Evento culturale

Privacy Week: dal 26 settembre
 5 giorni per parlare di privacy, cybersecurity e nuovi diritti di cittadinanza digitale

Presso gli spazi di Cariplo Factory Milano e quelli di American School of Milan e in streaming online: 50 incontri, talk, webinar, forum, interviste e dibattiti con oltre 90 relatori tra professori, ricercatori, avvocati, tecnici, giornalisti, scrittori, manager, attivisti, filosofi e sociologi, dedicati a discutere l’impatto del digitale sulla quotidianità e sulla privacy di cittadini e imprese.

Il presente non è mai stato tanto digitale e allo stesso tempo tanto poco consapevole del digitale. Da un lato, l’approdo online dei servizi, del lavoro e dei consumi, la nascita delle criptovalute, degli NFT e del Metaverso ci vogliono sempre più collegati. Dall’altro, l’Europa sta per dotarsi di nuove leggi per la cittadinanza digitale, di norme che regolano l’applicazione dell’intelligenza artificiale, che mettono a fuoco le responsabilità delle piattaforme digitali, che delineano il perimetro della moderazione dei contenuti online. In questo contesto, cittadini e aziende devono ragionare ora su rischi e opportunità dell’innovazione, per navigare il cambiamento rispettando e tutelando i bisogni e diritti di ciascuno.

Questi saranno i temi al centro della seconda edizione della Privacy Week, la rassegna patrocinata del Garante per la protezione dei dati personali e da AssoSoftware che si terrà a Milano dal 26 al 30 settembre e ospiterà oltre 90 relatori in 50 incontri.

Ad organizzarla sono i co-founder di Privacy Network (Andrea Baldrati (a sinistra nella foto), Diego Dimalta (a destra nella foto), Matteo Navacci), organizzazione non-profit italiana che affronta le sfide dell'innovazione tecnologica per garantire il rispetto della privacy e dei diritti umani, insieme ad /‘Aut/, studio creativo di produzione eventi, con il patrocinio del Garante della Privacy (Garante per la protezione dei dati personali).

Lo scopo dell’iniziativa è quello di informare le persone sul grande cambiamento che sono chiamate ad affrontare nell’era del digitale e di comprendere insieme l’impatto che avrà sulla quotidianità e sulla privacy di tutti. Nella convinzione che, come spiega Andrea Baldrati, avvocato, co- fondatore e presidente dell’Associazione Privacy Network, “una società tecnologica e libera si regge sulla responsabilità di tutti, legislatori, aziende e singoli utenti. Tematiche come cybersecurity e pri- vacy devono essere capite e presidiate in tutti i contesti: al lavoro, a scuola, in famiglia.”

Sul palco della Privacy Week parleranno manager d’impresa, avvocati, filosofi, giornalisti, giuristi, politici e professionisti del settore che discuteranno in modo accessibile di privacy, cybersecurity, gamification, cyberwar, piattaforme e big data, AI, NFT, cryptocurrency e nuovi diritti di cittadinanza digitale.

Gli incontri forniranno gli strumenti utili ad agire sul presente per dare forma al futuro, a comprendere come le persone possano restare al centro di questi cambiamenti assicurandosi che i propri diritti vengano rispettati. La Privacy Week sarà anche un momento per capire come si posiziona l’Italia rispetto a queste tematiche. Infatti, tra gli ospiti interverranno Ginevra Cerrina Feroni e Guido Scorza, rispettivamente Vice Presidente e Componente del Collegio dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati per- sonali. Per arrivare preparati al dibattito e capire cosa ci aspetta dopo le elezioni del 25 settembre, Privacy Network ha anche condotto un’analisi, laica e apolitica, di come i partiti affrontano e affron- teranno queste tematiche. Come spiega Diego Dimalta, avvocato, Co-fondatore dell’Associazione Privacy Network: “la privacy è un tema che sarà sempre più centrale nella vita quotidiana di ognuno di noi, tuttavia, in generale, si parla poco di diritto all’uso delle tecnologie e di tutela dei diritti delle persone nei confronti delle grandi piattaforme o nei confronti dell’uso incontrollato di sistemi di intelligenza artificiale, come ad esempio dei cosiddetti sistemi di decisione automatica utilizzati soprattutto dalle PA. È per questo che per ogni programma elettorale abbiamo cercato di evidenziare i punti legati al mondo delle nuove tecnologie e individuare aspetti positivi e negativi delle scelte operate da coalizioni e partiti, nella speranza che il risultato possa essere utile al fine di decidere in modo più consapevole.”

