BEA Italia Festival 2021. THE NEW STAGE calls NEW EDUCATION: i giovani? Già ‘skillati’ nel dna ma devono sviluppare uno spirito critico

Reskilling everywhere: Anche e soprattutto a causa della pandemia, il tema dell’aggiornamento di competenze sta impattando ogni settore: come indirizzare studenti e professionisti che si affacciano oggi alla live communication? Ne hanno parlato al Bea Festival 2021 Andrea Celi, Creative Director Filmmaster Events e Teacher IED Istituto Europeo di Design Master in Event Management, Valeria LoDeserto, Creative & Marketing Senior Director Discovery e Mauro Ferraresi, Direttore Scientifico Master in Management e Comunicazione degli Eventi IULM.

A moderare l’incontro, Riccardo Cigolotti, International Business Director Balich Wonder Studio.

Il tema del reskilling è oggi predominante nell’industry degli eventi e della comunicazione. I professionisti, durante la pandemia, si sono chiusi in casa a studiare nuovi modi di intrattenere e coinvolgere le persone anche alla luce delle nuove abitudini di consumo.

L’evoluzione interessa anche il settore della formazione. Com’è cambiato? Come si approcciano gli studenti di oggi al mondo degli eventi e della live communication? Cosa si insegna ai ragazzi e come recepiscono le informazioni?

“Insegno allo IED da 12 anni ed è intrigante vedere come sono cambiate le regole - commenta Celi -. Come si pongono i ragazzi? Direi che sono loro stessi a darci le regole, perché ‘vedono’ cose che noi non possiamo vedere e cerchiamo di incanalarli nella giusta direzione. Io lavoro molto sul metodo, sulla capacità di sviluppare pensiero e racconto, un contenuto solido. E li sto allenando a sviluppare uno spirito critico. Oggi c’è la moda del ‘mood’: tutti ti presentano dei ‘mood’ ma bisogna saper progettare, concretizzare. Pensare e agire diventa molto importante. I miei studenti sono molto concreti e lucidi, mentre fino a qualche anno fa erano più dispersivi. Il nostro compito è aiutarli ad applicare questa loro lucidità in un contesto lavorativo. Dico sempre “meno effetto wow, più effetto why”, perché i clienti spesso parlano un altro linguaggio e i creativi devono essere in grado di farsi capire spiegando ‘il perché’. Ho anche realizzato che i ragazzi di oggi sono bravissimi a combinare gli strumenti di comunicazione in contemporanea, è un ‘everywhere stage’. L’intrattenimento oggi fa accadere contenuti ovunque, digitale e fisico sono strettamente collegati, sempre. Il palco è dove accadono le cose, in un’arena o in un quartiere. Mai come oggi il mondo digitale e il mondo degli eventi live si parlano. E i ragazzi devono abituarsi a questa trasversalità”.

ADC Group è attivamente impegnata nell’ambito della formazione come partner del Master in Management e Comunicazione degli Eventi IULM. “L’università, oggi, è certamente più porosa rispetto a quando la frequentavo io - spiega Ferraresi -. Oggi il rapporto con le realtà aziendali e il mondo del lavoro è fondamentale. Al Master insegnano 60 professionisti e sono 40 le aziende coinvolte. Quello che cerchiamo di fare è dare un metodo ai ragazzi, facendo, ad esempio, tanti workshop e lavori di gruppo proprio come se fossero già in agenzia. Sono studenti già skillati, per certi versi hanno gli strumenti già nel loro dna. Noi li aiutiamo a relazionarsi con il mondo, soprattutto quello del lavoro”.

Cosa ne pensano le aziende? “Come Discovery, ci interessa capire l’aspetto valoriale delle nuove generazioni e gli strumenti che i giovani devono avere nella loro cassetta degli attrezzi - spiega LoDeserto -. Vi porto un esempio accaduto a noi: siamo una realtà particolare perché produciamo tanti contenuti. Non abbiamo avuto problemi in pandemia perché eravamo già un media. Il problema era come portare i nostri talent fuori dallo schermo. C’è stata quindi una riflessione interna per conoscere bene i nostri target, capire cosa cercano e cosa consumano, dove e quando. Abbiamo lavorato tantissimo sul mondo social e influencer marketing e, in quest’ambito, ci sono venute a supporto le competenze dei profli più giovani. Rispetto invece alle competenze che cerchiamo nella agenzie esterne, noi abbiamo bisogno di un punto di vista diverso che interpreti le caratteristiche del target che vive il nostro prodotto. Credo che in futuro saranno sempre più importanti le capacità di scrittura e di copy e le competenze digitali, per riuscire a creare experience uniche. Eventi digital che non vadano a ‘riempire il buco’ lasciato dagli eventi fisici, ma che si posizionino su un filone diverso.

Per quanto riguarda i talenti in erba, sono bravissimi, ma devono imparare a relazionarsi con l’esterno e a condividere il loro pensiero per creare relazioni di lavoro, in questo sono ancora acerbi. Certo, la maturità si raggiunge con l’esperienza sul campo”.

Serena Roberti