Interviste

Vigorelli ricorda Maurizio D'Adda. "Era una rockstar, sapeva dare valore all'idea più banale e sedurre con la parola. Veniva dal Cabaret, per lui la pubblicità era spettacolo"

"In agenzia - ci racconta Vigorelli - ci eravamo suddivisi i compiti come al ristorante: io ero in cucina, sul pezzo, Maurizio serviva ai tavoli e Riccardo arrivava con il conto. Così abbiamo avuto grandi soddisfazioni, lavorando su tutti i marchi più importanti come BMW, Campari e Mercedes". E aggiunge: "Noi credavamo nella pubblicità come spettacolo, eravamo artisti che regalavamo al consumatore 30 secondi di divertimento in cambio del suo interesse. Un valore, questo, che si è perso, mi pare. Non dimentichiamo che Maurizio arrivava dal Cabaret, con il suo gruppo, i 'Cachi d'aspa', ed ha portato in pubblicità quel divertimento tipico dello spettacolo".

Dopo quello di Riccardo Lorenzini (leggi news), vi proponiamo il ricordo di Maurizio D'Adda da parte di Gianpietro Vigorelli, che con i due manager ha fondato, nel 1997, la D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, dopo aver lavorato con loro in Saatchi&Saatchi dall'86 al 1993-94 e ancora prima in Havas.

"Abbiamo condiviso la vita d'agenzia per 35 anni. Quando ci siamo incontrati Maurizio faceva il direttore creativo ed io ero un ragazzotto di buone speranze. Insieme abbiamo fatto un percorso fantastico,  in un momento di mercato fantastico, lavorando divertendoci e cercando di non farci le scarpe l'un con l'altro come oggi spesso accade. Negli anni abbiamo consolidato un'amicizia durata nel tempo e proseguita anche nella malattia. L'ho incontrato l'ultima volta domenica." dichiara Vigorelli.

"Maurizio era una rockstar, l'uomo più irrazionale mai conosciuto, un professionista delle idee rilevanti e fulminanti, che mi ha insegnato a lavorare con l'istinto e a vivere in un certo modo. Insieme abbiamo condiviso un'epoca bellissima. Ci siamo voluti molto bene. Mi mancherà parecchio" prosegue il pubblicitario. "Grazie alla sua incredibile abilità con le parole, sapeva sedurre tutti ed era in grado di vendere qualsiasi cosa. Era un precursore dello storytelling e riusciva a dare all'idea più banale un valore nel raccontarla".

"In agenzia - ricorda Vigorelli - ci eravamo suddivisi i compiti come al ristorante: io ero in cucina, sul pezzo, Maurizio serviva ai tavoli e Riccardo arrivava con il conto. Così abbiamo avuto grandi soddisfazioni, lavorando su tutti i marchi più importanti come BMW, Campari, Mercedes. Ma il lavoro per noi era anche un divertimento, cercavamo di non prenderci troppo sul serio e da questo approccio nascevano progetti bellissimi. Ora molti lavorano con i big data ma devo dire che il risultato è una tristezza...". "Noi credavamo nella pubblicità come spettacolo, eravamo degli artisti che in qualche modo regalavamo al consumatore 30 secondi di divertimento in cambio del suo interesse. Un valore, questo, che si è perso, mi pare. Non dimentichiamo che Maurizio arrivava in pubblicità dal Cabaret, con il suo gruppo, i 'Cachi d'Aspa' ed ha portato nel mondo dell'advertising quel divertimento tipico dello spettacolo".