui composizione, alla fine dello scorso anno, vedeva primeggiare la pubblicità (il 45% del totale), seguita dai ricavi da pagamento diretto per abbonamenti e servizi Pay-Per-View e Video On Demand (33%), e dal canone (22%).

Entro il 2012, prevede però e-Media Institute, i ricavi da inserzioni commerciali cresceranno a ritmi contenuti anche dopo la forte contrazione del 2009, scendendo a una quota del 39%, superati dai ricavi derivanti dalle offerte pay che cresceranno a un tasso medio annuo del 9,8% per arrivare a raggiungere il 40% dei ricavi totali). Anche il canone perderà circa 2 punti di quota, assestandosi al 20% del totale.

Focalizzandosi sul segmento pay, Pucci ha ipotizzato la crescita del numero di utenti dagli attuali 8,1 milioni (pari al 34% delle famiglie televisive italiane), a 11,8 milioni (quando la share sulle famiglie tv salirà al 49%). Come mostra la chart qui sotto, cresceranno naturalmente anche i ricavi: dagli attuali 2,6 miliardi di euro ai 3,8 miliardi del 2012.

Abbonati / utenti di servizi di Pay-TV in Italia (milioni)
e ricavi complessivi da pagamento diretto per servizi Pay-TV (miliardi di euro)

Fonte: e-Media Institute © e-Media Research Ltd.
Note: sono inclusi gli utenti che accedono ai soli servizi PPV tramite carta prepagata su piattaforma digitale terrestre. Esclusi gli utenti dei servizi MobileTv/WebTv. I ricavi da pagamento diretto includono i soli proventi da abbonamenti e PPV/VOD.

Lo scenario della pay Tv sarà dominata dalla piattaforma satellitare, seguita dalle offerte veicolate su Digitale Terrestre che dovrebbero poter raggiungere circa 4,5 milioni di utenti alla fine del 2012 (anno in cui è previsto lo switch off delle trasmissioni analogiche in tutta Europa).

Contemporaneamente ai dati della ricerca previsionale, e-Media Institute ha pubblicato oggi anche la nuova edizione della mappa Digital TV Channels in Italy (in allegato ), utile e importante per comprendere la composizione dell'offerta dei canali digitali ricevibili attualmente sul mercato nazionale. Dal censimento effettuato, i canali generalisti, quelli di sport e di intrattenimento (prevalentemente film e fiction) risultano i più numerosi, mentre si registra un forte incremento dei canali dedicati ai pubblici più giovani e una riduzione dei canali adult-only offerti gratuitamente via satellite. Complessivamente, i canali offerti a pagamento sono 179 mentre quelli in chiaro 219 (il 55% del totale).

Il ruolo della IpTv

Entrando nel vivo del tema del forum odierno, Pucci ha successivamente illustrato il ruolo delle piattafforme di IpTv nello scenario complessivo della televisione italiana. Un ruolo finora marginale ma che già nel 2008, grazie soprattutto all'ingresso nel settore di Telecom Italia con Alice Home Tv , ha registrato una forte accelerazione.

Quali potranno essere i fattori chiave per il suo sviluppo Pucci lo ha spiegato molto chiaramente: l'aggiornamento delle reti e delle connessioni, che devono essere adeguate a trasmettere anche contenuti più pesanti (alta definizione in primis); l'integrazione "complementare" con le altre piattaforme televisive (in questa direzione va ad esempio l'accordo annunciato ieri per la redistribuzione attraverso Alice Home Tv dei contenuti di Mediaset Premium ); il riposizionamento della piattaforma stessa come veicolo né free-to-air né pay - "free to pay" l'ha definito Pucci; l'aggregazione di canali e contenuti lineari e non lineari; l'avvio di iniziative commerciali triple o quadruple play più convenienti e meno vincolanti per i clienti finali.

Giovanni Moglia, presidente della neonata Associazione Italiana Operatori IpTv (che riunisce tutti i tre operatori sul mercato, dopo la recente uscita di Tiscali, e cioè Fastweb, Telecom Italia e Wind ), ha quindi ulteriormente sottolineato le ragioni del ritardo con cui la piattaforma si sta affermando nel nostro paese. "Quello della IpTv - ha affermato - è un concetto difficile da spiegare ai consumatori italiani, che non hanno alcuna esperienza di televisione 'via cavo' come altrove, come difficile è spiegare il reale significato di 'on demand'. Inoltre, la stessa offerta di contenuti è apparsa finora limitata e confusa  agli occhi dei possibili utenti. Un'influenza tutt'altro che favorevole hanno avuto anche da un lato le condizioni di mercato e dall'altro la situazione normativa".

Un esempio sono le problematiche legate ai diritti di trasmissione per il VOD: mentre il servizio è assolutamente paragonabile a quello del noleggio home video, l'IpTv deve aspettare tre mesi dopo l'uscita dei dvd per trasmettere film, e può farlo solo per una 'finestra' assai limitata, perché subito dopo entrano in gioco le tv a pagamento. Citando il caso della Francia, 'best in class' europeo con i suoi quasi 4 milioni di abbonati ai servizi di IpTv, Moglia ha infine ricordato come uno dei fattori chiave della crescita della piattaforma sia stata una politica fiscale di agevolazione, mentre l'Italia è andata - proprio recentemente - in direzione diametralmente opposta...