Ricerche

Havas Worldwide, il cambiamento arriva dai 'Prosumer'

Uno studio internazionale delinea una nuova tipologia di cittadino, che influenza i consumi e acquisisce potere anche grazie ai social media. Si chiama Prosumer e, con la sua capacità partecipativa e di condivisione delle informazioni, obbliga le aziende a una sempre maggiore trasparenza.
'Il nuovo ruolo del cittadino-consumatore e il suo comportamento nella società' è l’oggetto di indagine del 'Prosumer Report 2013', ricerca condotta dal gruppo di comunicazione Havas Worldwide su un panel di oltre 10.000 persone, in 31 paesi, tra cui l’Italia. 

L’analisi, grazie a un algoritmo proprietario elaborato da Havas, prende in esame due categorie di consumatori: i Prosumer, in questo studio il 21% del totale, e i consumatori Mainstream
I Prosumer sono persone che hanno la capacità di anticipare e influenzare i trend e i consumi a livello mondiale: cercano costantemente le novità, sono più attivi e tecnologici, accolgono le innovazioni e trasmettono attitudini e idee. Il dato più eclatante emerso dalla ricerca, a livello globale, è l’emergere di un cittadino con più potere nella società di oggi, grazie anche ai social media (43% Prosumer mondo). Nasce un nuovo modo di 'essere cittadini', più consapevoli e partecipativi, in grado di influenzare i trend e le scelte dei grandi (politici, istituzioni, imprese e media tradizionali).

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I nuovi media a disposizione permettono loro di far sentire le proprie istanze, di unirsi tra categorie e comunità, determinare i cambiamenti nella società attraverso scelte di consumo responsabili e comportamenti etici. E anche l’Italia conferma il trend internazionale: i social media sono uno strumento determinante per favorire il cambiamento (80%), conferiscono più potere ai singoli ridisegnando la sfera delle relazioni con la società dei consumi e le istituzioni. Rispetto a questo scenario in evoluzione appare evidente che i marchi e le imprese devono dialogare con questi nuovi consumatori che sanno cosa vogliono e che posseggono gli strumenti per far sentire la loro voce in modo autonomo e indipendente. 

Due terzi del campione (75%) ritiene di aver più influenza nella società come consumatore responsabile, che come elettore. A fronte di una minor fiducia nelle istituzioni, infatti, per molte persone il voto più importante non è quello occasionale dell’urna, ma quello quotidiano fatto di scelte di acquisto e di azioni responsabili per il bene della società. 

Gli italiani si dichiarano più attenti all’impatto sociale e economico dei loro consumi e sono disponibili a spendere di più per gli acquisti responsabili e per quelli locali a supporto del made in Italy. 

Inoltre, in linea con il trend globale, i nostri Prosumer ritengono che le loro marche e aziende preferite costituiscano un volano di sviluppo nei confronti delle comunità locali (78% in Italia, 76% globale). Si assiste a una condivisione di responsabilità nel risolvere i problemi mondiali tra i cittadini-consumatori e le aziende nell’implementazione di progetti di pubblica utilità. Secondo gli intervistati, i fattori determinanti che definiscono un buon cittadino sono: 
- comportarsi in modo etico e responsabile (55% vs. 72% mondo),
- essere autosufficienti e prendersi cura della propria famiglia (48% vs. 54% mondo), 
- essere un consumatore responsabile (34% vs. 40% mondo). 

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Rosanna D'Antona, presidente D’Antona & Partners/Havas PR, dichiara: “Oggi le aziende stanno comprendendo quanto sia importante che tutti gli stakeholders conoscano la disponibilità dell'impresa a sostenere, insieme ai consumatori e cittadini, le istanze di responsabilità sociale e ambientale che ormai fanno parte della nostra quotidianità. La comunicazione nello scenario odierno deve agire su un sistema complesso di relazioni e di influenze (dai blogger ai formatori di opinione, fino ai dipendenti delle stesse imprese), che va governato e monitorato costantemente con la trasparenza e l’etica dettata da una società democratica e civile”. 

Perrine Ripert, amministratore delegato di Havas Worldwide Digital, conclude: "Con gli strumenti che offre internet, il consumatore ha sempre più potere e può far sentire la propria voce. Può, attraverso i social media, fare o disfare la reputazione di un’azienda ed essere sentito in tutto il mondo e in tempo reale. Ciò obbliga le aziende alla trasparenza e alla massima coerenza tra l'immagine che proiettano di sé e i loro comportamenti reali".