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BEA Italia 2021. Gianmaria Restelli (Unipol Gruppo), presidente di giuria: "Mi aspetto molti eventi digital ma con modalità di engagement più innovative"

In uno scenario in grande evoluzione, per il manager una delle sfide attualmente più interessanti nella event industry va verso progetti che sappiano integrare realmente “microesperienze” fisiche e sicure alla parte digital, come banco di prova per eventi ibridi di grande efficacia. Nell'intervista rilasciata ad e20express Gianmaria Restelli fa il punto sullo stato dell'arte della event industry e del ruolo che ha il premio di ADC Group per il settore della live communication.

L'organizzazione del BEA Italia Festival procede a vele spiegate per un'edizione, quella in scena lunedì 29 novembre e si concluderà giovedì 2 dicembre, che intende lasciare il segno in uno dei periodi più bui per la event industry, duramente colpita dalla pandemia con regole anticontagio che ne hanno interrotto per oltre un anno le attività nella forma più tradizionale 'in presenza'.

Grazie a una resilienza e voglia di rimettersi in gioco senza eguali, l'intero settore si è reinventato ricorrendo all'utilizzo, a volte quasi esclusivo, del digitale e di tecnologie di ultima generazione.

Per l'industry della live communication si parla dunque di una nuova era, dove niente sarà più come prima. 

Siamo entrati su un altro livello di ‘gioco’. Ed è proprio da qui che ha preso forma il nuovo claim che caratterizzerà la manifestazione di ADC Group: ‘Welcome To The New Stage’.

A ideare format e concept creativo dell'edizione 2021 del BEA Italia Festival FeelRouge, la business unit Events e Brand Experiences di Balich Wonder Studio, che con il memorabile evento Maserati, ha trionfato alle competizioni italiana e mondiale del BEA lo scorso anno.

QUI L'INTERVISTA VIDEO al direttore creativo Simona Muti svela alcuni particolari della kermesse di quest'anno e spiega come il nuovo claim intende invitare all'ottimismo, essere un segnale di ripartenza per continuare a lavorare con positività e, allo stesso tempo, dire quanto agli addetti ai lavori manchi la realtà del palco fisico. 

Come ogni anno, a chiudere il Festival giovedì 2 dicembre la cerimonia di premiaizone del BEA Italia.

Una prestigiosa giuria di aziende incoronerà i migliori eventi andati in scena dal 1° ottobre 2020 al 18 ottobre 2021, giorno in cui si chiuderanno le iscrizioni.

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A presiedere i lavori della giuria del BEA Italia 2021 Gianmaria Restelli, Responsabile Comunicazione Esterna e Corporate Image Gruppo Unipol, a cui è stato affidato l'importante incarico quest'anno.

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"Presiedere la giuria del BEA 2021 è certamente un orgoglio per me, e per il gruppo che rappresento, prima di tutto perché è una responsabilità che deriva da una decisione degli attori stessi di questa industry: al BEA Italia 2020 il Club degli Eventi ha assegnato ad Unipol Gruppo il premio come azienda virtuosa nell’ambito eventi e questo ha portato alla presidenza dell’edizione 2021. Come giurato sono presente al BEA da diversi anni con tutta la passione, la professionalità e l’attenzione possibile e naturalmente in qualità di presidente intendo portare ancora di più tutto questo. Con l’impegno, al fianco del padrone di casa e amico Salvatore Sagone, a dare il mio contributo per generare il miglior lavoro di squadra in termini di valutazione e riconoscimento di tutta la creatività, la capacità di execution e i risultati che le agenzie della event industry metteranno in campo" ha dichiarato ad e20express Gianmaria Restelli.

In questa intervista il manager fa il punto sullo stato dell'arte della event industry e del ruolo che ha il premio di ADC Group per il settore della live communication.

Relativamente al Bea, come piattaforma di business che mette in contatto domanda e offerta nel settore della live communication, pensa rivesta un ruolo importante per lo sviluppo della cultura degli eventi in Italia? 

