Interviste

#BrandtoBE con Alberto Rossini (YAM112003). "Quando si tornerà al “business – almost - as usual” la flessibilità e la cooperazione tra i diversi attori in campo saranno le parole chiave del branded entertainment televisivo"

Prosegue con l'intervento del Branded Entertainment and TV Director dell'agenzia la rubrica realizzata da ADVexpress in collaborazione con l'Osservatorio Branded Entertainment. In questa intervista Rossini spiega che tra gli approcci adottati nel 2020 dal branded entertainment per far fronte alla pandemia che proseguiranno anche quest'anno ci sono capacità di ripensare a fondo i progetti e l'impegno nello sperimentare soluzioni tecniche innovative e modalità narrative originali. Nei contenuti c’è un forte trend di ripresa del food.

Nuovo episodio della rubrica  realizzata da ADVexpress in collaborazione con l'Osservatorio Branded Entertainment che attraverso interviste, racconta il loro punto di vista degli associati sui cambiamenti in atto, sull’anno appena concluso e sui trend del branded content & entertainment in quello appena iniziato.  La parola ad Alberto Rossini Branded Entertainment and TV Director dell'agenzia YAM112003.

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L’anno 2020 si è appena concluso, con tutte le difficoltà causate dalla pandemia; abbiamo assistito a un cambio di strategie, linguaggi, modalità di costruzione dei progetti. Quali pensi siano gli aspetti che ci porteremo dietro anche nel 2021?
 

La pandemia ha costretto tutti gli attori in campo ad adottare strategie di massima flessibilità, ad affinare la propria capacità di adattamento e reazione a scenari di incertezza e ad altissimo tasso di instabilità. Per rimanere sul mercato sono stati necessari prontezza di riflessi, la capacità di ripensare a fondo i progetti e la determinazione a portarli a termine anche quando sembrava impossibile. Ti faccio un esempio: a metà della produzione della terza stagione di B Heroes, in Marzo, ci siamo trovati in piena pandemia e nell’impossibilità di girare come previsto le ultime 5 puntate del programma. Per questo con il cliente è stato costituito un vero e proprio comitato di emergenza con riunioni praticamente quotidiane tra autori, produttori ed aziende coinvolte nel progetto grazie al quale sono state portate a
termine le puntate, profondamente riviste nei contenuti e nelle modalità di produzione ma fedeli allo spirito del programma e senza ritardi. Questo ci ha tra l’altro permesso di testare soluzioni tecniche innovative e modalità narrative originali che sono entrate a far parte del nostro bagaglio esperienziale e che potranno essere adottate anche in futuro. C’è poi anche un altro aspetto che trovo estremamente positivo: lo stato di incertezza ed emergenza ha determinato, almeno nella mia esperienza, una grande solidarietà tra aziende e professionisti: abbiamo capito che pur nei diversi ruoli siamo davvero tutti sulla stessa barca e per non farla affondare c’è bisogno di collaborazione, comprensione e solidarietà.
 
Parlando di branded entertainment televisivo, cosa ci riserverà questo nuovo anno? 
Speriamo tutti in una lenta normalizzazione, seguita da una decisa ripresa nel secondo semestre. Per questo si continuerà ancora per qualche mese a navigare a vista, con progetti semplici e a prova d’imprevisto per poi tornare ad un “business – almost -  as usual” dove credo che la flessibilità e la cooperazione tra i diversi attori in campo, che sono
state le armi vincenti del 2020, diventeranno parte stabile degli strumenti a disposizione del mercato. In termini di contenuti c’è un forte trend di ripresa del food, in versione familiare e collaborativa più che competitiva, e di tutto ciò che gira intorno alla vita casalinga, che non credo sia solo una conseguenza della pandemia ma una tendenza che si andrà consolidando.  Una sfida per il futuro sarà quella di pensare a contenuti per clienti del settore salute/farmaceutico mentre rimane ancora aperta quella legata ai temi della sostenibilità, finiti temporaneamente in secondo piano, ma destinati a tornare preponderanti. E poi, quando ci saremo lasciati il Covid alle spalle, dovremo lavorare molto per supportare i settori oggi più colpiti, come viaggi, turismo, ristorazione.

Il settore della ristorazione è stato gravemente colpito dalla crisi causata dalla pandemia e dal conseguente lockdown. Per dare supporto ai professionisti, chef e ristoratori su scala globale, avete realizzato per S. Pellegrino la campagna #SupportRestaurants, diffusa su digital e stampa: puoi raccontarci l’iniziativa?
 L’obiettivo di S.Pellegrino era proprio quello di supportare concretamente un settore al fianco del quale opera da 120 anni, riavvicinando i clienti ai ristoranti dopo un periodo forzato di lontananza. L’iniziativa è stata lanciata con un grande evento digitale, Turning the Tables, in cui i protagonisti del mondo food si sono confrontati per trovare una strategia comune e favorire la ripartenza del settore. Abbiamo dato vita a un vero e proprio
movimento, #SupportRestaurants e ad una campagna worldwide che le diverse countries del gruppo hanno lanciato nel momento dell’uscita dai rispettivi lockdown. Un film manifesto ha poi raccontato l’impegno del brand nei confronti del mondo della ristorazione mentre una campagna digital e social ha ricordato al pubblico il piacere di stare insieme. La stampa ha dato risalto agli impegni concreti del brand che ha supportato una grande asta di esperienze gastronomiche, 50Best for Recovery. Infine gli influencer hanno partecipato ad anteprime speciali nei ristoranti con l’obiettivo di stimolare il ritorno della clientela.