Inchieste

Norma sulla deducibilità, Zaniboni: "Un danno irreparabile"

L’allarme è stato lanciato da Mauro Zaniboni (nella foto), presidente di un’agenzia di convegni, nel corso del seminario organizzato da Federcongressi in BTC International sulla controversa legge che disciplina il trattamento fiscale delle prestazioni alberghiere e di ristorazione. La Federazione prosegue, a riguardo, la propria attività di pressione sul legislatore.

Mauro_zaniboni.JPGNell’ambito della scorsa edizione di BTC International, la fiera di riferimento per la meeting & incentive industry italiana tenutasi a Roma il 6-7 novembre, Federcongressi ha organizzato una tavola rotonda dal titolo Le nuove disposizioni in materia di detraibilità dell’IVA e deducibilità dei costi per i servizi alberghieri e di ristorazione: i riflessi negativi sulle imprese organizzatrici di eventi.

Il riferimento è all’art. 83 del Decreto legge 112/2008, convertito nella legge 103/2008, in materia di trattamento, ai fini dell’Iva e delle imposte sul reddito, delle prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande. Questo decreto innova in modo sostanziale la deducibilità di queste prestazioni limitandola al 75% della spesa complessivamente sostenuta, ed estende tale limite alla generalità delle imprese e dei liberi professionisti. Si tratta dunque di una normativa fortemente penalizzante per le aziende del settore congressuale e dei viaggi, che vedono limitata la possibilità di dedurre dai ricavi una parte significativa (-25%) di costi diretti e strettamente inerenti l’attività esercitata.

All’incontro, coordinato da Valeria Bortolotti, Dottore commercialista e consulente Federcongressi, hanno partecipato importanti referenti: Roberto Rocca, Direttore Generale Programmazione e Coordinamento delle Politiche Turistiche presso il Dipartimento Sviluppo e Competitività del Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Elisabetta Polimeni, Funzionario della Direzione Centrale Normativa e Contenzioso presso l’Ufficio Persone Fisiche dell’Agenzia delle Entrate; e Mauro Zaniboni (nella foto), Presidente MZ Congressi.

Elisabetta Polimeni ha illustrato la normativa nel dettaglio. "Per quanto riguarda le imprese - ha spiegato - in seguito alla modifica dell’art. 109 del TUIR, le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazione di alimenti e bevande, ferma restando l’inerenza delle stesse all’attività d’impresa, sono deducibili nella misura del 75%. Per quanto riguarda i professionisti, in seguito alla modifica dell’art. 54, comma 5, le spese in questione, se inerenti all’attività professionale, subiscono un doppio limite di deducibilità, in quanto le stesse sono deducibili nella misura del 75% e, in ogni caso, per un importo complessivamente non superiore al 2% dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Si ritiene che la limitazione al 75% della deducibilità di queste spese debba trovare generale applicazione, indipendentemente dalla finalità per cui la spesa è sostenuta. Pertanto, qualora le spese alberghiere e di ristorazione si configurino come spese di rappresentanza, il professionista potrà dedurre le stesse nella misura del 75% ma per un importo complessivamente non superiore all’1% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Analogamente, le spese alberghiere e di ristorazione sostenute dal professionista per la partecipazione a convegni, congressi e simili dovranno essere assunte nella misura del 75% e saranno ammesse in deduzione nel limite del 50%. In sostanza, occorre calcolare il 50% del 75% del costo relativo".

"Pur comprendendo le logiche di buon governo, che esigono il pareggio di bilancio per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Ue, questa norma può creare danni irreparabili al settore eventi - ha poi considerato Zaniboni -. Sul 25% non deducibile infatti viene pagato un totale di 31,40% di imposte. In pratica ogni mille euro di acquisti di hotel e ristorazione ne costano al cliente finale 1.163. Soprattutto considerando il momento di crisi economica generale, questa norma è un ulteriore 'colpo basso' alle nostre imprese".

"Pertanto io personalmente, ma penso anche tutti gli operatori del settore - ha concluso - appoggiamo con forza la richiesta di Federcongressi ai parlamentari italiani di un emendamento che chiarisca la non applicabilità di questa norma ai Pco e alle agenzie di organizzazione di eventi. Mi permetto anzi una richiesta ulteriore: la non applicazione di questa norma a tutto il settore congressi ed eventi. Pensiamo alla formazione in medicina (Ecm): questa norma penalizza un’attività con finalità formative e scientifiche, non turistiche o commerciali, a danno della professionalità dei medici e della qualità del nostro Servizio sanitario".