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Flumen lancia al suo team la sfida all’internazionalizzazione

I modelli del mercato internazionale e le sfide globali sono stati al centro della convention 'Exporting Talents' organizzata dalla holding guidata da Paolo Torchetti, che ha visto la partecipazione di partner e manager del gruppo, alcuni consulenti internazionali e un ristretto gruppo di ospiti.

Tre giorni per stare insieme, fare sport, degustare i tesori della gastronomia toscana, ma soprattutto per confrontarsi sul tema dell’internazionalizzazione. Questo è stato il senso di Flumen Factory, la prima convention organizzata da Flumen, holding guidata da Paolo Torchetti, che dal 15 al 17 maggio ha coinvolto, presso la tenuta La Capitana di Magliano in Toscana, partner e manager del gruppo, alcuni consulenti internazionali e un ristretto gruppo di ospiti.
 
Il filo conduttore dell’evento è sintetizzato dal titolo del meeting, 'Exporting Talent': una vera dichiarazione d’intenti per una società che ha avviato proprio in questi mesi un importante programma di espansione sui mercati internazionali.
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Ospite d’eccezione di Flumen Factory è stato Gabriele Muccino (nella foto in basso, con Tarchetti). Il regista romano ha raccontato la sua esperienza di successo negli Stati Uniti. “Gli americani apprezzano il nostro talento - ha spiegato -. Io credo che noi italiani siamo più intuitivi, più empatici, direi in sintesi più agili: procediamo per cortocircuiti e questo ci fa guadagnare tempo. Però se hanno un pregiudizio sulla nostra capacità organizzativa, forse qualcosa di vero c’è: il metodo conta”. Muccino ha poi parlato della sua esperienza di regista pubblicitario e in particolare rivolgendosi ai clienti, li ha invitati a essere più coraggiosi e a puntare sulla ricerca di idee nuove.
 
Il tema dell’internazionalizzazione è stato affrontato anche con il supporto di tre importanti consulenti inglesi, che hanno tracciato un quadro del mercato della comunicazione a livello globale, indicando tendenze e possibilità di sviluppo. Secondo Andy Collins, partner di Results International, “la crisi in atto aprirà opportunità per nuovi player innovativi e coraggiosi. Ci saranno processi di consolidamento e, appena sotto le big six, i grandi gruppi di comunicazione multinazionali, si intravede già uno spazio per nuovi attori innovativi”.
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A proposito di innovazione, secondo David Wethey, presidente di Agency Assessment, “Flumen ha il business model giusto per il ventunesimo secolo, con le sue società specializzate, ma capaci di lavorare insieme”. Concetto confermato da Collins, secondo il quale “anche i grandi network hanno al loro interno tutte le discipline, ma stentano a coordinarle e a offrire un servizio integrato”.
 
Londra, testa di ponte scelta da Flumen per lo sviluppo delle attività all’estero, inoltre, rappresenta un ideale territorio di caccia per acquisire nuove professionalità, “dove l’occidente e l’oriente si incontrano, con un grande serbatoio di talenti” ha spiegato Collins. E Jim Houghton, responsabile servizi di marketing del colosso della consulenza BDO Stoy Hayward, gli ha fatto eco con una notazione particolarmente interessante per una società in crescita: “Fra sei-nove mesi, quando l’economia migliorerà, molti talenti vorranno lasciare il loro lavoro per lanciarsi in nuove sfide. Questa sarà una grande opportunità per chi saprà accoglierli”.
 
La tre giorni in Maremma è stata anche l’occasione per ufficializzare la nomina di Luca Villani, già partner del network Brand Portal, a responsabile della comunicazione di Flumen Communications Companies.