Nella Week si affronteranno altri due temi di grande attualità. Il primo è quello della regolarizzazione dello smart working, in particolare della privacy dei lavoratori da remoto, un argomento di forte impatto in questo periodo in cui le aziende stanno formulando i contratti per lo smart working.

Si parlerà poi di “AI ACT”, la normativa in via di approvazione del Parlamento europeo per regolamentare l’intelligenza artificiale, insieme all’onorevole Brando Benifei, rapporteur per l’Italia, e a Diletta Huyskes, Responsabile del Dipartimento di Advocacy di Privacy Network e delle attività di divulgazione di Algocount, progetto di ricerca della Statale e del Politecnico di Milano. Parteciperà a questo tavolo anche l’onorevole Alessandro Fusacchia, co-fondatore dell’associazione politica MOVIMENTA. Il regolamento, che vedrà la luce entro fine 2022, punta a introdurre il divieto di utilizzare algoritmi di polizia predittiva, e pone una serie di divieti ai sistemi di riconoscimento facciale e a quelli di social scoring, che catalogano le persone in base ai loro comportamenti.

Ampio spazio verrà data alla scuola, con esperti della materia che dialogheranno con i ragazzi. Presso l’auditorium dell’American School di Milano si terrà il primo Privacy Debate Championship, che vedrà sei squadre di studenti delle superiori (oltre all’American School di Milano, il Liceo Classico e Linguistico Muratori San Carlo di Modena, il Liceo Statale Regina Margherita di Torino, Liceo Classico Statale Cesare Beccaria di Milano, Liceo Scientifico Galileo Galilei di Erba) sfidarsi e dibattere per convincere i giudici di avere la ragione dalla loro parte. Gli studenti dovranno cercare di esprimere le loro idee e opinioni su queste tematiche: mostrare immagini molto personali o intime di sé è un diritto che va regolamentato e protetto; non pago un servizio online ma cedo i miei dati: è uno scambio accettabile; un’AI può essere meglio di una persona nel governo di un Paese; fare scuola nel Metaverso sarebbe divertente e stimolante.

La Privacy Week continua con uno spazio dedicato al rapporto tra i social e la privacy. Diego Passoni, conduttore radiofonico e televisivo, condurrà il pubblico nel complicato mondo di romantic scammer, hacker e cyberbulli e ci spiegherà come difendersi da una minaccia che è sempre più presente, sofisticata e difficile da decifrare: basti pensare che nel 2021 le vittime di scam online sono aumentate del 118% rispetto al 2020. Ospiti della serata saranno Roberta Lippi, autrice del podcast “Love bombing”, e Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina che pre-senta in anteprima la graphic novel Amy, storia vera di una ragazza condannata per cyberbullismo.

In una settimana dedicata alle frontiere del digitale e della privacy, non può mancare anche uno spazio dedicato a Bitcoin e criptovalute: verrà fornita un’analisi del mercato attuale e della regolamentazione del fintech tra criptovalute private e nazionali. Un mondo che ci verrà spiegato da Jacopo Sesana, founder di Next Generation Currency, Angelica Finatti, Project & BD Manager di Rocket Sharing, Michele Geraci, economista ed ex sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico. Come spiega Andrea Baldrati, presidente di Privacy Network: “Negli ultimi mesi abbiamo notato un crescente interesse delle Pubbliche Amministrazioni verso l’implementazione di strumenti (app e piattaforme) di tipo “premiale” per incenti- vare i cittadini ad assumere comportamenti ritenuti “virtuosi”. Le pratiche sperimentali di Roma, Ivrea, Bologna, Venezia potrebbero essere il primo passo verso un’idea di Stato che condiziona il comportamento dei cittadini sulla base di una serie di ricompense. Oltre a possibili discriminazioni, vi sono rischi legati ad una classificazione delle persone che elimina le differenze dei singoli per favorire una divisione per “tipi” sociali”.