Evento educational

BEA Educational. Sì agli eventi culturali, purché l’azienda sia riconoscibile

Basta con la semplice apposizione del logo. Le aziende che credono nella cultura devono strinegere partnership con le agenzie e con il terriotorio per ideare e realizzare eventi culturali. Solo così è possibile avere un consistente ritorno d'immagine, a patto che l'azienda 'mecenate' sia sempre riconoscibile dietro all'operazione.
Arte e cultura come territorio di comunicazione per le aziende, come ambito di specializzazione per le agenzie, come motivo di promozione per gli enti pubblici. La tavola rotonda del Bea Educational Roma dedicata al tema ha visto a confronto esponenti di queste tre realtà.

Dal dibattito è emersa una nuova concezione: non basta più la semplice sponsorizzazione di una manifestazione artistica, ma l’evento culturale può essere ideato e creato dalla sinergia e dalla piena collaborazione tra azienda, agenzia e territorio.
AlbertoCassone.jpg“In Alphaomega - ha dichiarato Alberto Cassone, amministratore delegato dell’agenzia - abbiamo creato una business unit dedicata a progetti di arte contemporanea, Alphaomega Art. Case history come la mostra su Jean-Michel Basquiat prodotta e realizzata insieme a Chrysler dimostra che l’arte possa davvero creare un asse valoriale dal quale un’azienda può attingere per ottenere un sorprendente ritorno di immagine, ma anche per posizionarsi in modo inedito agli occhi del pubblico. L’interesse per la cultura è in crescita, bisogna convincere i privati a investire in questo ambito”.

Il ritorno di immagine di un’azienda passa anche attraverso valori intangibili. “L’arte - ha affermato Egidio Donato, sales & marketing director Editalia - contribuisce al cambiamento, alla maturazione della sensibilità estetica, ed educa le persone al valore della qualità e del bello”.
arte.jpgUn’azienda che da sempre ha creduto nel valore della cultura e investito in grandi progetti è Eni. “L’arte - ha dichiarato Lucia Nardi, responsabile eventi culturali - è l’elemento distintivo dei nostri eventi. Il ritorno in termini di valore della marca ha a che fare con la reputazione d’impresa. È necessario, però, essere riconoscibili. Eni, ad esempio, ha con la città di Milano un appuntamento annuale fisso: sotto Natale, infatti, esponiamo un’opera d’arte e offriamo al pubblico un’esperienza unica. Il pubblico ci aspetta, sa che Eni non manca all’appuntamento”.
“Le aziende che vivono l’arte come territorio per la creazione di partnership sono quelle che dimostrano di crederci davvero - ha aggiunto Maria Criscuolo, presidente Triumph Group -, mentre la semplice sponsorizzazione rischia di essere un’operazione per così dire di facciata”.
(Foto: Necessità Fotografica)

Francesco Marcolini, presidente Zètema Progetto Cultura, ha parlato a nome del Comune di Roma. La società è al 100% del Comune e si occupa di gestire le location culturali e di coordinare e organizzare gli eventi culturali nella Capitale. Gli introiti di Zètema sono garantiti al 50% da enti pubblici e per l’altra metà dagli sponsor. “Stiamo potenziando i rapporti con i privati e vogliamo allargare il parterre di aziende interessate a investire nella cultura e nell’arte a Roma. I nostri cinque ‘big spender’ sono, ad oggi, Lottomatica, Finmeccanica, Bnl, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit e la Camera di Commercio”.

Chiara Pozzoli