Evento culturale

Il Padiglione della Repubblica del Camerun alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Titolo: “Nemo propheta in patria”

L’appuntamento è dal 20 aprile al 24 novembre 2024 a Venezia, Palazzo Donà dalle Rose. Commissario: Serge Achille Ndouma. Curatori: Sandro Orlandi Stagl, Paul Emmanuel Loga Mahop. Cerimonia di inaugurazione: giovedì 18 aprile, ore 17.

Dopo l'esordio del 2022, la Repubblica del Camerun torna protagonista alla 60. Esposizione  Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, con il progetto “Nemo propheta in patria”, che  vede invitati 5 artisti camerunesi e 8 artisti internazionali, provenienti da Italia, Germania,  Olanda, Francia, Colombia e Cina. 

Gli artisti di casa sono Jean Michel Dissake, Hako Hankson, Kendji & Ollo Arts, Patrick-Joël  Tatcheda Yonkeu, Guy Wouete mentre la compagine internazionale vede esporre Angelo Accardi,  Julia Bornefeld, Cesare Catania, Adélaïde Laurent-Bellue, Franco Mazzucchelli, Rex and Edna  Volcan, Giorgio Tentolini e Liu Youju. 

Il Padiglione è ospitato presso Palazzo Donà dalle Rose, da anni ormai sede di Padiglioni Nazionali di  Biennale dai coniugi Francesco e Chiara Donà dalle Rose e dalla loro omonima fondazione privata. Dopo aver portato alla Biennale nel 2022 la prima mostra ufficiale di NFT, il Padiglione della Repubblica del  Camerun è il primo a realizzare un'esposizione Carbon Net Zero, agendo in due direzioni complementari: si  applicheranno delle politiche di riduzione delle emissioni e di riutilizzo dei materiali e, alla fine  dell'esposizione, misurando ogni aspetto relativo alla mostra e utilizzando gli standard GHG, si calcoleranno  le emissioni di CO2 comunque emesse e si compenseranno con piantumazione certificata facendo nascere una nuova foresta in Camerun. 

Il progetto espositivo, ispirato al titolo della Biennale “Stranieri ovunque” ha spinto il commissario Serge  Achille Ndouma e i curatori Paul Emmanuel Loga Mahop e Sandro Orlandi Stagl, ad approfondire un tema  che trova diffusione ovunque e caratterizza ogni epoca. Il detto latino “Nemo propheta in patria” (Nessuno  è profeta in patria) infatti evidenzia la circostanza per cui raramente una persona gode di prestigio e  riconoscimento nel luogo in cui è nata e dove tutti la conoscono. Al contrario, è più probabile che ciò accada altrove, tra estranei. In questo contesto, un profeta è semplicemente una persona incompresa dai suoi  contemporanei e connazionali a causa della sua natura dissonante. Questa figura si distingue per qualcosa,  non necessariamente a livelli estremi o di genialità, ma per la sua capacità di guardare oltre, di vedere ciò  che gli altri non vedono, di anticipare i tempi e di pensare in modo divergente dalla massa. È per questo  motivo che viene spesso frainteso, specialmente nella sua comunità d’origine, dove c’è una maggiore  aspettativa di conformità alle “norme” del gruppo. 

Ci sono numerosi casi storici in cui individui illuminati hanno dovuto cambiare paese a causa dell’opposizione alle proprie idee o convinzioni, oppure hanno ottenuto riconoscimento solo dopo la morte. L’arte è stata sempre all’avanguardia nel superare le discriminazioni e nel diffondere idee in ogni ambito  sociale e geografico. 

In sintesi, il detto latino riflette una verità universale sulla difficoltà che molti innovatori incontrano nel farsi apprezzare e comprendere nel proprio ambiente nativo, dove spesso dominano le aspettative di conformità. Nell’ambito di una Biennale dedicata agli stranieri e alle loro diaspore, il Padiglione Nazionale della  Repubblica del Camerun porta all’attenzione internazionale alcuni artisti camerunesi e internazionali, fuori  dal loro contesto nativo, ma coinvolti in un progetto di ampie vedute. Il progetto celebra in generale coloro  che hanno dovuto lasciare la propria comunità alla ricerca di lavoro, attenzione e forse successo altrove.  Milioni di migranti hanno affrontato questa situazione in tutte le epoche, e si può affermare che nessuna nazione sia stata risparmiata, sia per aver alimentato questo fenomeno sia per averlo subìto. Il Padiglione della Repubblica del Camerun si presenta come il “padiglione delle meraviglie”, dove i progetti  di artisti locali e internazionali si mescolano per celebrare il coraggio di chi non ha mai abbandonato le  proprie idee, indipendentemente dal riconoscimento ottenuto a livello locale, guardando con ambizione  verso un orizzonte internazionale meritato. 

Un Padiglione in cui le differenze sono considerate una ricchezza e dove nessuno si sente uno “straniero”. Durante il periodo di apertura, Il Padiglione della Repubblica del Camerun, insieme alla Fondazione Donà dalle Rose, organizzerà numerosi eventi che vedranno la partecipazione di artisti internazionali tra cui il  cipriota Alexandros Yorkadjis, la scandinava Sonia Cristoph, l'inglese Tony d'Amico e l'americano David  Sirota, oltre alle voci tutte italianissime di Alice Valenti, Patrizia Ratti, David Berkovitz e Gianluca Balocco. Un  programma di eventi ad alto impatto culturale, che si preannuncia denso di sorprese ed emozioni. Il Padiglione è realizzato grazie al supporto della Fondazione Donà dalle Rose, BIAS Institute, The Doge  Venice Red Carpet, Cometh, in collaborazione con Massimo Scaringella

Info labiennale.org