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Bea World Festival 2017. Kiuru: “Tutto quello che sapete sugli eventi è sbagliato”

Nel suo intervento durante la seconda giornata del Festival, il creativo finlandese ha indicato ai partecipanti i punti salienti da tenere in conto creare un evento esperienziale, smontando le false convinzioni fino a oggi diffuse e dando nuove soluzioni al passo con i tempi. Ad esempio, che non esiste più il marketing esperienziale, ma il digiperential marketing, basato sulla fusione fra sfera fisica e digitale.

(Porto, dalla nostra inviata Ilaria Myr). “Everything You Know About Events Is Wrong. A Complete Guide to the Next Level of Experience Marketing”, ovvero “Tutto ciò che sapete sugli eventi è falso”: con un titolo così eloquente Timo Kiuru, Creative Director The Unthinkable, ha sollecitato, giovedì 17 novembre al Bea World Festival 2017 i partecipanti al workshop  a una riflessione profonda su quali sono gli elementi oggi davvero fondamentali nella costruzione e realizzazione di un evento esperienziale.

Il punto di partenza della sua riflessione è che non esista più il consumer, ma il customer : quindi non il consumatore, ma il cliente. “A questo cliente l’evento deve prima di tutto offrire un’esperienza grazie a un approccio creativo, a contenuti rilevanti e a uno storytelling efficace. Perché l’evento dovrebbe sempre raccontare una storia”.

Utilizzando delle parole fatte di acronimi di altri termini, Kiuru ha poi spiegato come debba essere oggi un evento per dirsi davvero efficace. “Innanzitutto deve essere ‘P.U.R.E’, ovvero: Personal, Unique, Repeatable ed Engaging. Quindi personale, Unico, Ripetibile in altri contesti e soprattutto coinvolgente”.

Ma come fare per pianificare un evento che sia davvero un’esperienza? Seguire le tappe sintetizzate nella sigla S.O.U.P. ovvero: Setting Objectives (fissando gli obiettivi), Orchestrate the emotions (Orchestrando le emozioni), creando un Umbrella, cioè un concetto sotto cui vanno tutti gli aspetti dell’evento, e infine Play With, giocandoci. “Gli obiettivi devono rispondere alle domande: cosa, come ma soprattutto perché sto realizzando quell’evento”.

Il risultato finale, secondo Kiuru, deve soddisfare tre aspetti: Action, Culture, Emotion. Una volta realizzato, la sua promozione deve seguire il concetto di SoLoMo, inventato dall’agenzia tedesca Vok Dams che contiene le parole social, local e mobile. “Questo perché nell’era digital non esiste più il marketing digitale in quanto tale – spiega Kiuru -, ma il digiperential marketing, che passa dalla creazione di un’esperienza attraverso la fusione della sfera fisica e di quella digitale”.

 

Per info:
www.unthinkable.fi
 timokiuru.com