Ricerche

Business travel, tiene solo l'intercontinentale. Persi 1,1 milioni di viaggi nel 2012

In un anno di forte perdite, la performance meno negativa è quella dei viaggi all’estero, mentre soffrono le trasferte di lavoro nazionali. Aereo e treno meglio dell’auto. I travel manager sono finiti nella trappola del pessimismo.
La rivista Turismo d’Affari ha presentato in occasione della Bit - Borsa Internazionale del Turismo i dati della dodicesima edizione del suo Osservatorio sul Business Travel (OBT). La ricerca, condotta dal professor Andrea Guizzardi, è realizzata con il supporto scientifico e tecnico della Scuola Superiore di Scienze Turistiche e il patrocinio del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna
Sono sponsor ufficiali airberlin e HRG Italia con il supporto di AirPlus International e HRS.com. 

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L’indagine ha analizzato il mercato del turismo d’affari in Italia nel 2012. L’Osservatorio sul Business Travel è l’unico strumento di indagine in grado di fornire informazioni statistiche sulle dinamiche del mercato italiano del business travel, in quanto fin dalla sua prima edizione rivolge le proprie interviste direttamente ai responsabili della gestione dei viaggi di un campione di imprese stratificato per dimensione e settore produttivo. 

L’OBT ha evidenziato una perdita di circa 1,1 milioni di viaggi nel 2012 rispetto allo scorso anno, fermandosi a un numero di trasferta pari a 29,9 milioni. La contrazione del 3,3% è il risultato di sintesi tra la performance di un mercato nazionale più sofferente che registra contrazioni più marcate rispetto alla componente internazionale, dove tiene il solo segmento intercontinentale con una perdita che si ferma al -0,3% rispetto al 2011. 

L’aereo realizza per il secondo anno consecutivo la migliore performance tra i mezzi di trasporto utilizzati per le trasferte, con una crescita dell’1,4%, ma è il dato negativo dell’auto (-7,4%) a riflettere maggiormente le difficoltà del mercato nazionale e il crollo dell’escursionismo d’affari. 

L’aumento dell’offerta di tratte/orari e posti permette al treno di fermare la perdita a -1,1%. I viaggi dalla durata più lunga arretrano 'solo' dello 0,6%, mentre l’escursionismo d’affari scende a - 5,6% rispetto al 2011, dati che si possono leggere come effetto del buon risultato del segmento intercontinentale e della evidente strategia da parte degli uffici acquisti di accorpare le trasferte per ridurre i costi. 

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Nel 2012 la spesa per viaggi d’affari è salita a quota 18,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,1% rispetto ai valori dell’anno precedente. Tuttavia, in termini reali, senza cioè considerare l’inflazione e l’aumento dei costi legati alla svalutazione del cambio euro/dollaro, si registrerebbe una contrazione, come spiega Guizzardi: «Il 2012 non può essere considerato un anno positivo per il segmento del business travel, anche se un suo rilancio pare possibile». 

Le aspettative sono tutte per il 2013. «Se nel 2013 – auspica Guizzardi – il nuovo governo avrà la forza di realizzare politiche industriali e riforme in grado di incrementare in modo significativo i tassi di crescita e la capacità di attrarre capitali stranieri, credo che a fine anno si possa registrare un incremento nella spesa aggregata tra il 3% ed il 6%. 

La previsione è compatibile da un lato con il prevalere dei travel manager ottimisti, dall’altro con il fatto che tra i pessimisti vi è un nocciolo duro di top spender costituito da multinazionali estere attive nel settore del terziario. 

 Colpisce, tuttavia, l’incertezza delle valutazioni: si potrebbe chiamare trappola del pessimismo, lo stato in cui sono caduti alcuni travel manager che pur vedendo la possibilità di una ripresa stabile, non riescono a dirsi ottimisti viste le troppe occasioni in cui la ripresa annunciata non si è verificata».