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BEA Italia Festival 2020. L’attrice e autrice Federica Cacciola: “La pandemia ha cambiato il linguaggio televisivo e comico. Dobbiamo ricostruire l’empatia con il pubblico”

In meno di un anno c’è stata una rivoluzione della società di cui non ci rendiamo ancora ben conto, una rivoluzione che ha cambiato profondamente il linguaggio dei media. Chi scrive e comunica, oggi, deve prima di tutto, ascoltare. Ascoltare i sentimenti e le emozioni del pubblico e riconoscerne gli stati d’animo.

Nel teatro, nella comicità e nella satira a volte la semplicità è un mezzo utile all'attore per arrivare a definire meglio il suo ruolo. Ma che cosa si intende per semplicità, nel lavoro attoriale? A parlarci di semplicità a teatro nella seconda giornata di contenuti del Bea Italia è stata Federica Cacciola, attrice, autrice e conduttrice conosciuta al grande pubblico soprattutto per aver ideato sul web nel 2015 ‘Martina Dell’Ombra’, personaggio satirico che raggiunge su Youtube oltre 40 milioni di visualizzazioni.

A conversare con lei sul tema, il filosofo Andrea Colamedici.

“In meno di un anno c’è stata una rivoluzione della società di cui non ci rendiamo ancora ben conto, una rivoluzione che ha cambiato profondamente il linguaggio televisivo e non solo. Noi che scriviamo di satira, ce ne siamo accorti quest’estate: quando siamo tornati a esibirci live, ci siamo resi conto che le persone non ridevano più alle vecchie battute, ma erano altre le cose che le facevano ridere. La comicità deve essere, prima di tutto, empatica, e adattarsi al momento storico. Ecco, comprendere il cambiamento del pubblico in questo momento non è semplice, è cambiato il paradigma stesso, perché è cambiato il mood, è cambiata la nostra vita sociale”.

Per quanto riguarda il mezzo televisivo, Federica avanza una riflessione: “Fa molto pensare, in questo momento, il fatto che la televisione stia sempre più rincorrendo il pubblico anziché guidarlo. Ecco, non so se è un bene, perché la televisione dovrebbe essere u punto di riferimento. Abbiamo visto mesi di contenuti monotematici dove il Covid ha monopolizzato qualsiasi cosa. E oggi, i giornalisti, gli autori, i comici, devono stare molto attenti a ciò che dicono, perché è cambiata la sensibilità del pubblico, che in questo momento è molto più suscettibile rispetto a certe tematiche”.

Federica porta l’esempio di ciò che è accaduto nel programma ‘Detto Fatto’: a causa di un siparietto con una rappresentazione stereotipata di una donna, il pubblico si è ribellato e il programma è stato chiuso. “Premettendo che il siparietto è venuto male, perché si è utilizzato un linguaggio comico completamente sbagliato e fuori luogo, vorrei porre l’accento sul fatto che questo programma c’è da 15 anni e i toni sono sempre stati quelli, molto goliardici. Gli autori si sono ritrovati, tutto d’un tratto, un pubblico che non ha più compreso lo spirito del programma. Chi scrive, oggi, deve prima di tutto, ascoltare. Ascoltare i sentimenti e le emozioni del pubblico, riconoscerne gli stati d’animo. Ad esempio, questo per la satira è un momento molto difficile, viene fortemente penalizzata. Perché la satira è, per sua natura, dissacrante, cattiva e il pubblico ora rifiuta qualsiasi messaggio ipercritico, si ha bisogno di messaggi rassicuranti. E’ invece un buon momento per tutto ciò che è politically correct e, da un certo punto di vista, è positivo perché finalmente viene posta l’attenzione su certe tematiche sociali inclusive che ora vengono più ‘sentite’. E’ sicuramente una grande conquista per la coscienza collettiva”.

Anche per il teatro questo è un momento difficile: “Il teatro comporta la presenza fisica, la necessità di raccontare in presenza. Non deve mollare, deve continuare a esistere, nonostante tutto, in senso germogliativo. Sono sicura che questo periodo passerà, ma c’è stato un grande cambiamento. Bisognerà, piano piano, ricostruire l’empatia, il modo in cui si sta insieme”.

Serena Roberti

 

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CREDITS

BEA – Festival Italiano degli Eventi e della Live Communication è un’iniziativa di ADC Group, con il Patrocinio del Comune di Milano

Quest’anno a metterci la firma è stata l’agenzia Piano B, che ha lavorato sul concept creativo, sul progetto e sulla produzione

 

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