Inchieste

Sorrell/Benatti: Falsa partenza

L’Alta Corte di Londra condanna, poi ci ripensa. La spiegazione dell’insolito pasticcio giuridico risiederebbe nel non rispetto dei tempi concessi dall’organo giudiziario al manager veronese per organizzare la propria difesa.

Si sfiora il paradosso nell'ormai intricatissima querelle che vede opposto il colosso Wpp, guidato dall'onnipresente Martin Sorrell, e l'ex country manager Marco Benatti , cacciato su due piedi nell'ormai lontano 9 gennaio. L'ultimo atto della contesa riguarda il primo pronunciamento da parte di un organo giudiziario, e la sua quasi istantanea revoca chiesta, per di più, dalla parte beneficiaria del verdetto emesso. Se volessimo contestualizzare l'accaduto in ambito sportivo si potrebbe parlare di falsa partenza.
Infatti, rispetto alla sentenza emessa mercoledì 8 marzo, con cui ordinava a Marco Benatti la restituzione dell'introduction fee di 206 mila euro per la vendita di Media Club a fronte della rottura e violazione del contratto e del dovere fiduciario nei confronti di Wpp, l'Alta Corte di Giustizia di Londra ha fatto marcia indietro. In un comunicato diffuso ieri a tarda sera (vedi notizia correlata) il Gruppo Wpp ha annunciato di avere presentato "richiesta di revoca presso l'Alta Corte di Londra del provvedimento di sentenza contro il Sig. Benatti (il "convenuto") emesso il giorno 8 Marzo u.s.". "La richiesta di revoca si motiva – continua il comunicato - per consentire al Sig. Benatti (il "convenuto") di costituirsi, nei tempi previsti, agli atti in giudizio. Infatti, la precedente ed originaria costituzione in giudizio, datata 25 febbraio 2006, presentata dal Signor Benatti era stata respinta dalla Corte per vizio di forma". 


È proprio su questo punto che intorno alla vicenda si è creata una certa confusione aggiungendo perplessità a quelle che già, numerose, si registrano intorno a tutta la vicenda. Il vizio di forma al quale allude la nota stampa di Wpp consisterebbe fondamentalmente nei limiti di tempo entro i quali a Marco Benatti era consentito organizzare la propria difesa, 21 giorni. Poiché Wpp avrebbe chiesto all'Alta Corte una sorta di provvedimento di urgenza, quest'ultima avrebbe pronunciato l'order non facendo caso ai tempi concessi alla difesa, incorrendo quindi in un errore. In questo senso si spiegano le posizioni di Benatti e del suo avvocato, Claudio Consolo , riportate ieri dalla stampa quotidiana e da ADVexpress. Consolo definiva "illegittimo" l'ordine della Corte, aggiungendo che "la sentenza non ha valore per l'ordinamento italiano e nemmeno per quello inglese perché non c'è stato contraddittorio", per concludere che "il cancelliere ha agito in buona fede emettendo un provvedimento senza nemmeno attendere le tre settimane di tempo previste dalla legge inglese per la difesa".

A complicare il tutto si aggiunge anche lo stesso Benatti che, secondo quanto risulta ad ADVexpress, avrebbe inviato la documentazione a propria difesa a un indirizzo sbagliato. Insomma, un pasticcio di cui l'Alta Corte sembra essersi resa conto e, pertanto, avrebbe chiesto a Wpp di chiedere, a sua volta, la revoca. Da qui il gesto "cavalleresco" della holding inglese, maturato, secondo la dichiarazione contenuta nel comunicato, "per onestà e trasparenza verso gli organi di informazione". La nota stampa conclude che "a seguito di una valida costituzione del Signor Benatti, il procedimento riprenderà secondo il normale iter processuale".
Nella giornata di oggi, o di domani, dovrebbe essere ufficializzata la revoca. Il giallo continua.