Il BEA negli anni ha rappresentato, in modo sempre più autorevole e consistente, il momento di sintesi organica e di visibilità esclusiva del mondo degli eventi in Italia, mostrando a livello pubblico tutto l’ingegno e le capacità professionali di questa industry. E in questo modo è diventato una piattaforma privilegiata e concreta in grado di supportare costantemente il matching di mercato e il business della live communication, generando tendenza e contribuendo a costruire in modo sempre più ampio la cultura degli eventi.

Il format è cambiato molto dalla nascita, 18 anni fa, adeguandosi alle trasformazioni in atto nello scenario della event industry. Su cosa pensa debba mantenere il focus oggi per assolvere pienamente alla funzione per cui è stato istituito?

18 anni di BEA sono davvero uno specchio importante della live communication e di come questo mondo si è evoluto. E giustamente il format ha seguito questa evoluzione, ampliando categorie, riconoscimenti, metodologia di valutazione, sinergie. Su cosa mantenere il focus? All’interno di uno scenario veramente in evoluzione ritengo sia fondamentale saper cogliere, valutare, premiare e valorizzare al massimo la qualità, la creatività, l’ingegno, la capacità strategica ed esecutiva dei protagonisti primari di questa industry: le agenzie e i professionisti che le danno vita ogni giorno. Continuando insieme a generare una vera cultura degli eventi.

Cosa si aspetta di vedere nell'edizione di quest'anno, che risente ancora degli effetti negativi causati dalla pandemia nel 2020?

Sappiamo bene, purtroppo, che nel 2020 e anche nei mesi successivi il mondo della live communication, a causa della pandemia, ha subito un colpo molto duro, con una riduzione del numero di eventi davvero consistente che potrebbe quindi riverberarsi in questa edizione del BEA. Sono però convinto che ci saranno molti eventi digital, come già era stato per il BEA 2020, ma con elementi importanti di innovazione nelle modalità di engagement".

Quali i trend secondo lei dominanti in un momento storico in cui il digitale ha assunto un ruolo particolarmente rilevante negli eventi?

Tra i trend più marcati della event industry in questo specifico e particolarissimo momento vedo sia un impegno sempre più rilevante nel cercare di realizzare eventi fully digital capaci di mantenere viva l’attenzione e l’engagement del target, con l’adozione di piattaforme e tecnologie sempre più evolute e customizzate, sia lo sviluppo di veri eventi ibridi con una forte personalizzazione dell’esperienza.

Una virata digitale che lascerà il segno anche nell'era post-covid secondo lei?

Si, direi che chi vive questa industry quotidianamente sa che è così. Un segno che se sarà vissuto e coltivato al meglio potrà generare nel tempo possibilità più ampie, crescita e valore. Mi trovo in linea con un’analisi emersa negli ultimi tempi che sottolinea come per la live communication sia in atto il passaggio dalla triade “contenuti-networking-intrattenimento” a quella definita da “connessioni di valore-intrattenimento-contenuti”.

Il mondo degli eventi live andrà ripensato o torneremo presto alla 'normalità' pre pandemia senza grandi differenze?

Lo scenario e l’evoluzione che con la pandemia tutti, a livello personale e professionale, stiamo vivendo ha già portato molte aziende e molti player di diversi settori a ripensare modelli di business, di distribuzione, a rivedere la relazione con i propri clienti e utenti. Così è anche per il mondo degli eventi e l’evoluzione è in atto. Un’evoluzione che però non può significare solo una direzione digital perché certamente per alcune tipologie di eventi la condivisione, la partecipazione e la presenza fisica non potranno mai essere sostituite. E infatti una delle sfide attualmente più interessanti a mio parere è cominciare a muoversi verso progetti che sappiano integrare realmente “microesperienze” fisiche e sicure alla parte digital, come banco di prova per eventi ibridi di grande efficacia.

Maria Ferrucci