Mariano Tredicini
Evento educational

Bea Educational. Mariano Tredicini (TIM): “Approcciare gli eventi attraverso una strategia data driven”

I dati quantitativi non bastano più per TIM, che oggi fa molto di più per conoscere i suoi clienti. Eventi e attività creati su misura per il target dove i numeri schizzano alle stelle grazie a proposte plasmate sui desideri dei consumatori.

Sfruttare i ‘data’ per gli eventi, per i social, per ottenere performance, risultati e numeri rilevanti. Mariano Tredicini (in foto), Head of Social Communication & TIM Data Room nel suo intervento al Bea Educational 2019 ha parlato del percorso attraverso cui TIM, dal 2009, ha iniziato a posizionarsi sui social diventando a oggi il primo brand in Italia per tasso di risposta a richieste di assistenza (98,75%) con un tempo di risposta medio di sette minuti. “All’inizio era una prateria, ma non avevamo fatto i conti con chi scandisce i tempi sui social, ovvero i consumatori, che diventano sempre più esigenti. Se nel 2011 le richieste di assistenza sui social erano circa 400 all’anno, quest’anno arriviamo a oltre 1 milione di richieste”.

La gestione di questa fitta rete di richieste ha consentito a TIM di capire che stava gestendo una rete di dati incredibili e che i dati quantitativi non bastavano più per conoscere a fondo i propri clienti.

“Abbiamo quindi deciso di sfruttare questi contatti, questi dati per approcciare agli eventi in modo diverso. Prendiamo l’esempio di Sanremo: nel 2017 abbiamo gestito ogni cantante come entità a se stante creando 20 palinsesti editoriali diversi per comunicare a target diversi attraverso un linguaggio specifico. Questo ha fatto sì che - la conferma arriva dai dati Nielsen -Sanremo fosse l’evento tv più social di sempre. Nel 2018, invece, poiché il la line up dei cantanti scelti da Baglioni non era molto ‘young’, abbiamo attuato una strategia completamente differente: abbiamo ideato una trasmissione tv su Facebook creando contenuti per un segmento di pubblico che probabilmente non avrebbe visto Sanremo riempiendoli con personaggi ‘data driven’, ovvero personaggi che la gente avrebbe voluto vedere e che magari erano scomparsi da tempo. Abbiamo creato un palinsesto - tra l’altro a basso costo - che ci ha permesso di raggiungere oltre 3 milioni di utenti. Infine, in occasione di Sanremo 2019 abbiamo voluto offrire un vero e proprio servizio ai cantanti ‘a porte chiuse’ fornendo loro un’analisi della propria strategia digital e dando dei consigli utili per migliorarla”.

Ancora, TIM è entrata nell’attualità con interventi nel programma Matrix affrontando temi giornalistici in tempo reale; ha poi sfruttato uno sport molto amato come il calcio per far emergere dati intelligenti sui calciatori in tempo reale, raccogliendo anche i tweet più ingaggianti postati da persone comuni e pubblicandoli sui led a bordo campo a San Siro. “C’è stato anche un piccolo caso mediatico: un utente aveva postato una tweet su Guarin, dicendo che aveva avuto una visione in cui lui avrebbe risolto la situazione. Dopo poco Guarin ha segnato e il ragazzo è stato contattato da tanti altri che volevano le sue ‘visioni’, diventando una piccola star”.

Ancora, TIM ha creato un’app di Fantacalcio che ha ottenuto 1 milione di download e 800K di utenti attivi. “Tutti esempi di come un approccio data driven inserito nel contesto e nel momento giusto possa rendere moltissimo - ha spiegato Tredicini”.

Serena Roberti

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