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Mastrapasqua (CWT M&E) commenta i dati OICE: "Buona la crescita del settore, ma si può fare di più"

Il ceo si concentra su alcuni dati indicativi dell'andamento del settore, ad esempio sulla provenienza geografica dei partecipanti agli eventi, che, ancora, sono per il 60,8% locali.

CWT Meetings & Events, la divisione di Carlson Wagonlit Travel specializzata nell’organizzazione di eventi a tutto tondo, apprezza il Rapporto 2015 dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (OICE), che ha sostenuto per il secondo anno consecutivo, e rilancia la discussione sui dati emersi.

«La fotografia del mercato è molto interessante, anche perché grazie a un confronto con la prima edizione dello scorso anno possiamo leggere variazioni e trend - dichiara Armando Mastrapasqua (FOTO), senior director CWT Meetings & Events Italia -. In particolare è incoraggiante, dopo anni di contrazione, notare che gli indicatori più importanti sono in decisa crescita».

I dati relativi alla meeting industry evidenziati dalla ricerca - promossa da Federcongressi&eventi e realizzata da ASERI-Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - mostrano, infatti, rialzi a due cifre per il numero di eventi (quasi 392mila, +11,5%) e di presenze generate sul territorio (35,1 milioni, +15%), mettendo in luce una realtà dinamica e dal significativo impatto sull’economia italiana.

«Rispetto al passato, si nota con piacere anche il maggiore riconoscimento e attenzione da parte delle istituzioni verso il settore, per quanto non si siano ancora concretizzati i provvedimenti a supporto dello sviluppo del comparto che tutti auspichiamo» aggiunge Mastrapasqua.

L’Osservatorio evidenzia, per esempio, la provenienza geografica dei partecipanti agli eventi, che sono per il 60,8% locali, il 30,1% nazionali e solo nel 9,1% dei casi di provenienza internazionale. «Si tratta di un pesante gap rispetto ad altre realtà a noi vicine come Austria, Francia e Germania, che sono riuscite, grazie a investimenti mirati e sforzi condivisi anche con le istituzioni, a internazionalizzare molto di più la propria industria degli eventi. Gli asset che i territori, le location, le professionalità italiane sono in grado di offrire sono invece di altissimo livello e ci consentono di puntare ad accogliere un maggior numero di eventi di respiro internazionale, innanzitutto nel mercato corporate, oltre che in quello associativo», fa notare ancora Mastrapasqua.

Resta confermato, rispetto all’anno scorso, il dato sulla quota minoritaria di eventi contrattualizzati da un’agenzia, il 27,2% del totale: «Ci sono senz’altro margini di potenziale crescita per le agenzie - aggiunge Mastrapasqua -, che devono allargare il mercato degli eventi intermediati innanzitutto investendo sulla propria struttura per offrire sempre più valore aggiunto ai clienti».

Interessanti anche i dati, monitorati per la prima volta nella ricerca, sugli investimenti svolti e previsti dalle sedi per eventi nel 2015 e 2016. «È incoraggiante vedere che due sedi su tre decidono di investire sulle tecnologie il cui costante aggiornamento rappresenta ormai un presupposto necessario per chiunque voglia essere competitivo sul mercato - conclude Mastrapasqua -. Il nostro settore è del resto estremamente stimolante ma richiede un impegno continuo per saper fare sempre quel salto in avanti che ci porti al successo».