
Evento culturale
Aspettando “We Will Design – the Convivial Laboratory”, BASE Milano presenta The Convivial Laboratory – the Camp e Temporary Home
BASE Milano continua a raccontare i progetti che saranno protagonisti del programma 2024 Di WE WILL DESIGN, con cui dal 2021 presenta al Fuorisalone il meglio della ricerca sull’architettura e le sperimentazioni di design nazionale e internazionale.
Dopo le installazioni Talamo di Lemonot e Flowair di Ingo Maurer, la Open Call in collaborazione con Stimuleringsfonds / Creative Industries Fund NL e la relazione con Università e accademie italiane e internazionali, il centro culturale milanese presenta due progetti unici di residenza.
Il primo è The Convivial Laboratory – the Camp, un esperimento collettivo che indaga le diverse forme dell’abitare. Dal 12 al 23 aprile verrà allestito un campeggio sulla terrazza di BASE, aperto a un gruppo di 20 partecipanti tra designer, student, curator e operator culturali. 10 giorni di soggiorno realizzati in collaborazione con l’agenzia di design e ricerca Parasite2.0.
È immediata l'assonanza con la "protesta delle tende" che, nella primavera 2023, ha portato alcuni studenti ad accamparsi di fronte al Politecnico di Milano per protestare contro il caro affitti. Questo progetto trae ispirazione da quel momento e va oltre, sino ad analizzare un'emergenza planetaria, ossia la coesistenza in contesti complessi e iper-globalizzati. Il Camp vuole provare a immaginare una coesistenza basata sulla solidarietà, che metta al centro relazioni e convivenza con gli altri.
Parasite2.0 – fondata da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo – costruisce uno spazio ibrido, tra la grande piazza dei movimenti di protesta metropolitani e gli sconfinati spazi naturali della controcultura e le sue comuni. Un grande plateau e quinte leggere: un luogo per dormire, incontrarsi e confrontarsi.
Nell’ambito di Camp avverrà anche uno scambio di pratiche e discussioni condivise sul tema dell’abitare precario insieme a DOPO?: il centro culturale milanese, infatti, ha proposto a quattro designer di realizzare strutture abitative temporanee per ospitare dei runaways (“scappati di casa”) in cambio di contributi o prestazioni sulla base delle loro competenze e interessi.
Il secondo progetto, Temporary Home, abiterà le stanze di casaBASE, la foresteria di BASE normalmente dedicate all’ospitalità di artist e designer, con 5 progetti traduzione di 5 scenari all'avanguardia.
Angeli’s the light pensato dal collettivo Angeli (Nathan Raccah e Ward Lauwers), è una riflessione sulla convivialità a partire dalla condivisione del pasto con le persone care, dalla preparazione al suo consumo, rappresentato da una serie di utensili da cucina, oggetti ma anche simboli. Ognuno di questi strumenti costituisce uno studio sulla struttura del nostro mondo industriale e sui nostri legami emotivi con esso.
Found In Translation di Computer Room – collettivo presentato dal British Council e composto da Andu Masebo, Charlie Humble-Thomas e Jesse Butterfield – parte da 5 storie personali in 5 lingue diverse, da cui i designer hanno tratto ispirazione per altrettanti artefatti che raccontano la fragile bellezza di diverse culture.
Ispirata alla natura globale della Milano Design Week, Found in Translation si serve della lingua come punto accesso a culture sconosciute. Si parte da interpretazioni ingenue ma molto umane, che finiscono per stimolare nuove narrazioni.
Erica Curci con Moulting presenta, con calchi in silicone e capsule di Petri, un’analisi sulla pelle delle persone intesa come luogo di incontro e scambio di informazioni tra noi e il mondo. La ricerca artistica di Erica Curci dialoga con la biologia alla ricerca di una connessione tra le specie. In questo caso, la relazione tra i corpi (umani) e i microbi.
Radical Rituals 45ºN 1ºW-45ºN 35ºE, il progetto di forty five degrees che raccoglie alcune pratiche spaziali orientate al futuro e al cambiamento, lungo il 45° parallelo che attraversa l’Europa dalla costa atlantica al Mar Nero. forty five degrees è una pratica collaborativa internazionale di architetti e ricercatori provenienti da Grecia, Italia, Germania, Francia, e la Spagna, che trascende i confini geografici ed espande le sue reti internazionali per abbracciare la diversità delle eredità culturali.
Con un focus su un’esplorazione completa dell’ambiente costruito, la pratica di questo collettivo impiega ricerca, design, scrittura e sperimentazione artistica per analizzare gli intrecci fisici, sociali ed economici.
Radical Rituals è realizzato con il contributo di Allianz Foundation, Institut Français Bureau des arts plastiques, Perspektive Fonds, Akademie Schloss Solitude, Alfred Töepfer Stiftung, Goethe Institute Bucharest, Arc Bucharest, PUNCH Bucharest.
Sophie Conroy, infine, con Without a House mette in discussione il significato di “casa” privandosene per 6 mesi per esplorare modi di vita alternativi basati su un legame più forte con la comunità, la natura e il sé. Conroy condivide la sua esperienza con un’installazione intima, invitando a riflettere sul senso di casa, comfort, bisogno e dipendenza. Sophie Conroy è designer e embodied researcher, che utilizza la sua vita come strumento per esplorare ciò che non conosciamo, modi di vivere alternativi e comprendere meglio se stessa il mondo.
We Will Design – the Convivial Laboratory è una piattaforma che invita a riflettere sulle più innovative pratiche internazionali di convivenza, coabitazione e di condivisione e la loro interrelazione con gli ambiti relativi a migrazione, genere, abilità, salute e background culturale. L’edizione 2024 cerca di immaginare nuovi modi di convivenza basati su principi come cooperazione, democrazia, dialogo tra culture, dignità paritaria e responsabilità ecologica.
16-21 aprile 2024
BASE - Via Bergognone 34, Milano